La diagnosi prenatale: la villocentesi

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La villocentesi dovrebbe essere eseguita dopo la 10° settimana di gestazione, quindi all’inizio del terzo mese, per evitare di provocare delle lesioni al bambino. Si tratta del prelievo dei villi coriali per esaminare il cariotipo, cioè l’assetto cromosomico fetale, al fine di valutarne la normalità o, al contrario, la presenza di anomalie. Con questo esame si può diagnosticare la sindrome di Down, quindi è molto importante che le mamme si sottopongano alla villocentesi. Il rischio di aborto è bassissimo (1%) ed è meno invasiva dell’amniocentesi.


Questa esame solitamente non è particolarmente doloroso e per questo esame non bisogna sottoporsi ad anestesia locale né anestesia generale.

L’esame solitamente viene proposto alle pazienti giudicate ad elevato rischio di anomalie cromosomiche, tra queste troviamo:

-donne di età superiore ai 35 anni,
-aumentato spessore della translucenza nucale,
-precedente figlio affetto da anomalia cromosomica,
-genitori portatori di alterazioni cromosomiche (traslocazioni, inversioni, aneuploidie).

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