Quando arriva il fratellino? Meglio aspettare almeno un anno per evitare rischi di autismo

 Meglio non avere troppa fretta nel dare un fratellino o una sorellina al proprio figlio. Le donne che mettono al mondo un bambino entro soli 12 mesi da una precedente gravidanza espongono infatti il loro secondo bebè a un rischio triplo di autismo, suggerisce uno studio portato avanti su 663 mila famiglie californiane da un team della Columbia University di New York (Usa), pubblicato sulla rivista ‘Pediatrics’.

Il tempo per riprendersi
L’indagine conferma che l’organismo femminile ha bisogno di un giusto periodo di tempo per riprendersi dai nove mesi di gestazione e che rimanere incinta troppo presto comporta pericoli non indifferenti. Ricerche precedenti avevano già dimostrato che due gravidanze troppo ravvicinate fra loro provocano rischi di parto prematuro e di basso peso del secondo bimbo alla nascita.

Il grande serpente di mare -parte seconda-

 Con tutto quello spavento e quell’agitazione, i milleottocento fratelli si divisero e non si incontrarono più, o meglio non si riconobbero più; solo una decina di loro rimase insieme, e dopo essere rimasti fermi qualche ora, si rimisero dal primo spavento e cominciarono a incuriosirsi.
Si guardarono intorno; guardarono in su e in giù, e sul fondo credettero di vedere quell’oggetto terribile che aveva spaventato loro e tutti gli altri, grandi e piccini. La cosa giaceva sul fondo del mare, lunga fin dove potevano vedere, e molto sottile, ma loro non sapevano quanto si sarebbe potuta ingrossare o quanto forte fosse. Se ne stava lì ferma, ma loro pensarono che lo facesse per malizia.
«Lasciatela stare, lasciatela stare! A noi non interessa!» disse il più prudente di quei pesciolini. Ma il più piccolo non volle rinunciare a capire che cosa fosse quell’oggetto; era venuto dall’alto, quindi là in alto avrebbero forse potuto sapere qualcosa; così nuotarono verso la superfìcie del mare: il tempo era molto bello.

Il grande serpente di mare -parte prima-

 C’era una volta un pesciolino di mare di buona famiglia; il nome non me lo ricordo, ma te lo possono dire gli esperti. Quel pesciolino aveva milleottocento fratelli, tutti uguali a lui; non conoscevano né il padre né la madre e dovettero immediatamente provvedere a se stessi e nuotare qua e là, ma per loro era un gran divertimento. Avevano abbastanza acqua da bere, tutto l’oceano, e al cibo non pensavano, lo trovavano comunque! Ognuno avrebbe seguito la propria inclinazione, ognuno avrebbe avuto una sua storia; ma a questo nessuno di loro pensava.
Il sole brillava sull’acqua che luccicava intorno a loro, era trasparente, un mondo pieno di figure stranissime, alcune spaventosamente grosse, con fauci enormi, che avrebbero potuto ingoiare tutti i milleottocento pesciolini, ma loro non ci pensavano neppure: nessuno di loro era ancora stato ingoiato.

I fiori della piccola Ida -parte sesta-

 Poi giunsero molti altri fiori e ballarono tutti insieme, le violette azzurre e le margheritine rosse, le margherite e i mughetti. E tutti si baciavano tra loro, erano così carini da vedere!
Alla fine si augurarono la buona notte e anche la piccola Ida se ne tornò nel suo lettino, dove sognò tutto quello che aveva visto.
Quando il mattino dopo si alzò, andò subito al tavolino per vedere se i fiori erano ancora li, tirò le tendine del letto e, sì c’erano tutti, ma erano completamente appassiti, molto più che il giorno prima. Sofia era nel cassetto, dove l’aveva messa lei, e appariva molto assonnata.
“Ti ricordi che cosa mi dovevi dire?” chiese la piccola Ida, ma Sofia aveva l’aria molto stupida e non disse una parola.
“Non sei affatto buona” disse Ida “eppure hanno ballato tutti con te.”

I fiori della piccola Ida -parte quinta-

 Il frustino di carnevale continuò a danzare e il consigliere non poteva non danzare con lui; che si facesse ancora lungo lungo o restasse il bambolotto di cera con il cappello enorme, non serviva proprio a niente. Allora furono gli altri fiori a chiedere che potesse smettere, soprattutto quelli che avevano riposato nel letto della bambola, e così il frustino di carnevale si fermò. Contemporaneamente si sentì bussare forte nel cassetto, dove la bambola di Ida, Sofia, si trovava con molti altri giocattoli; il bruciafumo corse fino al bordo del tavolo, si affacciò, appoggiato sulla pancia, e aprì un pochino il cassetto. Sofia si alzò in piedi e si guardò intorno meravigliata. “Qui c’è un ballo!” disse “perché nessuno me l’ha detto?”
“Vuoi ballare con me?” chiese il bruciafumo.

Le canzoni dei cartoni animati: Sailor Moon, la luna splende

 SAILOR MOON, LA LUNA SPLENDE

(Sailor Moon)
(Sailor Moon)

Luna e stelle
fan le notti piu` belle risplendendo lassu`
notti chiare
per sognare

(Sailor Moon)

Luna piena
notte dolce e serena per chi dorme quaggiu`
Sailor Moon dalla luna
tu ci veglierai e combatterai
per la liberta`

Sailor Moon
chi ci difende
sei ancora tu
Sailor Moon la luna splende

al tuo cuore si arriva con la verita`
bianca come la luna nell’oscurita`
paladina di pace per l’umanita`
Sailor Moon Sailor Moon Sailor Moon

Cartoni animati: Sailor Moon

 Sailor Moon, letteralmente “la bella ragazza guerriera Sailor Moon”, è una popolare serie mahō shōjo giapponese creata da Naoko Takeuchi agli inizio degli anni novanta ed esportata in numerosi paesi esteri. La serie prende il nome dalla divisa alla marinaretta, indossata dalle guerriere nella serie, che è una rielaborazione della divisa scolastica femminile obbligatoria in molte scuole giapponesi.
La serie getta le basi con il manga Codename: Sailor V del 1991, per poi nascere ufficialmente con Bishōjo senshi Sailor Moon, pubblicato dalla Kōdansha sulla rivista Nakayoshi, e in seguito raccolto in 18 tankōbon. La vera fama fu però raggiunta con la trasposizione animata, diventata una fra le più note espressioni della cultura pop giapponese del mondo, nonché uno dei maggiori successi dell’animazione giapponese su scala planetaria lungo gli anni novanta, presso il pubblico infantile, adolescenziale e di giovani adulti appassionati dell’animazione giapponese. La serie anime è composta infatti da 5 serie televisive, per un totale di 200 episodi, 3 film cinematografici e diversi special televisivi.
Dopo la conclusione della serie animata, Sailor Moon sfociò in una trasposizione teatrale, Sailor Moon, e in una serie televisiva live action, Pretty Guardian Sailor Moon. Come ogni altra serie, Sailor Moon ha ispirato videogiochi, action figure, album e molto altro merchandising.

Un sorriso per i piccoli malati di cancro: con un sms si sostengono i medici clown

 Un sms per aiutare i clown dottori al fianco dei bambini colpiti da un tumore. Grazie al progetto ‘Un sorriso per i piccoli malati di cancro‘, fino al 30 gennaio è possibile sostenere la Fondazione Theodora nella sua missione: “Garantire la visita dei Dottor Sogni agli oltre 8 mila bambini ricoverati in ospedale e che affrontano, ogni giorno, la lunga e difficile battaglia contro questa terribile malattia“. Per contribuire basta inviare un messaggino al numero 45502 da tutti i cellulari personali Tim, Vodafone, Wind, 3 e CoopVoce, o chiamare lo stesso numero da rete fissa Telecom Italia e Fastweb, per donare 2 euro e regalare così un sorriso a un piccolo paziente.

I fiori della piccola Ida -parte quarta-

 Non c’era luce là dentro, ma ugualmente la stanza era luminosa, la luna brillava attraverso la finestra fino in mezzo al pavimento! Era quasi come se fosse giorno. Tutti i giacinti e i tulipani erano allineati in due file sul pavimento, non ce n’erano più alla finestra, i vasi erano tutti vuoti. Sul pavimento i fiori ballavano girando tra di loro, facevano catene ordinate e si tenevano per le lunghe foglie verdi, quando ruotavano.
Al pianoforte sedeva un grande giglio giallo, che Ida di sicuro aveva visto quell’estate perché ricordava bene che lo studente aveva detto: “Oh, come assomiglia alla signorina Line!”, ma tutti lo avevano preso in giro; ora invece anche Ida pensava che il lungo fiore giallo assomigliava alla signorina, e si muoveva allo stesso modo mentre suonava, piegava il viso allungato prima da un lato e poi dall’altro, segnando il tempo della musica.

I fiori della piccola Ida -parte terza-

 La piccola Ida pensava invece che era così divertente quel che lo studente raccontava dei suoi fiori, e ci pensò a lungo. Se i fiori avevano la testa piegata perché erano stanchi di aver ballato tutta la notte, erano sicuramente malati. Così li prese e li portò da tutti i suoi giocattoli, sistemati su un grazioso tavolino col cassetto pieno di cianfrusaglie. Nel letto della bambola c’era la bambola, Sofia, che dormiva, ma la piccola Ida le disse: “Adesso devi alzarti, Sofia, e accontentarti di stare nel cassetto per questa notte; i poveri fiori sono malati e devono sdraiarsi nel tuo letto, così forse guariranno”, e sollevò la bambola che la guardava di traverso ma non disse una parola, perché era molto arrabbiata di non poter stare nel suo letto.
Poi Ida mise i fiori nel lettino della bambola, li coprì per bene con la coperta e disse che dovevano stare tranquilli: avrebbe preparato del tè per loro, così sarebbero guariti e si sarebbero alzati di nuovo l’indomani.