Una montagna di rose

di Redazione Commenta

C’era una volta un re che abitava su una montagna dove migliaia di rose di tutti i colori crescevano rigogliose per tutto l’anno. In quel Regno uomini, donne e bambini vivevano in pace tra loro e con i paesi confinanti. Un giorno arrivarono nel Regno delle rose dei messaggeri che portavano cattive notizie. Il re di un paese lontano aveva cominciato un lungo e terribile viaggio con i suoi eserciti, alla conquista di tutti i regni che incontrava sul suo cammino. Gli uomini del re conquistatore proposero al re delle rose di arrendersi. “Mai, rispose lui, il mio regno dovrà restare libero da ogni schiavitù o imperialismo”. Purtroppo pochi giorni dopo arrivarono i cavalieri stranieri che iniziarono a distruggere i roseti e le case che incontravano sulla via per la fortezza. Il re che voleva difendere il suo regno, fu fatto prigioniero e portato in un paese lontano. Riuscito a fuggire, tornò al suo regno.

Riusciva a vedere la montagna
Sulla strada del ritorno, da lontano, riusciva a vedere la montagna, ma niente altro. Infatti il re conquistatore aveva distrutto tutte le piante delle rose. Ci fu una grande battaglia e il re del regno delle rose sconfisse l’usurpatore e decise che avrebbe ricostruito tutto come era prima. Ora che aveva sconfitto il potente re nemico e aveva scatenato contro di lui i popoli conquistati, non rimaneva che ricominciare. Il re ripenso’ allo splendore del suo giardino di rose sotto il sole e comprese che cosa aveva attirato gli stranieri nel suo regno.

La montagna di rose
Erano state la serenità e la gioia di un paese bello e semplice come un fiore. Ma invece di arrendersi al grigio di una natura nascosta, il re volle accrescere l’abbondanza di colori e di vita del suo giardino. All’arrivo della bella stagione, la montagna era tornata la patria della felicita’. Ormai i roseti arrivavano fino ai piedi dell’altura, non si fermavano come prima della guerra, intorno al castello. E da allora in poi, quella montagna, venne chiamata la “montagna di rose” da tutti i popoli confinanti.

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