Diversi tipi di pianto nel neonato e nel lattante

 Il bambino, neonato e lattante, esprime col pianto un problema, un disagio. Esistono diversi tipo di pianto, tanti quanti sono i motivi di disagio del bambino neonato e lattante, caratterizzati da diverse modulazioni di frequenza e di intensità di pianto e stress.
Il pianto da fame è caratterizzato da un’esplosione violenta e prepotente. In caso di pianto per fame è importante nutrire prontamente il bambino per evitare che si manifestino in lui angoscia, sensazione di abbandono e punizione e i dolori tipici dati dalla mancanza di cibo.
E’ facile evitare il pianto per fame essendo presenti e vigili e monitorando i tempi scelti dal bambino per alimentarsi. La madre deve essere sempre presente per sfamare il neonato o il lattante e deve farlo comunicandogli serenità, gioia e disponibilità se vuole vedere crescere sano il suo bambino, ma deve anche essere attenta a non trasmettergli ansia con un comportamento eccessivamente apprensivo. Il padre, in questa fase, deve sostenere la madre trasmettendo in lei serenità, amore e attenzioni.

Psicologia scolastica: in Italia gli studenti sono abbandonati a loro stessi

 Studenti italiani ‘abbandonati’ a loro stessi. Nelle nostre classi, gli alunni, specie quelli con qualche disagio comportamentale, trovano scarso supporto e poche risposte ai problemi. Manca, in poche parole, un servizio di psicologia scolastica all’altezza. Solo il 5% degli psicologi italiani è infatti inserito nell’area educativa. Circa 1.500 professionisti, per di più impiegati per periodi di tempo piuttosto limitati. Troppo poco, soprattutto alla luce di quanto succede negli altri Paesi europei, dove a lavorare stabilmente nelle scuole, a sostegno dei ragazzi, è circa il 20% degli psicologi.

Lo sport, un divertimento per il bambino e un’esperienza di vita

 Correre, nuotare, giocare a calcio o danzare. Non importa cosa si fa, l’importante e’ muoversi. Secondo Marco Cappa, direttore del dipartimento di endocrinologia e diabetologia dell’ospedale pediatrico del Bambino Gesu’ di Roma nel Salone d’onore del Coni per la Giornata mondiale del diabete, “il bambino deve fare lo sport che vuole perche’ si deve divertire“.
Lo sport e’ fondamentale nel mondo pediatrico – spiega Cappa – dove stiamo assistendo a un fenomeno grave, quello dell’obesita’ infantile che sta diventando una pandemia. L’attivita’ fisica diventa la ‘conditio sine qua non’ per cercare di risolvere questo problema sociale. E la ‘prescrizione’ dell’attivita’ fisica deve essere bagaglio culturale del medico pediatra che ha in cura il bambino e il giovane con diabete“.

Bimbi autistici: meno stress se in casa c’è un cane

Avere un cane in casa diminuisce lo stress dei bambini autistici, e li aiuta a vivere meglio. Lo ha scoperto uno studio canadese pubblicato dalla rivista Psychoneuroendocrinology, in cui cani addestrati in maniera specifica sono stati forniti a 42 famiglie con un figlio affetto dalla patologia. I ricercatori hanno misurato il livello degli ormoni associati allo stress nei bimbi prima e dopo l’introduzione del cane, che era stato addestrato per tre mesi principalmente a rimanere calmo in caso di crisi del bambino, e chiesto ai genitori di compilare un questionario sul comportamento e sui problemi legati alll’autismo.

I bimbi nati da parto cesareo sono più tranquilli: ecco perché

I bambini nati con il cesareo sono piu’ calmi di quelli nati con il parto naturale. Lo afferma uno studio su 4mila bambini pubblicato dalla rivista BJOG: An International Journal of Obstetrics and Gynaecology. Gli autori dell’Institute of Reproductive and Child Health di Pechino, sono arrivati alla conclusione intervistando i genitori dei bimbi in eta’ prescolare sul comportamento dei figli e incrociando le risposte con il metodo di nascita. Il parto naturale e’ risultato peggiore del cesareo, mentre gli effetti piu’ grandi sono stati rilevati per i bimbi nati con un parto naturale assistito dal ‘forcipe’.

Giochi all’aperto, cose da tempi andati. Ai bambini manca la libertà di muoversi e tempo libero

Niente più bambini nelle strade delle città italiane. Quella che potrebbe sembrare la naturale evoluzione della vita moderna è uno dei motivi alla base dei disagi degli adolescenti di oggi: abuso di alcol e droghe, suicidi, bullismo potrebbero essere spiegati anche dal fatto che “ai nostri piccoli manca oggi la libertà di movimento e il tempo libero“. A parlarne è stato Francesco Tonucci, responsabile dell’Istituto di scienza e tecnologia del Cnr e del progetto internazionale ‘Città dei bambini’ del Cnr, intervenendo a Roma al 66esimo Congresso della Società italiana di pediatria (Sip).

Parlare di sesso ai bambini: i consigli dello psicologo

 Solo a pensarci, a molte viene il mal di testa. Come e quando affrontare l’argomento più spinoso tra genitori e figli? Ecco i suggerimenti di Leopoldo Mancaniello, psicoterapeuta esperto in sessualità a Verona, per conto di Psychologies.

Mantenere un dialogo nel tempo
Fin dai primi anni di età è importante avere un atteggiamento naturale quando si parla di sesso. È fondamentale infatti che la sessualità diventi un argomento senza tabù nel processo educativo e che la sfera sessuale sia sempre collegata a quella sentimentale. Mantenere un dialogo nel tempo aiuta infatti i bambini ad ascoltare la propria energia vitale per riuscire a vivere con consapevolezza una sessualità serena e armoniosa.

Cogne bis: riparte il processo sull’omicidio di Samuele

 Non sono stata io a ucciderlo e lo ripeto e mi porto dietro un trauma come madre a cui devo reagire per andare avanti“. Sono queste le parole di Annamaria Franzoni, riferendosi al figlio Samuele, in alcune dichiarazioni spontanee al termine dell’udienza del processo Cogne bis, in cui e’ imputata per calunnia nei confronti dell’ex vicino di casa, Ulisse Guichardaz, da lei accusato nel 2004 per l’omicidio del piccolo Samuele. “E’ un contesto – ha aggiunto – che non ti da’ tregua. Non mi sono mai sentita riconosciuta come una madre che ha avuto un grave dolore, e questo fa male“.

Mode giovanili: 3 ragazzi su 10 hanno piercing e tatuaggi

 Piercing e tattoo piacciono e sono sempre più diffusi tra i giovani. Tra gli adolescenti infatti ben il 31,3% ha un piercing e l’11,3% un tatuaggio, mentre negli universitari i valori sono più alti, con il 33% che ha un buco e il 24,5% un tatuaggio. A rilevarlo è uno studio dell’università Parthenope di Napoli, presentato oggi al convegno della Società italiana di igiene (Siti) a Venezia, condotto su un campione di 9.322 studenti adolescenti e universitari. In generale il piercing è più frequente nel sesso femminile, e l’età in cui si decide di lasciare un segno indelebile sulla propria pelle è abbastanza precoce: 13 anni per il piercing e 15 per il tatuaggio negli adolescenti. La motivazione più frequente (25,7%) è perche “sono di moda” tra i giovani, mentre per i più grandi è il “non so” (22,4%).

Psicologia dei bambini: l’amico immaginario

 A molti sarà di certo capitato di vedere il proprio bimbo parlare da solo o giocare con il suo amico immaginario. Niente paura, non solo non si tratta di niente di grave, ma l’amico immaginario talvolta può essere un modo per il bambino di esplorare la realtà con la fantasia. Ecco cosa suggerisce a tal proposito il Dott. Massimo Sidoti, psicopedagogista della redazione di www.exducere.com.
Un grande aiuto che possiamo dare ai nostri figli è la compagnia di altri bambini per giocare: talvolta i bambini hanno bisogno di confrontarsi con bambini più grandi per sviluppare la loro fantasia. Il mancato contatto con bambini più grandi determina il far nascere del desiderio di avere un amica o amico che dia loro esperienze di relazioni sociali“.