Il grande serpente di mare -parte seconda-

di Redazione Commenta

Con tutto quello spavento e quell’agitazione, i milleottocento fratelli si divisero e non si incontrarono più, o meglio non si riconobbero più; solo una decina di loro rimase insieme, e dopo essere rimasti fermi qualche ora, si rimisero dal primo spavento e cominciarono a incuriosirsi.
Si guardarono intorno; guardarono in su e in giù, e sul fondo credettero di vedere quell’oggetto terribile che aveva spaventato loro e tutti gli altri, grandi e piccini. La cosa giaceva sul fondo del mare, lunga fin dove potevano vedere, e molto sottile, ma loro non sapevano quanto si sarebbe potuta ingrossare o quanto forte fosse. Se ne stava lì ferma, ma loro pensarono che lo facesse per malizia.
«Lasciatela stare, lasciatela stare! A noi non interessa!» disse il più prudente di quei pesciolini. Ma il più piccolo non volle rinunciare a capire che cosa fosse quell’oggetto; era venuto dall’alto, quindi là in alto avrebbero forse potuto sapere qualcosa; così nuotarono verso la superfìcie del mare: il tempo era molto bello.

Un vagabondo marino
Incontrarono un delfino; questo è un tipo strano, un vagabondo marino in grado di fare le capriole sulla superfìcie del mare; ha gli occhi per guardare e quindi doveva aver visto qualcosa e poter dare informazioni; glielo chiesero ma quello pensava solo a se stesso e alle sue capriole: non aveva visto nulla, non sapeva cosa rispondere e quindi tacque dandosi molta importanza.
Allora si rivolsero alla foca, che stava per buttarsi in acqua; quella fu più gentile, nonostante mangi i pesciolini! quel giorno era sazia. E ne sapeva un po’ di più di quel pesce saltatore.

Era in loro potere
«Per molte notti sono rimasta sulla pietra umida guardando verso la terra, a molte miglia da qui, dove si trovano creature astute che nella loro lingua si chiamano uomini; quelli ci tendono insidie, ma la maggior parte delle volte riusciamo a sfuggire loro; l’ho capito io e l’ha capito anche quell’anguilla di cui voi chiedete notizie. Era in loro potere, è rimasta sulla terra ferma per moltissimo tempo, poi da lì l’hanno portata su un’imbarcazione per trasportarla in un altro paese molto lontano. Io ho visto che fatica hanno fatto, ma ci sono riusciti; forse quella si era indebolita a stare sulla terraferma. La arrotolarono in cerchi e ghirlande, sentii come si scuoteva quando la posavano, ma riuscì a sfuggire. Gli uomini la tennero con tutte le loro forze, molte mani la tennero stretta ma quella scivolò giù verso il fondo; ora si trova là, immagino, per il momento!»
«È molto sottile!» dissero i pesciolini.

Fiaba di Hans Christian Andersen

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