I bambini sono fragili e spesso strada facendo i genitori si accorgono di avere tra le braccia dei soggetti allergici. Per questo motivo è importante curare il contatto con alimenti particolarmente allergenici. Quali? Le fragole che, tra l’altro, in primavera vanno per la maggiore.
Perché le fragole provocano allergie?
La risposta più sintetica a questa domanda la fornisce La Stampa che con una chiarezza che potremmo definire chirurgica, spiega quanto segue:
“Le fragole sono frutti cosiddetti istamino-liberatori (come i pomodori, il cioccolato, le uova, il pesce), ovvero stimolano l’organismo a produrre istamina, e grandi quantità di istamina possono scatenare sintomi da allergia alimentare. Non a caso tutti gli alimenti che vi abbiamo citato vengono sconsigliati nei primi mesi di svezzamento, e le fragole non fanno eccezione: per evitare di scatenare fastidiose reazioni in soggetti molto piccoli, i pediatri consigliano di inserirle nella dieta del bambino intorno ai 12 mesi”.
Secondo alcuni medici è possibile introdurre le fragole anche a sei mesi ma bisogna sempre valutare le conseguenze dell’assaggio e non esagerare mai nelle dosi. Alcuni pediatri allungano invece il tempo di assaggio delle fragole e consigliano di tenere i bambini al riparo dall’inconfondibile e irrinunciabile gusto delle fragole, almeno fino ai due anni. Per capire se un bambino è intollerante o allergico alle fragole bisogna avere pazienza e dopo la somministrazione aspettare almeno due o tre giorni.
I sintomi dell’intolleranza alle fragole
Spiega ancora La Stampa evitando allarmismi di ogni sorta:
Se il bimbo dovesse essere intollerante alle fragole lo scoprireste perché manifesterebbe arrossamenti su viso e collo, e in alcuni casi anche dove la pelle è entrata in contatto con frutto (le manine per esempio); inoltre la reazione allergica alla fragola può causare prurito, che il bimbo non mancherà di manifestare, e in casi gravi anche gonfiori.