Bimbi sempre più fragili e fifoni

I bimbi moderni non sono più capaci di saltare. Rispetto alla generazione che li ha preceduti, infatti, la forza muscolare dei bimbi di oggi è scientificamente diminuita, tanto che i bimbi sono molto più deboli rispetto ai loro coetanei anche solo dieci anni fa. E’ questo il risultato di uno studio della Essex University pubblicato sulla rivista “Acta Pediatrica”, arrivato alla conclusione che a parità di peso ed altezza le nuove generazioni sono più deboli. La causa è la ben nota staticità introdotta dall’uso degli apparecchi elettronici: videogame e televisione hanno sostituito salti, arrampicate sugli alberi e giochi con le funi.

Con videogame e smartphone bimbi a rischio reumatismi

Telefonini con una miriade di tasti sui quali stare piegati le ore a digitare sms e a giocare, oppure consolle di videogame che accendono le sfide e obbligano a posture innaturali e al maneggio di joystick con movimenti rapidissimi di dita e polsi. Gli effetti dei dispositivi elettronici sono stati studiati per la prima volta da un’equipe di esperti, che hanno presentato a Londra gli effetti di questi strumenti che fanno la passione dei bambini, in occazione della European League Against Rheumatism. Perchè infatti il rischio è quello che l’uso prolungato di videogame e telefonini sia quello di causare ai bimbi i reumatismi.

Trapianti pediatrici: diamo i numeri

Trapianti pediatrici: quanti sono in Italia e come funzionano? A dare i numeri (delle statistiche) è l’ADN Kronos, che stima i trapianti nei piccoli pazienti il 50% rispetto a quello degli adulti. Meno trapianti da gestire, e più funzionalità del sistema. Ma come funziona?
In Italia esiste una lista unificata per i trapianti pediatrici, che viene gestita dal Centro Nazionale Trapianti. Una gestione che viene giudicata efficiente e trasparente, con tempi di attesa molto rapidi.

I trapianti pediatrici in Italia
Nel 2010 sono stati 77 i trapianti di fegato sui bambini, la metà dei quali effettuati con la tecnica dello split liver (che consiste nel dividere il fegato di un adulto ed impiantarne solo una parte nel bambino), con tempi di attesa medi di 4 mesi per il trapianto e di 8 in lista d’attesa; 72 sono stati i trapianti di rene, con un tempo di attesa medio di un anno e tre mesi, e attesa in lista di 18 mesi; 24 i trapianti di cuore (dei quali il 10% è stato effettuato su pazienti dagli zero ai tre anni di età) e cinque decessi tra i piccoli pazienti in lista d’attesa.

La merenda che aiuta la dieta? Uno snack commerciale

Merenda simbolo di calorie extra che “pesano” sul vostro bimbo? Niente paura, demonizzare la merenda non serve a niente. Infatti, la merenda è una sana abitudine durante la giornata, che però va scelta con cura e attenzione. Tanto che la merenda può anche aiutare il vostro bimbo a perdere qualche chiletto di troppo, anche se la merenda in questione è un comunissimo snack commerciale. Tra i tanti studi che si occupano infatti di obesità infantile, ve n’è uno, recentemente pubblicato su “Hormone and Metabolic Research” che si è occupato dell’ormone della sazietà, ovvero la grelina. Lo studio è tutto italiano ed è stato coordinato dal professor Livio Luzi, dell’Università degli Studi di Milano, ed ha scoperto che alcuni cibi favoriscono una “scarica” di grelina, ovvero, facendo aumentare questo ormone nel sangue aumenta il senso di sazietà. Il bimbo, dunque, dopo aver fatto merenda, non sentirà più lo stimolo a mangiare per un lungo periodo ed eviterà quindi di assumere calorie extra pasto per il resto della giornata.

Il caso che fa discutere: è morta Elena, la bimba dimenticata in auto

Elena, una bimba di 22 mesi dimenticata nell’auto dal papà. Può capitare… dimenticarsi un figlio ogni tanto, presi dalla propria frenesia, non fa di certo il cattivo genitore. Ma l’auto in questione, a Teramo, era stata lasciata sotto il sole e il papà di Elena è tornato a prendere la figlioletta dimenticata solo dopo 5 ore. Troppo tardi. E il caso fa discutere, nella sua tragicità.

Elena era stata ricoverata all’ospedale materno infantile Salesi di Ancona mercoledì pomeriggio. Sabato sera è morta. E la tragedia si abbatte sui genitori, che non ci stanno ad avere le accuse addosso. La mamma di Elena, infatti, ha difeso suo marito, dicendo che è un buon papà e che Elena lo adorava.
Ora, sicuramente, questo papà dovrà convivere per sempre con il rimorso.

Lo stress dei futuri papà fa male ai nascituri

Non sono solo le future mamme a risentire dello stress legato all’imminente arrivo di un bebè. Anche i papà in attesa sono, infatti, spesso vittima di ansia e tensioni, per la famiglia che si allarga e le nuove necessità economiche. E, se a un certo momento ‘vanno in tilt’, a risentirne è la salute di madri e neonati. Ecco perché anche i futuri padri dovrebbero essere assistiti e seguiti in modo mirato. E’ quanto emerge da uno studio dell’University of Missouri (Usa), che pone i riflettori su un lato in ombra del triangolo mamma, papà e neonato.

Il ruolo dei papà nella gravidanza
Troppo spesso gli uomini sono considerati come meri osservatori del processo di gravidanza“, sottolinea ManSoo Yu, responsabile della ricerca che ha messo in luce gli effetti dello stress maschile su donne e bambini. Un errore, anche perché gli uomini, ricorda il ricercatore, giocano un ruolo fondamentale per sostenere e prendersi cura della compagna in dolce attesa. “E’ importante riconoscere e tutelare il benessere emotivo degli uomini, così come quello delle donne. Fornire assistenza prenatale ai padri in attesa può incoraggiare gli uomini ad avere un ruolo propositivo in gravidanza. Cosa che – assicura – consentirà di ottenere migliori risultati in termini di salute materna e infantile“.

Mamme teen-ager, in Italia sono più di 10mila

In Italia ci sono più di diecimila mamme teen ager, cioé di età compresa fra 14 e 19 anni; la maggior parte hanno tra 18 e 19 anni, ma ben 2.500 sono minorenni, cioé under 18. Lo rende noto Save the Children, che ha realizzato la ricerca “Piccole mamme”, resa nota oggi insieme al 12.mo Rapporto sullo stato delle madri nel mondo. L’82% di queste mamme adolescenti sono italiane, contro un 18% di straniere. Ma se a Napoli le mamme teen italiane sono più numerose delle straniere, a Milano e Roma il rapporto è inverso. Il 71% delle baby-mamme vive al Sud e nelle isole: qui i nati da madri under 20 rappresentano il 3% del totale delle nascite nell’area, a fronte dell’1,3% nell’Italia nord-orientale e nord-occidentale e dell’1,1% dell’Italia centrale. L’età media in cui le giovani mamme hanno un bambino è 16-17 anni. Circa il 60% delle mamme adolescenti ha un marito o un compagno, mediamente giovane (tra i 18 e i 21 anni). Solo una piccola parte (19%) ha un lavoro, molte si sono fermate alla scuola dell’obbligo o hanno successivamente interrotto gli studi.

Per i piccoli incidenti dei bambini il pronto soccorso a portata di mano

 Arriva la bella stagione, le temperature si alzano, le giornate si allungano e il clima è quello ideale per trascorrere sempre più tempo fuori casa con tutta la famiglia. E se gli adulti grazie alla nuova stagione ritrovano il buon umore, per i bambini questo periodo è proprio una festa: finalmente liberi di correre e giocare per ore al parco, tra altalene, scivoli e giostre.
Questi momenti felici e divertenti possono però avere aspetti meno piacevoli proprio per i bambini. E’ infatti necessario fare molta attenzione perché, come ben sanno i genitori, per i bambini i piccoli incidenti sono sempre in agguato: una caduta, uno scontro improvviso, un “volo” dall’altalena.