C’era una volta un povero contadino, che un giorno decise di andare in giro per il mondo a cercare fortuna. Cammina, cammina, vide a terra cinque monete d’oro. Le raccolse e se le mise in tasca. Dopo poco giunse in una città ed entrò in una locanda per mangiare qualcosa. Il proprietario vide che era vestito male e lo prese per un vagabondo. Pensò che non potesse pagare e non gli volle dare da mangiare. Il contadino allora mise sul bancone una delle monete, che valeva cento volte il costo del pranzo. “Come farò a darti il resto?”, disse l’oste, mentre pensava che il giovane potesse essere il figlio del re travestito.
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La leggenda della donna senza cuore
Molto tempo fa, in un castello viveva una ricca signora che era proprietaria di molte terre. Lady Sabrina era conosciuta per essere egoista, avida e completamente priva di sentimenti. I contadini che lavoravano nei suoi terreni venivano pagati pochi soldi, e solo dopo molte insistenze, e spesso erano impegnati più di dodici ore al giorno. Quando arrivo’ un periodo di grande carestia, tutti gli abitanti del villaggio correvano il rischio di morire di fame. Solo Lady Sabrina aveva provviste a sufficienza e anche di più di quello di cui aveva bisogno. La sua unica preoccupazione era quella di di avere abbastanza cibo per se e per il suo unico amore, un bellissimo cavallo bianco.
Una montagna di rose
C’era una volta un re che abitava su una montagna dove migliaia di rose di tutti i colori crescevano rigogliose per tutto l’anno. In quel Regno uomini, donne e bambini vivevano in pace tra loro e con i paesi confinanti. Un giorno arrivarono nel Regno delle rose dei messaggeri che portavano cattive notizie. Il re di un paese lontano aveva cominciato un lungo e terribile viaggio con i suoi eserciti, alla conquista di tutti i regni che incontrava sul suo cammino. Gli uomini del re conquistatore proposero al re delle rose di arrendersi. “Mai, rispose lui, il mio regno dovrà restare libero da ogni schiavitù o imperialismo”.
Storia di un Re e di una Regina
Un tempo esisteva un mondo di fasti e tradizioni. Il cielo era più vicino alla terra e la terra si slanciava verso l’alto. Gli uomini discorrevano nei templi e i teatri erano gremiti. In una grande città un Re governava con saggezza. Il Re durante una delle sue passeggiate diurne alzo’ il capo e si volse verso una statua. Guardò la statua in tutta la sua magnificenza, era lata, bella dai lineamenti gentili. Egli non ebbe parole e s’invaghì dell’opera d’arte: la statua ritraeva una nobildonna del passato, una donna che rapì il suo cuore. Durante il giorno il Re, si attardava nella contemplazione dell’opera e la notte le si avvicinava furtivo.
La donna misteriosa
Agnomain di Crunniuc era un ricco latifondista irlandese. Sua moglie era morta dando alla luce uno dei suoi figli ed ora l’uomo viveva solo con i bimbi in una casa solitaria tra le montagne. Un giorno, quando era solo nella sua abitazione, vide una donna che si avvicinava. Anche da lontano, sembrava molto bella. Arrivata davanti alla porta, entrò in casa comportandosi come se avesse sempre abitato lì. Cominciò a svolgere i lavori di casa e ad accudire i bambini non appena i piccoli tornarono dalla passeggiata a cavallo. Quando arrivò la sera, la donna misteriosa preparò la cena, mise a letto i tre bambini e chiuse la casa per la notte.
Un uomo con due mogli
C’era una volta un uomo che aveva due mogli. Una delle due viveva al piano superiore della casa, l’altra al piano inferiore. Un giorno un ladro irruppe nella casa con l’intenzione di appropriarsi di tutto quello che riusciva a prendere. Ma i membri della famiglia si accorsero della sua presenza, anche se era notte e avrebbero dovuto dormire e lo fermarono. Appena fece chiaro, lo portarono alla polizia. Non era stato rubato alcun oggetto, ma il ladro era entrato in casa e questo era un reato. Il giudice stava per infliggere al ladro una punizione, quando l’uomo intervenne per dire: “Gentile giudice, fate di me quello che volete perché è vero che ho sbagliato a entrare in quella casa.
La Leggenda di Lady Bruna -parte sesta-
“Ma che ne sarà di queste donne?” chiesero, “Perché la legge non contempla che una donna possa sposare un’altra donna:” “Perché no?” disse Lady Bruna, “Per quello che è un matrimonio, posso proteggerla con la mia spada e curare il suo benessere e proteggerla da ogni altro matrimonio che le possa venire imposto per ragioni politiche, affari di famiglia e eredità. Non posso darle dei figli, ma lei aspetta già il figlio di Kennard e chi può mai sapere se una di noi due un giorno potrà avere un figlio del sangue degli Alton? E ora le chiedo, al cospetto degli Hastur e degli dei, vuoi essere liberata dal giuramento sorella mia?”
La Leggenda di Lady Bruna -parte quinta-
Quando si venne a sapere che Lady Bruna aveva preso Margali come libera compagna pronunciando il giuramento tutti gli Hastur di Thendara dissero: “E’ uno scandalo che due donne abbiano giurato fedeltà l’una all’altra come se fossero sposate. Finirà che saremo governati da donne che non saranno legalmente soggette ai loro mariti? Se permettiamo che venga pronunciato questo giuramento quale donna vorrà più sposarsi?”
Così portarono le due donne dagli Hastur a Thendara per sottoporle al loro giudizio.
Lady Bruna disse: “Sono la Reggente di Alton e ho chiesto e fatto ciò che la legge mi consente.
La leggenda dell’ortica
Era un bel giorno d’estate. Alice e Gaia stavano riposando al sole. Alice, una bimba di sei anni, si allungò pigramente sull’erba. “Mi stavo domandando, perché le ortiche pungono” disse alla sorella più grande di due anni, che non seppe trovare nessuna risposta. “Andiamo a chiederlo a papà”, disse Gaia. Il loro papà stava seminando le patate in mezzo al campo. “Ciao, piccole”, disse, “cosa state facendo?”. “Niente di speciale – disse Gaia – vorremmo sapere perché le ortiche pungono”. “Non lo so per certo,” disse il papà, “ma una volta mi hanno raccontato una bella storia. Volete sentirla?” chiese.
Ironia del Destino
C’era una volta un conte che possedeva molti terreni e che aveva anche il dono di leggere il futuro. Un giorno decise di scoprire quale sarebbe stata la sorte di suo figlio. Prese il piccolo sulle ginocchia e cominciò a tracciare segni e simboli su un tavolo, seguendo le indicazioni di un libro magico. Un’ombra di preoccupazione attraversò gli occhi dell’uomo. Vide che il figlio avrebbe sposato una ragazza molto povera, figlia di una sarto. La bimba era nata da pochissimi giorni. Con l’inganno il conte si fece consegnare la piccola dai genitori, che avevano già cinque figli. L’uomo disse che l’avrebbe fatta adottare da una coppia ricca e senza bambini.