La Befana è per tutti noi una scusa per regalare qualche dolce e qualche giocattolo in più ai nostri figli. Anche solo per mettere il sorriso sulla loro faccia. Ma qual è la storia di questa vecchietta buona?
La storia della Befana
Non molti lo sanno, ma la storia della Befana inizia molto prima di quel che pensiamo. E più precisamente in epoca preromana quando la gente, approfittando del solstizio d’inverno, cercava di comunicare con la divinità e rendere propizio il proprio raccolto. Tradizioni che sono perdurate a tal punto che i romani, ritenevano che nelle 12 notti successive al solstizio d’inverno vi fossero delle figure femminili che volavano vaganti sui campi.
Qualcosa che ricorda senza dubbio ciò che la Befana fa ogni 6 gennaio per portare i doni ai bambini. Tradizionalmente la Befana è collegata alla figura dei re Magi e ai doni che portarono a Gesù bambino a Betlemme. Anche se il cattolicesimo per molto tempo non fece propria questa tradizione di origine pagana. Essa venne accettata solo a partire dal medioevo dove le venne data una connotazione religiosa.
La Befana porta i bambini dolci e giocattoli: questo è un compito che le abbiamo dato noi, ispirandoci proprio ai Magi. Sono ormai secoli che durante la festa dell’Epifania, proveniente dal greco manifestazione, vengono regalati dolci e giochi ai bambini buoni e carbone a quelli che sono stati cattivi. La cosa interessante è che il carbone in realtà, seppur inteso qui come una punizione, è un segno di buon auspicio. Esso richiama infatti i falò che in epoca pagana venivano accesi per celebrare l‘abbondanza del raccolto.
Può essere una festa educati
Per i genitori la Befana può rappresentare sì l’ennesima occasione per viziare i propri figli, ma allo stesso tempo può avere una funzione educativa se sfruttata nel modo giusto. Soprattutto con i bambini in età scolare. Dove la festa può rappresentare un’occasione per far comprendere loro sia l’importanza del buon comportamento che il valore di ciò che ricevono.
Piccola nota di colore: la Befana è rappresentata come una vecchietta rattoppata e vestita di stracci perché personificazione dell’inverno in senso femminile. Ma dobbiamo stare attenti a non confonderla con le streghe sebbene, tradizionalmente, si pensi che la scopa di saggina richiami proprio il palo delle cataste di legno utilizzate per dar fuoco alle streghe nel Medioevo.
La sua figura deve quindi essere considerata positiva. E la festività usata in modo intelligente dai genitori. Non deve diventare solo un’occasione per viziare la propria progenie.