Befana: come creare la scopa scaccia-guai

 La festa della Befana può essere un’occasione divertente per una vera e propria festa casalinga, coinvolgendo i bambini per i preparativi della calza, dei dolci e… della scopa scaccia-guai: è sempre bene possederne una in casa, da posizionare dal 6 gennaio per tutto l’anno preferibilmente dietro la porta. Ci spiega come fare il sito Amando.it, dove potrete trovare altre carinissime idee per questa ed altre feste.

Occorrente
Una scopa di saggina (vera a grandezza naturale)
Una bomboletta spray color oro
Rametti di agrifoglio
Nastri di velluto rosso e dorato
Frutta di bosco di plastica o silicone
Forbici e nastro adesivo

Pippi cerca-cose -parte ottava-

 “Siete dei bei vigliacchi!” disse infine Pippi. “Prima vi buttate in cinque su un ragazzo solo; poi cominciate anche a dare degli spintoni a una povera ragazzina indifesa. Bah, che porcheria! E ora andiamocene a casa!” disse a Tommy e Annika. E, rivolta a Ville: “Se ci si riprovano, a dartele, non hai che da avvertirmi”. E a Bengt, che non osava muoversi dall’albero: “Se hai qualcos’altro da aggiungere a proposito dei miei capelli e delle mie scarpe, spicciati perché devo tornare a casa”. Ma parve che Bengt non avesse nulla da aggiungere sulle scarpe di Pippi, e nemmeno sui suoi capelli; allora Pippi raccolse la latta e il rocchetto, e si allontanò, seguita da Tommy e Annika.
Quando furono arrivati nel giardino di casa sua, Pippi disse: “Tesorini miei, come mi dispiace. Io ho trovato due cose meravigliose, e voi siete rimasti a mani vuote. Datevi ancora un po’ da fare. Tommy, perchè non guardi in quel vecchio albero cavo? I vecchi alberi cavi sono dei luoghi ideali per i cerca-cose”.
Tommy borbottò che era convinto che mai, lui e Annika, sarebbero riusciti a trovare qualcosa, ma per non far dispiacere a Pippi infilò una mano nella cavità del tronco.

Pippi cerca-cose -parte settima-

 “Guardate che razza di capelli. Una vera aureola di brace! E le scarpe!” continuò Bengt. “Me ne presteresti una? Avrei voglia di andare a remare al largo, ma non possiedo una barca”.
Afferrò poi una treccia di Pippi, ma la lasciò subito andare strillando: “Ohi, ohi, mi sono scottato!”
Allora i cinque ragazzi si misero a fare il girotondo intorno a Pippi, e saltando gridavano: “Cappuccetto Rosso! Cappuccetto Rosso!”
Pippi se ne stava tranquilla nel mezzo, e sorrideva con la sua aria più affabile. Bengt, che aveva sperato che lei si arrabbiasse, che si mettesse a piangere, o almeno che si spaventasse, visto che prenderla in giso non serviva a nulla, le diede improvvisamente uno spintone.
“A quanto sembra” disse Pippi, “non sei molto galante con le signore”. E così dicendo lo sollevò sulle sue forti braccia, lo trasportò fino ad una betulla che cresceva lì accanto, e infine lo gettò come un sacco su un ramo. Poi prese il secondo ragazzo e lo gettò su un altro ramo, afferrò il terzo e lo piazzò a sedere su un pilastro a lato del cancello di una villa, e il quarto lo scaraventò al di là di una palizzata, così che quello si ritrovò tra l’erbetta fiorita di un giardino sconosciuto.

Pippi cerca-cose -parte sesta-

 In quel medesimo istante il cancello di una villa vicina si spalancò, e ne uscì correndo un ragazzoi. Aveva l’aria molto spaventata, e non c’era nulla di strano, dato che i cinque ragazzi che gli stavano alle calcagna, dopo averlo raggiunto, lo spinsero contro una palizzata e gli saltarono addosso. E tutti e cinque insieme presero a tempestarlo di pugni, mentre lui piangeva e si teneva le braccia sul viso per difendersi.
“dategli addosso, miei prodi” li incitava il più grande e il più forte dei ragazzi, “che non osi più farsi vedere in questa strada!”
“Oh” esclamò Annika, “quello che si prende le botte è Ville, come possono essere tanto cattivi!”
“E’ quello schifoso di Bengt, lui deve sempre menar le mani” disse Tommy. “E in cinque contro uno, poi. Che vigliacchi!”
Pippi si avvicinò ai ragazzi, e con l’indice diede un leggero colpetto sulla spalla di Bengt.
“Senti, tu” disse Pippi, “pare proprio che abbiate intenzione di fare polpette del piccolo Ville, visto che gli state addosso in cinque”.
Bengt si voltò e si trovò di fronte una ragazzina sconosciuta e dall’aria curiosa, che per giunta osava dargli dei colpetti sulla spalla con un dito.

Pippi cerca-cose -parte quinta-

 Lo sguardo che Tommy rivolse alla latta esprimeva chiaramente la sua delusione. “A che cosa vuoi che ci serva!” disse.
“A tutto” ribattè Pippi, “se per esempio ci tieni dei biscotti, diventa una stupenda Scatola-da-Biscotti; oppure non puoi riempirla di biscotti, e allora diventa una Scatola-senza-Biscotti. Naturalmente va peggio”.
E di nuovo esaminò la scatola, che era davvero arruginita in maniera pietosa, e per di più aveva un buco sul fondo.
“Devo ammettere che ha più l’aspetto di una Scatola-senza-Biscotti” disse meditabonda. “Ma si può anche infilarsela in testa e far finta che sia notte”.
E così fece. Con la scatola calata in testa si addentrò barcollando nel quartiere di villette come una piccola torre di latta, e non si arrestò finché, inciampando in un recinto di filo spinato, cadde lunga distesa. La latta, sbattuta così per terra, fece un gran fracasso.
“Vedete” disse Pippi sfilandosela dalla testa, “se non l’avessi indossata, avrei picchiato con la faccia e mi sarei rovinata per la vita”.
“Però” azzardò Annika, “se non avessi avuto la scatola in testa, non saresti inciampata contro il filo spinato”.

Il cioccolato come rimedio per la tosse persistente

 Il cioccolato puo’ aiutare a diminuire la tosse persistente ed entro due anni potrebbe arrivare nelle farmacie britanniche un farmaco basato su un principio attivo estratto proprio dal cacao. Lo riporta il ‘Daily Telegraph’, secondo cui la molecola responsabile dell’effetto e’ la ‘teobromina’, che calma l’infiammazione che provoca la tosse. Il farmaco, spiega il quotidiano, e’ attualmente in sviluppo da parte dell’azienda britannica Seek, che lo sta gia’ commercializzando in Corea del Sud e ha iniziato le procedure per l’introduzione nel Regno Unito.

Pippi cerca-cose -parte quarta-

 Tommy e Annika si misero a osservare attentamente Pippi, per capire quale dovesse essere il comportamento del perfetto cercatore. Pippi correva da un lato all’altro della strada, facendosi solecchio con la mano, e cercava affannosamente. Di tanto in tanto si inginocchiava, frugava tra le assi di uno steccato, poi si fermava delusa. “Che strano, avrei giurato di veder luccicare dell’oro!”
“Ma bisogna proprio raccogliere tutto quello che si trova?” si informò Annika.
“Sì, tutto quello che giace per terra” disse Pippi.
Avevano fatto pochi passi che videro, disteso in un prato, un vecchio signore addormentato di fronte alla sua villa.
“Ecco, quello giace in terra e noi l’abbiamo trovato!” esclamò Pippi. “Quindo prendiamolo!”
Tommy e Annika la guardatrono con gli occhi fuori dalle orbite.
“No, no, Pippi, non possiamo mica portarci via un nonnetto; non si usa” disse Tommy. “E poi, che cosa ne faremmo?”
“Che cosa ne faremmo? Ma si può usare in mille modi!

Pippi cerca-cose -parte terza-

 “Evidentemente qualcuno che si preoccupa di cercare le cose; non vedo che cos’altro potrebbe essere!” disse Pippi, ammucchiando con la scopa la farina sparsa per il pavimento. “Il mondo è pieno zeppo di cose, e ci vuole pure qualcuno che si occupi di sapere che razza di cose siano. Questo è appunto il compito dei cerca-cose”.
“Ma che tipo di cose?” insistette Annika.
“Che ne so, qualsiasi tipo di cose” rispose Pippi, “pepite d’oro, piume di struzzo, topi morti, caramelle con lo scoppino, minuscole viti, e così via”.
Tommy e Annika capirono che doveva trattarsi di un gioco divertente e decisero di improvvisarsi cerca-cose anche loro. Tommy tuttavia precisò che avrebbe preferito trovare una pepita d’oro piuttosto che una minuscola vite.
“Stiamo a vedere” disse Pippi, “qualcosa si trova sempre. Soltanto spicciamoci, se non vogliamo che altri cerca-cose si portino via tutte le pepite d’oro sparse nella zona”.
I tre cercatori si misero dunque all’opera.

Pippi cerca-cose -parte seconda-

 Pippi si precipitò ad aprire. Era tutta bianca dalla testa ai piedi come un mugnaio e, quando strinsa calorosamente la mano a Tommy e ad Annika, li avvolse in una nuvola di farina.
“Sono proprio felice che siate venuti a trovarmi” disse e, scrollando il grembiule, sollevò una seconda nuvola di farina, facendoli tossire.
“Che cosa stai facendo?” chiese Tommy.
“Bè, se ti dicessi che sto pulendo la cappa del camino, tu, astuto come sei, non mi crederesti, tanto vale confessarti subito che sto impastando: Ma presto avrò finito. Intanto potete accomodarvi sul cassone della legna”.
Come sapeva essere svelta Pippi! Tommy e Annika, seduti sul cassone della legna, furono testimoni della furia con cui si precipitò sulla pasta spianata, e della velocità con cui gettò i biscotti nelle teglie e infilò le teglie nel forno. Pareva di essere al cinema.
“Ecco fatto!” esclamò Pippi alla fine, richiudendo lo sportello del forno sulle ultime teglie. “E che cosa si fa adesso?” chiese Tommy.
“Io non so che cosa abbiate intenzione di fare voi” disse Pippi.