Una sera, mentre sedevano così pacificamente, si sentì un colpo alla porta, come se qualcuno volesse entrare. “Presto, Rosella,” esclamò la madre “presto, apri la porta, ci sarà qualche viaggiatore che ha bisogno di asilo.” Rosella tirò il catenaccio e aprì la porta, aspettandosi di vedere un povero uomo; invece, fu un orso grosso e grasso che fece capolino. Rosella cacciò un grido e tornò indietro di corsa, l’agnellino belò, il piccione svolazzò sulla pertica e Biancarosa si nascose dietro il letto della mamma. L’orso, però, si mise a parlare e disse: “Non abbiate paura, non vi voglio fare del male, ma sono mezzo congelato e vorrei scaldarmi un poco.” “Povero orso!” esclamò la mamma, “vieni dentro e sdraiati davanti al fuoco, ma stà attento a non bruciarti il pelo” e poi continuò: “Venite qui, Rosella e Biancarosa, non abbiate timore, l’orso non vi farà del male: vedete che le sue intenzioni sono buone.” Così esse si avvicinarono e pian piano anche l’agnello e il piccione dominarono la loro paura e fecero buona accoglienza al rude visitatore. “Bambine,” disse l’orso prima di entrare “venite a scuotermi di dosso la neve.” Esse andarono a prendere le scope e gliela spazzarono via tutta.