Baby fumatori: in Italia si comincia sempre più presto con il vizio del fumo

di Redazione Commenta

Con la sigaretta in bocca già da ragazzini. In Italia l’età delle prime boccate di fumo si va pericolosamente abbassando. Tra i 15 e i 24 anni i fumatori rappresentano infatti il 21,9% (25,3% maschi e 18,4% femmine). Tra questi, il 34,5% inizia a fumare prima dei 15 anni e il 50,8% tra i 15 e i 17: quindi l’85,3% dei ragazzi inizia prima dei 18 anni, quando ancora va a scuola. E’ quanto emerge dall’indagine Doxa-Iss-Ofad 2010, presentata a Roma nel corso del lancio della campagna antifumo 2010 del ministero della Salute ‘Io non fumerò mai‘.

IO NON FUMERO’ MAI
Un’iniziativa che si rivolge proprio ai giovanissimi. L’obiettivo della campagna è infatti quello di prevenire l’iniziazione al fumo favorendo, già dall’età scolare, un atteggiamento di netto rifiuto nei confronti di questo vizio. La campagna è stata presentata dal ministro della Salute Ferruccio Fazio che ha ricordato quanto sia importante intervenire sui giovanissimi con queste iniziative. “Anche le ricerche scientifiche – ha spiegato – confermano che per combattere questa abitudine malsana bisogna intervenire sui bambini, con programmi di prevenzione rivolti ai piccoli dai 3 agli 8 anni. Prima che il vizio del fumo li colpisca già 13-14 anni“.

UN MESSAGGIO POSITIVO
Da qui la necessità della campagna, che, per quanto riguarda lo stile comunicativo, ha uno stile preciso, per nulla drammatico. “Questo perché – sottolinea Fazio – i messaggi proposti in modo positivo sono accolti e seguiti meglio dal pubblico“.
E’ stato pertanto realizzato uno spot televisivo della durata di 35 secondi interpretato dall’attore Renato Pozzetto. Nello spot, che sarà diffuso per un mese sulle principali reti nazionali, Pozzetto è un maestro elementare che invita i suoi alunni a una riflessione critica sui danni alla salute che provoca il fumo. Per tutta risposta, i bambini in modo inaspettato manifestano una consapevolezza spiccata sul tema. E raccontano in modo semplice e spontaneo gli svantaggi che percepiscono quando i loro genitori fumano: “la mia mamma tossisce…“, “il mio papà puzza!…

IL RUOLO DELLA PREVENZIONE
Lo spot si conclude con un invito agli alunni a prestare maggiore attenzione verso i rischi del fumo e con la richiesta di farsi portavoce del messaggio che non si deve fumare più. Invito che nello spot è enfatizzato in modo corale da tutta la classe con l’espressione ‘taac’, che da due anni collega le iniziative di comunicazione contro il fumo promosse dal ministero.
Nella lotta contro il fumo la prevenzione gioca quindi un ruolo fondamentale. In quest’ottica, il ministero della Salute è impegnato a definire misure per limitare l’accesso al tabacco ai giovani. Una di queste è indirizzata a contrastare il costante aumento delle vendite di tabacco trinciato (per le sigarette ‘fai da te’), più che raddoppiate (+139%) dal 2004, e aumentate ulteriormente nel 2009 (+26%).

IL TABACCO TRINCIATO
Questo tipo di tabacco – spiega il ministero della Salute – rappresenta attualmente l’1,7% del mercato. Ha un costo inferiore rispetto alle sigarette ed è, quindi, particolarmente ‘appetibile’ per i giovani consumatori. Ecco perché il 18 giugno scorso, a seguito delle ripetute segnalazioni del ministro della Salute, il Governo ha emanato un decreto legge che aumenterà di fatto il prezzo dei tabacchi trinciati.
Ma il dicastero di Lungotevere Ripa ha anche attivato una serie di interventi di prevenzione già a partire dalle scuole d’infanzia ed elementari. Progetti che si stanno sperimentando da alcuni anni in molte regioni. Iniziative finalizzate proprio a sviluppare nei bambini stili di vita sani, che proteggono da qualsiasi comportamento a rischio, compreso il fumo.

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