L’aborto non influenza la gravidanza successiva

Una buona notizia giunge da una recente ricerca condotta da Gordon Smith dell’Universita’ di Cambridge che ha scoperto che l’aborto, che era un notevole fattore di rischio di nascita prematura durante la gravidanza successiva all’interruzione nel 1980, in realtà non la influisce in nessun modo. Le moderne tecniche di aborto infatti non sarebbero associate ad un aumentato rischio di nascita pretermine nel tempo.In sostanza questo significa che abortire con gli attuali metodi, in una struttura ospedaliera con tutte le attenzioni del caso, oggi non influisce sul successo di una gravidanza successiva, rispetto a quanto invece accadeva venti-trent’anni fa. Pare che dal 2000 in poi il rischio sia scomparso del tutto.

Consultori familiari: cosa sono e a chi servono

 I problemi che i genitori possono incontrare nel corso della vita sono infiniti e spesso, in caso di problemi, ci si ritrova da soli senza sapere bene come affrontare un periodo difficile. Molte persone ancora non sanno che in ogni Comune o ASL sono presenti dei consultori familiari, dei presidi multi-professionali di prevenzione e assistenza sanitaria, psicologica e sociale pensati per l’individuo e la famiglia che si trovano in difficoltà in varie fasi della vita. Nei consultori familiari lavorano ginecologi, andrologi, assistenti sanitari, ostetriche, infermiere professionali, psicologi, assistenti sociali e avvocati. Le attività e i servizi dei consultori familiari sono organizzati secondo il lavoro di équipe di vari professionisti, che collaborano al fine di aiutare tutti i cittadini a far fronte ai loro bisogni e a garantire la tutela della salute.
Ma vediamo di capire di più…

Aborti clandestini: medico in manette a Vicenza

 Un 49enne medico di Grumolo delle Abbadesse (Vicenza) è stato tratto in arresto dai Carabinieri di Vicenza per interruzione volontaria della gravidanza in struttura non idonea, falso ideologico e favoreggiamento della prostituzione. L’uomo, un ginecologo, in servizio all’ospedale di Arzignano, sempre nel vicentino, avrebbe allestito in casa sua un piccolo ambulatorio dove sostanzialmente operava aborti clandestini. Secondo quanto emerso dalle indagini, l’abitazione veniva utilizzata come una sorta di ospedale: le donne venivano per terminare gravidanze indesiderate, il medico interveniva, si liberava dei feti gettandoli nello scarico del bagno, e, in caso di complicazioni, ospitava le pazienti in casa. In base a quanto scoperto dai Carabinieri ogni intervento costava fino a 1500 euro.

Prevenzione aborto: a chi rivolgersi per gli aiuti economici

 Nel 2009 hanno chiesto e ottenuto aiuti economici in più di 1.600. Sono tante le mamme col pancione in difficoltà a Milano. Donne che devono fare i conti con ristrettezze economiche e tanta paura per il futuro che, nel caso delle straniere clandestine, è amplificata da quella di essere scacciate dall’Italia. “Non è così. Le mamme in attesa non hanno nulla da temere. Perché per la legge italiana la vita viene prima di tutto“. A rassicurarle è l’assessore alla Famiglia, scuola e politiche sociali, Mariolina Moioli, che da Palazzo Marino ha annunciato la distribuzione di una brochure in italiano e in 7 lingue straniere (inglese, francese, spagnolo, cinese e presto anche in russo, rumeno e arabo) in cui si indicano brevemente i servizi a cui chiedere aiuto e le tutele a cui si ha diritto durante la gravidanza.

Stress da 11 settembre: aumento di aborti in Usa per i feti maschi

 Non solo terrore, distruzione e vittime causate dal disastro. Lo stress scatenato dagli attacchi al World Trade Center l’11 settembre 2001 avrebbe provocato negli Usa un aumento di aborti, ma solo per i feti di sesso maschile. Lo rivela uno studio americano, pubblicato sul ‘BioMed Central Journal’. Secondo la ricerca, almeno il 12% in più di maschietti ancora nel pancione ha perso la vita nel settembre 2001 dopo la 20esima settimana di gravidanza, rispetto a un “normale” mese di settembre.

Spot informativo sull’aborto in Gran Bretagna: è polemica

Uno spot commerciale sull’aborto andrà in onda questa settimana sulla televisione britannica, fra le polemiche delle associazioni pro-vita che hanno già chiesto di bandirlo, riporta il ‘Daily Mail’. Il filmato della Marie Stopes Organisation sarà trasmesso da Channel 4 nel Regno Unito a eccezione dell’Irlanda del Nord, dove l’aborto è ancora illegale. L’associazione, che viene finanziata dal Servizio sanitario nazionale inglese, effettua ogni anno 65 mila aborti l’anno.

Arrivano in Italia le prime confezioni della pillola abortiva Ru486

 Le prime confezioni sono arrivate qualche giorno fa in Italia. Stiamo parlando delle prime confezioni della pillola abortiva Ru486 che sono state depositate nel magazzino DHL di Settala, in provincia di Milano. Tra poco circa 2000 scatole verranno messe in vendita concludendosi così la travagliata storia cominciata circa 20 anni fa, di uno dei farmaci più contestati e controversi di sempre. Sono serviti ben settecento giorni di istruttoria per il via libera definitivo da parte dell’Aifa (l’agenzia per il farmaco).

L’azienda francese Exelgyn che produce il farmaco ha tradotto i foglietti illustrativi in italiano ed ora anche i reparti di ginecologia che ne faranno richiesta potranno avere il farmaco: “Possiamo prendere le ordinazioni già questa settimana. Verificheremo che la domanda provenga da una struttura ospedaliera e in quarantott’ore faremo recapitare la Ru486“, sottolinea Marco Durini, direttore medico di Nordic Pharma Italia, distributore della pillola abortiva nel nostro paese.

La diagnosi prenatale: la villocentesi

La villocentesi dovrebbe essere eseguita dopo la 10° settimana di gestazione, quindi all’inizio del terzo mese, per evitare di provocare delle lesioni al bambino. Si tratta del prelievo dei villi coriali per esaminare il cariotipo, cioè l’assetto cromosomico fetale, al fine di valutarne la normalità o, al contrario, la presenza di anomalie. Con questo esame si può diagnosticare la sindrome di Down, quindi è molto importante che le mamme si sottopongano alla villocentesi. Il rischio di aborto è bassissimo (1%) ed è meno invasiva dell’amniocentesi.

Quando non è possibile fare sesso in gravidanza

 Durante la gravidanza è possibile fare sesso, ma con le opportune precauzioni. Fermo restando che il bambino dentro alla pancia della sua mamma è ben protetto dal liquido che lo circonda e dal sacco che lo contiene, questi è separato dal canale in cui avviene il rapporto da un tappo di muco, oltre che dalla sua naturale posizione.

Anche le contrazioni che la mamma può avvertire durante l’orgasmo non fanno male al bambino e non hanno niente a che vedere con quelle del travaglio.