Pediatria: l’ars medica dei giorni nostri

Robert Koch (1843-1910) il 24 maggio 1882 annuncia la scoperta del bacillo tubercolare mettendo definitivamente in evidenza la realtà microbica e contagiosa della tubercolosi, vero flagello dell’umanità. Nel 1907 Clemens von Pirquet, padre dell’immunologia, mette a punto il metodo della reazione alla tubercolina, perfezionata l’anno dopo da Moro e da Mantoux. Importantissimo è l’apporto alla terapia della tubercolosi dell’italiano Carlo Forlanini, che nel 1882 propone e attua il primo pneumotorace per la cura delle forme polmonari. Theodor Escherich (1857-1911) ha condotto numerosissime ricerche cliniche e batteriologiche, soprattutto sulla flora intestinale dei lattanti, scoprendo quel batterium coli, cui è stato dato il suo nome, e lo streptococco enterico dei bambini. Charles Michel Billard (1800-1832), allievo di Giovanni Battista Morgagni, è considerato il fondatore dell’ anatomia patologia pediatrica.

Pediatria: il bambino al centro di tutto

 Nel XIX secolo la medicina conosce la specializzazione e la pediatria diventa una delle più importanti, proprio a causa del nuovo approccio alle discipline mediche fondato su osservazioni e formulazioni teoriche: chimiche, biologiche, anatomo-patologiche. Il bambino, sia nello stato fisiologico sia in quello patologico, è un’entità biologica a sé, che richiede una più razionale definizione delle norme igieniche, dei suoi bisogni alimentari, dei metodi profilattici di prevenzione delle sue malattie. Uno dei primi progressi registrati dalla puericultura del secolo scorso riguarda l’alimentazione: tale progresso è reso possibile dalla più esatta e approfondita conoscenza chimica degli alimenti.

Pediatria: dal Rinascimento ai tempi moderni

 Anche la pediatria subisce nel Rinascimento, al pari delle altre branche della medicina, una spinta innovatrice, specialmente per merito di medici italiani tra cui Mercuriale (1530-1606). Egli fu nominato lettore presso la cattedra di medicina dell’Università di Padova, insegna medicina teorica a Bologna, per poi passare all’Università di Pisa e il suo nome figura tra i docenti della Sapienza di Roma. Tra le sue opere le principali che riguardano la pediatria sono De morbis puerorum (1583) e il Nomothelasmus seu ratio lactandi infantes (1522). Il De morbis puerorum è considerato un vero e proprio trattato, diviso in tre libri, dei quali il primo si occupa delle malattie esterne, il secondo di quelle interne e il terzo di elmintiasi e di tutti i disturbi che a esse sono correlate. Il Nomothelasmus seu ratio lactandi infantes è un libriccino che, pur contando solo sedici pagine, può essere considerato un piccolo trattato di pediatria. Altri medici importati che si occupano di pediatria in questo periodo sono Lionello de Vittori, Jacopo Troncone e Ognibene Ferrari, il quale oltre ad esporre nozioni già diffuse all’epoca scrive il De medicina infantium, riportando la descrizione di alcuni oggetti innovativi come il tiralatte in vetro e una piccola carriola per far muovere i primi passi all’infante.

Pediatria: cos’è e com’é nata

Oggi non potremmo farne senza: la pediatria è una branca della medicina che si occupa dello sviluppo psicofisico dei bambini e della diagnosi e terapia delle malattie infantili. La neonatologia è la parte della pediatria che si occupa dei neonati entro il primo mese di vita. La cooperazione tra pediatria e ostetricia permette di prevenire le malformazioni del feto e di curare le malattie dalla nascita.
Ma quando nasce la pediatria? A partire dal Rinascimento le infermità dei bambini iniziano ad essere considerate separatamente. Durante l’Età Moderna cominciano ad aprirsi centri dedicati allo studio delle malattie infantili.
Nel XIX secolo in Europa (in particolare in Francia e Germania) e nel nord America si creano i primi ospedali pediatrici moderni. Vediamo di saperne di più…

Aborti clandestini: medico in manette a Vicenza

 Un 49enne medico di Grumolo delle Abbadesse (Vicenza) è stato tratto in arresto dai Carabinieri di Vicenza per interruzione volontaria della gravidanza in struttura non idonea, falso ideologico e favoreggiamento della prostituzione. L’uomo, un ginecologo, in servizio all’ospedale di Arzignano, sempre nel vicentino, avrebbe allestito in casa sua un piccolo ambulatorio dove sostanzialmente operava aborti clandestini. Secondo quanto emerso dalle indagini, l’abitazione veniva utilizzata come una sorta di ospedale: le donne venivano per terminare gravidanze indesiderate, il medico interveniva, si liberava dei feti gettandoli nello scarico del bagno, e, in caso di complicazioni, ospitava le pazienti in casa. In base a quanto scoperto dai Carabinieri ogni intervento costava fino a 1500 euro.

Fumo in gravidanza: il bebé rischia tumori per tutta la vita

Bimbi di mamme fumatrici condannati ai tumori per tutta la vita. E’ questo il risultato di una recente ricerca sui danni del fumo in gravidanza, danni che marchieranno la vita del nascituro per tutta la sua esistenza. Tutti sanno perfettamente che fumare fa male, e tutte le donne sanno che fumare in gravidanza rischia di nuocere alla salute del piccolo. Eppure il 20% delle future mamme fumatrici non riesce a smettere pur consapevole dei danni che il feto può subire. Certamente il fumo rappresenta una vera e propria dipendenza dalla quale è sempre molto difficile liberarsi, ma se siete forti fumatrici e state per diventare mamme, vale senz’altro la pena di impegnarvi con tutte voi stesse per dire no alle sigarette, almeno per tutto il periodo della gestazione e, naturalmente, dell’allattamento (senza dimenticare comunque i rischi legati al fumo passivo a cui esporreste i bambini ricominciando).

Malattie rare infantili: dalle staminali una cura per malattia della pelle

 Per la prima volta sono state usate con successo le cellule staminali prelevate dal midollo spinale per ‘riparare’ la pelle di decine di bambini affetti da una rarissima e dolorosissima malattia per cui non esiste alcuna cura. Si tratta della ‘epidermolisi bollosa distrofica recessiva’, che causa la continua vescicazione della pelle e di solito e’ letale. Tra le zone piu’ colpite la bocca e l’esofago. Cio’ rende un martirio il semplice nutrirsi. Tra il 2007 e il 2009 i dottori John Wagner e Jakub Tola dell’Universita’ del Minnesota hanno trattato sei bambini con RDEB, di eta’ compresa tra 15 mesi e 14 anni, con chemioterapia e trapianti di staminali dal midollo.