Pippi cerca-cose -parte nona-

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E ad Annika: “Perché non provi a cercare nella fessura di quel vecchio ceppo? Non hai idea di quante cose si trovano nei vecchi ceppi”.
Annika cercò dove le era stato indicato, e quasi subito estrasse una collana di coralli, rossa. Per un bel po’ lei e Tommy rimasero imbambolati dallo stupore: E dopo decisero che da quel momento in poi avrebbero fatto i cerca-cose tutti i giorni.
Pippi, che la sera prima era rimasta sveglia fino a mezzanotte a giocare a palla, improvvisamente fu colta da un gran sonno.
“Credo che schiaccerò un pisolino” disse. “Vi dispiacerebbe venire a rincalzarmi le coperte?”
Seduta sull’orlo del letto, Pippi stette a rimirare pensosa le scarpe che si era appena sfilate. “Ah, voleva andare a remare al largo, quel Bengt!” esclamò. “Roba da pazzi!” sbottò sdegnata. “Gli insegno io a remare, la prossima volta!”
“Ma dimmi, Pippi” le chiese Tommy rispettosamente, “perché porti scarpe tanto grandi?”
“Per poter muovere le dita dei piedi” fu la risposta.
Poi Pippi si sdraiò per dormire. Dormiva sempre con i piedi sul cuscino e la testa in fondo al letto, sotto le coperte.

Era Pippi che cantava
“E’ l’uso del Guatemale” affermò. “E’ l’unica maniera veramente comoda di riposare, così si possono roteare le dita dei piedi anche quando si dorme: Voi forse siete capaci di addormentarvi senza ninna-nanna” aggiunse, “ma io no. Devo sempre cantarmela da me, altrimenti non mi riesce di chiudere occhio”.
Tommy e Annika udirono infatti un vago borbottare sotto le coperte. Era Pippi che cantava, fino ad addormentarsi. In silenzio, e stando molto attenti a non disturbarla, uscirono in punta di piedi. Sulla soglia si voltarono, e rivolsero un ultimo sguardo al letto di Pippi, non videro che i suoi piedi posati sul cuscino, mentre le dita roteavano con energia:
Tommy e Annika trotterellarono a casa. Annika teneva in mano la sua collana di coralli. “Però, strano” commentò. “Tommy, non credi che forse… forse Pippi ha nascosto lei, prima, le cose che abbiamo trovato?”
“E chi lo sa” disse Tommy; “non si può mai sapere, quando si tratta di Pippi“.

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