Patologie congenite o forme lievi di difetti della vista: è difficile accorgersi che il bimbo ne abbia prima che vada a scuola e manifesti difficoltà nella lettura. Eppure in Italia un bimbo su 20 manifesta problemi legati ai difetti della vista. E la cosa peggiora man mano l’età dei bimbi cresce: sopra i 6 anni d’età un bimbo su 4 ha difetti alla vista, mentre dal 3 al 5% manifesta strabismo. A denunciare questi dati è la Società di Oftalmologia Pediatrica (SIOP), riunita in un convegno a Roma fino a sabato.
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Allergie alimentari e varietà della dieta
Allergie alimentari, un problema sempre più diffuso tra i bimbi che condiziona completamente lo stile di vita dei piccoli. L’estensione di questi condizionamenti è stata studiata da alcuni esperti della Cork University, in Irlanda, e i risultati sono stati recentemente presentati a un congresso tenutosi ad Istambul. Il risultato? I bimbi soggetti ad allergie alimentari si nutrono con una dieta ristretta a pochi alimenti sicuri, che disincentiva il bambino a provare anche nuovi alimenti a causa della paura di scatenare pericolose reazioni allergiche. Insomma, una dieta monotona, che condiziona anche la socialità dei bambini: poche festicciole e occasioni “pubbliche”, che costringono i bimbi a stare in disparte e a non partecipare a quei piccoli grandi eventi che si celebrano insieme ai coetanei alla loro età.
Aboliamo i compiti delle vacanze
Le scuole sono in chiusura, le vacanze dietro la porta, e il riposo dopo un anno scolastico è a portata di mano. Ma… ma ci sono sempre loro di mezzo, gli odiati compiti delle vacanze. Quell’obbligo che sta lì a ricordare a bambini e ragazzi che c’è sempre qualcosa da fare e guasta un po’ la festa. E, per una volta, anche i pediatri sono accordo con gli scolari: i compiti delle vacanze sono inutili e vanno ad aggiungere stress non necessario ai ragazzi. Lo dice il pediatra milanese Italo Farnetani, che provocatorio dice “Meglio una bella pizza” ai compiti delle vacanze.
Bimbi autistici: come evitare le convulsioni con la dieta chetogenica
Bimbi autistici: quanti sono i problemi quotidiani che i genitori devono affrontare? Tra questi ci sono spesso le convulsioni, che per la maggior parte dei casi vengono trattate con i farmaci. Eppure la dieta chetogenica è un trattamento non farmacologico e funziona, senza indurre nel bambino effetti collaterali che si hanno invece con i farmaci.
I risultati della dieta chetogenica sono stati accertati e diffusi recentemente sulla rivista BMC Pediatrics.
Bambini lasciati in auto: malcostume o ignoranza?
Bimbi lasciati nelle auto dai genitori: sbadatezza, superficialità, ignoranza… Già due sono morti per essere rimasti delle ore chiusi in macchina, sotto al sole, in attesa dei genitori. L’ultimo caso si è verificato qualche giorno fa a Roma, dove due gemellini di 11 mesi sono stati lasciati in macchina per due ore dai genitori che stavano giocando alle slot machines in un locale. Fortunatamente i bimbi sono stati notati da un negoziante della zona, che li ha sentiti piangere, e ha chiamato i carabinieri. Grazie a un finestrino leggermente aperto, gli agenti sono riusciti a far uscire i bimbi, che fortunatamente non hanno causato malori nonostante la temperatura proibitiva che aveva raggiunto l’abitacolo della macchina.
Allergie in aumento per i bimbi: occhio ai peluche e allo stile di vita
Si è da poco concluso il II Congresso Nazionale della Federazione delle Società Italiane di Immunologia, Allergologia e Immunologia Clinica (IFIACI), e gli 800 specialisti che si sono riuniti a Roma hanno tirato le somme delle allergie nei bambini: in costante aumento. Tanto che un bambino su due nel 2020 avrà problemi legati alle allergie. Le cause? Stili di vita troppo “puliti” e sterilizzati, con la maggior parte del tempo passato al chiuso ed un sistema immunitario che “non avendo niente da fare” si indebolisce e poi si ritrova impreparato a reagire agli attacchi esterni anche più blandi. Non da ultimo, l’inquinamento dell’aria, che causa infiammazioni alle vie aeree e facilita l’arrivo degli allergeni nell’organismo.
Esami: come evitare il panico della prova
Giugno, tempo d’esami. Per molti bambini e ragazzi questi sono gli ultimi giorni di scuola, ma per molti altri – che si apprestano al passaggio da un ciclo di studi all’altro, è soprattutto tempo di prove. Si parte dai più grandicelli, con la paura per la preparazione dell’esami di maturità, fino ai ragazzini delle scuole medie e più giù, per quelli delle elementari.
Secondo l’Eurodap, l’Associazione Europea Disturbi e Attacchi di Panico), i sintomi dell’attacco di panico da esame cominciano ben prima del periodo degli esami: già due mesi prima nei ragazzi e nei bambini si possono riscontrare frequenti cefalee, insonnia, mal di stomaco, apatia, tachicardia, agitazione e panico.
Bimbi bulli e aggressivi soffrono d’insonnia
I bimbi “vivaci” o aggressivi, protagonisti di episodi di bullismo sui coetanei o con problemi di condotta a scuola soffrondo di insonnia. Lo dice uno studio della University of Michigan
Non date il cellulare ai vostri bambini: l’appello dell’OMS dopo gli studi sul cancro
A lanciare l’allarme questa volta è l’Iarc, l’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS): non date il cellulare ai vostri bambini – dicono gli studiosi. E lo dicono dopo i risultati delle ultime ricerche sul possibile rischio di tumori causati dall’utilizzo del telefonino, rischi che sembrerebbero moltiplicarsi più l’età del bimbo si abbassa. Sebbene non ci siano ancora certezze comprovabili, i medici si appellano alla prudenza e così – in attesa di nuovi risultati – preferiscono consigliare caldamente ai genitori di non lasciare il cellulare in mano ai propri figli.
I rischi da utilizzo del cellulare
Nella fase della crescita – dicono gli scienziati – si è più esposti ai rischi, ed in particolare a quelli sul nbervo acistico e sul cervello. Non solo: visto che gli stessi rischi sono corsi anche dagli adulti, sarebbe bene per questi ultimi limitare l’uso del cellulare con l’utilizzo sempre dell’auricolare.
Bimbi abbandonati alla nascita in ospedale: ogni anno 60 solo nel Lazio
La scelta più terribile e dolorosa per una donna che ha portato in grembo nove mesi il proprio figlio: partorire e abbandonarlo. Non è una cosa d’altri tempi, bensì un dramma che è ancora attuale e più che mai moderno. Basti pensare che solo nel Lazio si registrano 60 casi ogni anno, per lo più nella Capitale. Il Policlinico Casilino, all’Unità operativa di Neonatologia, è il luogo dove più spesso accade, ed è un fenomeno che – secondo i dirigenti del reparto – sta aumentando con l’andare del tempo, anziché diminuire. La crisi, insomma, va a toccare le famiglie nel profondo, e chi si ritrova improvvisamente senza lavoro pensa soprattutto a come farà a far crescere e dare un futuro al proprio figlio. E così si arriva alla drastica decisione di lasciarlo in ospedale, dove il bimbo verrà curato, sfamato e dato in adozione, sicuramente a una famiglia più fortunata e che potrà garantire loro una vita più agiata. Un gesto d’amore estremo?