Cartoni animati: Mimì e la nazionale di pallavolo

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Mimì e la nazionale di pallavolo / Quella magnifica dozzina è uno spokon anime giapponese, prodotto nel 1969 dalla Tokyo Movie Shinsha, con la regia di Okabe Eiji e Kurokawa Fumio. La serie, tratta dal manga di Urano Chikako, si compone di 104 episodi. In Italia è andata in onda a partire dal 1981 con una prima tranche di 26 episodi sulle tv locali con il titolo Quella magnifica dozzina in cui la protagonista veniva chiamata solo col cognome “Ayuhara” (anche dai genitori stessi).
In seguito, per un lungo periodo a partire dal 1º agosto 1982 fino al 1995, viene trasmessa praticamente ogni anno da Fininvest, in quella che diventa la sua versione più conosciuta: la protagonista assume il nome di Mimì Ayuhara e la sigla diventa la nota “La fantastica Mimì” cantata da Georgia Lepore. La serie però viene trasmessa a partire solo dal 27º episodio (“Inizia l’avventura”), omettendo tutta la parte che vede Mimì e le sue compagne alle prese con la pallavolo durante gli anni del ginnasio.
Nel 1995 la serie viene completamente ridoppiata da Mediaset mantenendo sempre il titolo “Mimì e la nazionale di pallavolo” e includendo anche i primi 26 episodi, ma la sua trasmissione viene presto accantonata dopo poche riproposizioni.
Nel 2010 La Rai ne acquistò i diritti e la serie venne mandata in onda su Rai Gulp con il doppiaggio Mediaset.
Nel 2007 la Yamato Video ha pubblicato l’intera serie in DVD singoli che ha raccolto nel 2008 in box set diviso in quattro parti, ognuno contenente 4 DVD.

La storia
I fatti narrati avvengono all’inizio degli anni settanta. Mimì Ayuhara (in originale Kozue Ayuhara) è una studentessa del ginnasio che si appassiona alla pallavolo, sport che l’aveva aiutata a guarire da piccola da alcuni problemi di salute. Dopo essere entrata nella squadra della sua scuola, il Fujimi, riesce a imporsi grazie alle sue straordinarie capacità e viene scelta come capitano. Assieme alla sua amica Midori porterà per due volte la sua squadra in finale nel torneo nazionale scolastico.
Poi, sempre assieme a Midori, viene scelta per far parte della squadra nazionale juniores, con cui disputa un campionato mondiale negli Stati Uniti, nel quale il Giappone si piazza al secondo posto dietro all’Unione Sovietica.
Tornata in patria, Mimì riprende a giocare con la squadra del Fujimi, questa volta al Liceo, riuscendo a vincere il campionato nazionale per due volte consecutive.
Scelta quindi per far parte, seppur giovanissima, della nazionale maggiore, Mimì si reca in Bulgaria per disputare il campionato mondiale, nel quale il Giappone, dopo una finale che lo vede nuovamente opposto all’Unione Sovietica, risulterà questa volta vincitore, e Mimì, finalmente, viene proclamata la miglior giocatrice (l’Attack Number 1, appunto).
La serie si conclude con Mimì che già guarda alle Olimpiadi di Monaco di Baviera del 1972.

Gli argomenti trattati
A differenza del più scanzonato e ironico Mila & Shiro, due cuori nella pallavolo, la serie di Mimì ha un tono tragico e drammatico, non soltanto a causa del lutto che colpisce la protagonista, il cui fidanzato Sutomo muore in un incidente d’auto, ma anche per la generale visione dello spirito di sacrificio e della totale dedizione al proprio ideale che pervade la serie.
Al solo scopo di essere la migliore, non per mostrarsi superiore agli altri, ma per una continua sfida contro i suoi stessi limiti, infatti, Mimì non esita mai ad infliggersi allenamenti supplementari e dolorosi (molto famose le catene ai polsi), nonostante i già durissimi e estenuanti esercizi cui è sottoposta, in particolare, dall’allenatore della nazionale juniores, Diego Nacchi (nel primo doppiaggio si chiama Inokuma e nell’originale è Inokuma Dayoda). Inoltre, il gap temporale è saggiabile da numerosi dettagli ed episodi presenti nella serie, non ultimo l’episodio in cui Mimì prende il tetano in seguito ad una partita giocata al di fuori della squadra, per sfida, contro una banda di motociclisti.
Altra caratteristica di questa serie sono azioni di gioco assai improbabili nella realtà, come l’attacco invisibile (la palla scompare nel nulla durante il gioco), la goccia di ciclone o tornado a seconda dei doppiaggi, la palla che s’ingigantisce, i salti mortali durante le schiacciate.
Ciò che accomuna le serie (e a loro molte altre) è, invece, il coinvolgimento sociale positivo, il senso profondo dell’amicizia che lega le protagoniste e la stima reciproca che avvicina anche giocatrici di squadre diverse, acerrime nemiche nella tensione agonistica della gara, ma confidenti e amiche fuori dal campo.
Un ulteriore aspetto è quello di non arrendersi alle prepotenze e agli inganni, ma saperli affrontare e superare.

L’adattamento italiano
La serie in Italia ha avuto tre adattamenti diversi. Le particolarità dell’ultimo adattamento proposto da Mediaset nel 1995 sono l’italianizzazione di quasi tutti i nomi (ad eccezione dei personaggi principali) e, in contrasto con l’ambientazione della serie, l’adeguamento ai cambiamenti geografici occorsi in Europa durante i primi anni 90[2]. Negli episodi in cui la nazionale giapponese di Mimì è alle prese con i campionati mondiali scompaiono rispetto al doppiaggio precedente le nazionali di Unione Sovietica, Cecoslovacchia e Germania Est per essere sostituite da Russia, Repubblica Ceca e Germania. Inoltre nella successiva e altrettanto fortunata serie Mila & Shiro, due cuori nella pallavolo (Attacker Yu!, prodotta dalla Knack nel 1984), l’adattamento dell’allora Fininvest, sfruttando anche il successo del personaggio di Mimì, ha creato un inesistente legame di famiglia fra le due protagoniste, rendendole cugine.

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