La dieta della madre influenza le abitudini alimentari del figlio

 Alcune ricerche hanno messo in evidenza che le abitudini alimentari delle madri influenzano quelle dei bambini, se la madre non consuma molta frutta e verdura anche il figlio tenderà a consumarne poca o niente.
La professoressa Mildred Horodynsky del “College of Nursing” della Michigan State University ha preso in esame circa quattrocento donne con reddito basso e i loro bambini di un età compresa tra uno e tre anni, iscritti ai programmi “Early Head Start”.
I risultati hanno dimostrato che i bambini non erano propensi a consumare frutta e verdura quattro volte o più a settimana se le loro madri non ne consumano pari quantità. I bambini, vedendo le madri mangiare poca frutta e verdura, non erano stimolati a provare nuovi sapori e mangiare frutta e verdura tanto erano poco abituati al sapore.
Cosa e come mangiano le madri influenzano in modo diretto la dieta dei loro bambini” ha detto la professoressa Horodynski, “Gli operatori sanitari devono tenerlo in considerazione quando progettano delle strategie per stimolare il consumo di cibi sani nei bambini. Una dieta a scarso contenuto di frutta e verdura anche in età precoce può aumentare i rischi di contrarre malattie croniche in età avanzata.

L’Italia non pensa ai bambini: il rapporto Unicef sulle risorse dedicate ai più piccoli

L’Italia, gli Stati Uniti, la Grecia, il Belgio e il Regno Unito sono Paesi che lasciano più indietro i loro bambini svantaggiati rispetto a Paesi come la Danimarca, la Finlandia, l’Irlanda, la Svizzera e i Paesi Bassi. E’ quanto emerge dal rapporto dell’Unicef ‘Report Card 9: bambini e adolescenti ai margini’. Secondo il rapporto, le conseguenze e i costi dell’essere “lasciati indietro” o “ai margini” possono essere enormi per i bambini, come pure per l’economia e le società. La ‘Report Card 9’ classifica, per la prima volta, 24 Paesi dell’Ocse sulla base dei livelli di disuguaglianza negli ambiti della salute, dell’istruzione e del benessere materiale dell’infanzia.

Diversi tipi di pianto nel neonato e nel lattante

 Il bambino, neonato e lattante, esprime col pianto un problema, un disagio. Esistono diversi tipo di pianto, tanti quanti sono i motivi di disagio del bambino neonato e lattante, caratterizzati da diverse modulazioni di frequenza e di intensità di pianto e stress.
Il pianto da fame è caratterizzato da un’esplosione violenta e prepotente. In caso di pianto per fame è importante nutrire prontamente il bambino per evitare che si manifestino in lui angoscia, sensazione di abbandono e punizione e i dolori tipici dati dalla mancanza di cibo.
E’ facile evitare il pianto per fame essendo presenti e vigili e monitorando i tempi scelti dal bambino per alimentarsi. La madre deve essere sempre presente per sfamare il neonato o il lattante e deve farlo comunicandogli serenità, gioia e disponibilità se vuole vedere crescere sano il suo bambino, ma deve anche essere attenta a non trasmettergli ansia con un comportamento eccessivamente apprensivo. Il padre, in questa fase, deve sostenere la madre trasmettendo in lei serenità, amore e attenzioni.

Dieta fai da te: un adolescente su due si vorrebbe più magro

Più belli, più alti e soprattutto più magri. Un adolescente su due vorrebbe perdere peso, percentuale che tra le ragazze arriva quasi al 60%. E nel tentativo di dimagrire il 22% ha già fatto una dieta dimagrante, ma solo il 32% (era il 36% nel 2009) si è rivolto a un medico, appena il 26% delle femmine. Dilaga dunque la dieta ‘fai da te’: l’ha sperimentata il 35% degli adolescenti, percentuale che arriva al 43% tra le ragazze. Lo indicano i dati dell’indagine annuale della Società italiana di pediatria (Sip) sui comportamenti dei teenager, realizzata su un campione di 1.300 studenti delle scuole medie, di età compresa tra 12 e 14 anni.

A mangiare bene si comincia da piccolini: il progetto di Barilla per le scuole dell’infanzia

 Barilla promuove un nuovo progetto educativo dedicato alla scuola d’infanzia in 6 regioni italiane, “A mangiare bene si comincia da Piccolini”. Il progetto è partito a novembre, per concludersi alla fine dell’anno scolastico 2010/2011, e prevede il coinvolgimento di Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana e Veneto.
A mangiare bene si comincia da Piccolini” è un percorso ludico, didattico-pedagogico che coinvolge docenti, alunni e famiglie, pensato per aiutare ad insegnare ai bambini i principi della sana e corretta alimentazione e le basi per vivere al meglio il momento del pasto e le relazioni con il cibo e con i grandi.
Negli ultimi anni, le tematiche legate all’educazione ad una sana e corretta alimentazione e allo sviluppo di una piacevole relazione a tavola fin dall’infanzia sono diventati argomenti di rilevante interesse nel mondo della scuola e della famiglia.

La celiachia nel bambino: come comportarsi

 La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine che si manifesta in soggetti geneticamente predisposti.
Il glutine si trova in molti cereali, frumento, orzo, farro, avena, segale, kamut, grano greco, seitan, ecc.
Esistono degli esami ematologici che permettono di individuare la celiachia: anticorpi anti-gliadina (AGA), anti-endomisio (EMA) e anticorpi anti-transglutaminasi (Ac anti-tTG), ma l’unico esame riconosciuto in Italia per avere l’esenzione sanitaria è la biopsia del villo intestinale.
La biopsia del villo intestinale è un esame invasivo e molto fastidioso, poco gradito e tollerato dall’adulto, e ancora di più dal bambino.

Allattamento al seno fino a sei mesi
Nel bambino i primi sintomi di celiachia si possono manifestare in seguito all’introduzione nella dieta di cibi contenenti glutine. Più tardi si inseriscono alimenti contenenti glutine nella dieta del bambino, meglio è.

La prima colazione è il pasto più importante della giornata: ecco come prevenire l’obesità infantile

Chi ben comincia è metà dell’opera. Accade anche a tavola, dove gli esperti concordano: la prima colazione è in assoluto il pasto più importante della giornata, un’iniezione di ‘carburante’ necessaria per affrontare al meglio le ore iniziali della giornata. In ufficio, ma soprattutto a scuola. Eppure, benché il 90% degli italiani dichiari di fare colazione, alla prova dei fatti la maggior parte fallisce. Solo il 30% consuma un primo pasto adeguato, mentre 7 su 10 sbagliano qualità o quantità degli alimenti assunti. E il dato più allarmante riguarda proprio i bambini: il 10-30%, in Europa come negli Usa, salta del tutto la colazione, rischiando problemi di salute e in primis sovrappeso e obesità.

Se la colazione è golosa, il bimbo è più bravo a scuola

Una buona pagella a scuola si costruisce anche a tavola, a cominciare dal primo appuntamento con il piatto: la colazione. Saltarla è vietato, avvertono gli esperti dell’università di Padova che sul legame fra pasto mattutino e rendimento sui banchi stanno conducendo studi ad hoc. Ricerche da cui emerge che una colazione ‘golosa’, che comprenda ad esempio creme spalmabili a base di nocciola e cacao, regala concentrazione e buonumore anche ai bimbi più refrattari a mangiare appena svegli. I primi dati che lo dimostrano sono stati presentati la scorsa settimana nel capoluogo lombardo, durante la prima giornata del Congresso internazionale Milanopediatria 2010, in corso fino a domenica.