I fiori della piccola Ida -parte quinta-

di Redazione Commenta

Il frustino di carnevale continuò a danzare e il consigliere non poteva non danzare con lui; che si facesse ancora lungo lungo o restasse il bambolotto di cera con il cappello enorme, non serviva proprio a niente. Allora furono gli altri fiori a chiedere che potesse smettere, soprattutto quelli che avevano riposato nel letto della bambola, e così il frustino di carnevale si fermò. Contemporaneamente si sentì bussare forte nel cassetto, dove la bambola di Ida, Sofia, si trovava con molti altri giocattoli; il bruciafumo corse fino al bordo del tavolo, si affacciò, appoggiato sulla pancia, e aprì un pochino il cassetto. Sofia si alzò in piedi e si guardò intorno meravigliata. “Qui c’è un ballo!” disse “perché nessuno me l’ha detto?”
“Vuoi ballare con me?” chiese il bruciafumo.
“Sì, sei proprio il tipo giusto con cui ballare!” gli disse, e gli voltò le spalle. Poi sedette sul cassetto e pensò che uno dei fiori sarebbe certo andato a invitarla, ma nessuno andò; allora tossì un po’ hm, hm, hm! ma anche con questo non andò nessuno. Il bruciafumo se ne ballava da solo e non era affatto male!

Lei non si era fatta male
Dato che nessuno dei fiori sembrava guardarla Sofia si lasciò cadere dal cassetto giù sul pavimento, così ci fu una gran confusione; tutti i fiori corsero lì e la circondarono e le chiesero se s’era fatta male, e furono molto gentili con lei, soprattutto quelli che avevano usato il suo letto; lei non si era fatta male, e tutti i fiori di Ida la ringraziarono per il comodo letto e si occuparono di lei, la misero in mezzo al pavimento, dove la luna splendeva, e danzarono con lei, e tutti gli altri fiori le fecero cerchio intorno: ora Sofia si divertiva proprio! E disse che potevano tenere ancora il suo letto, perché a lei non costava nulla stare nel cassetto.

Ti ringraziamo molto
Ma i fiori risposero: “Ti ringraziamo molto, ma non vivremo a lungo; domani saremo morti: riferisci alla piccola Ida che ci seppellisca nel giardino, dove giace il canarino, così cresceremo di nuovo per l’estate e saremo ancora più belli!”.
“No, non potete morire!” disse Sofia e baciò i fiori; nello stesso istante si aprì la porta del salone e entrò danzando una gran quantità di fiori bellissimi; Ida non immaginava da dove venissero. Erano certo tutti i fiori del castello del re. Per prime giunsero due belle rose, che portavano piccole corone d’oro in testa; erano un re e una regina, poi seguivano le più belle violacciocche e i garofani più graziosi, e salutavano da ogni parte. Avevano con loro anche un’orchestrina, grandi papaveri e peonie soffiavano nei baccelli dei piselli ed erano tutti rossi in viso, i giacinti azzurri e i bianchi bucaneve suonavano come avessero avuto addosso delle campanelline. Facevano una bella musica.

Fiaba di Hans Christian Andersen

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