La festa d’estate -1-

 La gente del villaggio preparava la festa d’estate e tutti i materiali che sarebbero occorsi alla sua riuscita. La luna si avvicinava ad essere piena e perfetta, macava solo una manciata di giorni. Le ore di luce stavano per raggiungere la massima durata, poi sarebbero lentamente diminuite e si sarebbe dovuto aspettare un intero anno per vivere di nuovo in quello splendore, che era esaltante e snervante al tempo stesso. Si dormiva poco e l’attività era così intensa che i giorni parevano l’uno attaccato all’altro.
Oltre ai soliti preparativi, a cui partecipavano tutti gli abitanti del villaggio, compreso l’invio di persone in visita alla Grandi Case dell’intera isola, com’era consuetudine, si stavano svolgendo preparativi speciali.

Pippi e i ladri -7-

 Alla fine Bvlum non riuscì più a soffiare sul pettine e protestava di sentire un infernale solletico alle labbra; e Tuono-Karlsson, che aveva girovagato per le strade tutto il giorno, cominciò ad avvertire una certa stanchezza alle gambe. “Vi prego, miei cari, ancora un minuto solo!” implorò Pippi, continuando a ballare. Così Blum e Tuono-Karlsson furono costretti a continuare. Alle tre del mattino Pippi disse:
“Oh, potrei andare avanti fino a giovedì! Ma forse voi sareter stanchi e avrete fame!”
Così era infatti, benché i due non osassero confessarlo.

Pippi e i ladri -6-

 “Gentilissima, cara signorina, voglia scusarci: scherzavamo!” implorò Tuono-Karlsson. “Non ci faccia del male, siamo solo due poveri, disgraziati vagabondi entrati qui per chiedere un tozzo di pane!” Blum cominciò persino a versare qualche lacrimuccia. Pippi, riposta per benino la valigia sull’armadio, si rivolse ai suoi prigionieri: “Qualcuno di voi sa ballare la tarantella?”
“Mah” rispose Tuono-Karlsson, “tutti e due la balliamo, credo”.
“Com’è divertente! Esclamò Pippi battendo le mani.

Pippi e i ladri -5-

 “Tu chiedi molte cose” disse Tuono-Karlsson, “ma anche noi vogliamo farti una domanda. Questa, per esempio: dove tieni il denaro che era per terra poco fa?”
“Nella valigia, su quell’armadio” rispose Pippi in tutta sincerità. Tuono-Karlsson e Blum sogghignarono.
“Spero, tesoro, che tu non abbia nulla in contrario, se la prendiamo” disse Tuono-Karlsson.
“Per carità” rispose Pippi: “proprio nulla!” Così Blum andò all’armadio e tirò giù la valigia. “Spero, tesoro, che tu non abbia nulla in contrario, se la riprendo” disse Pippi scendendo dal letto e andando verso Blum. Blum non capì bene come, ma ecco che la valigia, con uno strano passaggio rapidissimo, fu d’un tratto in mano a Pippi.

Pippi e i ladri -4-

 “Questa dev’essere la bambina” sussurrò Tuono-Karlsson a Blum. “Dorme alla grossa. Ma dove credi sia il Signor Nilsson?”
“Il Signor Nilsson, col vostro permesso” notò la voce tranquilla di Pippi, da sotto le coperte, “il Signor nilsson sta dormendo nel lettino verde della bambola”. I vagabondi si presero un tale spavento, che stavano per precipitarsi fuori; ma poi rifletterono su quanto Pippi aveva detto. Che il Signor Nilsson, cioè, se ne stava dormendo in un lettino da bambola. E subito, infatti, la luce della lampadina andò a illuminare il lettino da bambola e la scimmietta che vi stava dentro.

Pippi e i ladri -3-

Si sedettero ad aspettare sotto una quercia del giardino. Cadeva una pioggerella sottile, e pergiunta avevano una fame da lupi, così che aspetare non era proprio piacevole; ciononostante, il pensiero

Pippi e i ladri -2-

 I ladri non potevano sapere che il Signor Nilsson non era che una scimmietta, rannicchiata a dormire nel suo lettino dipinto di verde, con una copertina da bambola sulla pancia. Pensarono che fosse il padrone di casa, a chiamarsi Nilsson, e si scambiarono un’occhiata d’intesa.
“E’ meglio ripassare più tardi” significava quell’occhiata, ma a Pippi dissero: “Eravamo entrati soltanto per sapere che cosa segna il tuo orologio”. Erano così eccitati, da dimenticare completamente il panino imbottito. “Grandi e grossi come siete e non sapete che cosa segna l’orologio?!” si meravigliò Pippi.

Pippi e i ladri -1-

 Dopo l’esibizione di Pippi al circo, non c’era alcuno, nella cittadina, che ignorasse la sua tremenda forza. Su di lei si scriveva persino sui giornali; ma chi abitava lontano naturalmente non sapeva chi fosse Pippi.
In una buia serata autunnale due vagabondi si trovarono a passare davanti a illa Villacolle; si trattava di due famosi ladri che si erano messi a vagabondare per il paese, in cerca di qualcuno da derubare. Videro le finestre di Villa Villacolle illuminate e decisero di entrare a chiedere un panino imbottito.

Una Possibilità -6-

 Irani parlò a lungo, pazientemente, spiegando che se esistevano scelte diverse nel vivere esistevano idee diverse del vivere e non poteva trattarsi di scelte naturali, perché la natura era una dappertutto, e non due o tre, quindi erano scelte umane diverse. Dovevano conoscere e discutere meglio le proprie scelte e quelle ulteriori che potevano fare per migliorarsi e rafforzarsi, e non solo in vista di un possibile contatto con le nuove genti arrivate nelle terre del freddo ma per il proprio stesso bene. Non dovevano considerarle “naturali” ma molto impegnative e in un certo senso nuove.

Una Possibilità -5-

 Le nostre scelte sono minacciate? Le nostre vite sono in pericolo? Può essere che sia così ma potrebbe essere diversamente: le nostre scelte rendono felici noi e potremmo forse convincere altre genti che sono scelte migliori. O forse dovremo difenderci? Non lo sappiamo, ma possiamo prepararci. Quello aveva deciso di dire e quello disse, ed era assai meno di quello che stava pensando. Ma non aveva detto niente di cui non fosse convinta. Semplicemente non riteneva che dovesse essere lei a spingersi oltre. Prepararsi: ne aveva pur accennato.
L’assemblea ribolliva. Prepararsi a convincere? O prepararsi a difendere la pelle? E come?