L’Orsa -parte quarta-

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La mamma, anche se le sembrò uno sproposito che l’orsa dovesse fare da cuoco e da cameriera e se sospettò che il figlio stesse farneticando, tuttavia, per accontentarlo, la fece portare. E lei, arrivata al letto del principe, alzò la zampa e toccò il polso del malato e fece spaventare la regina, convinta che da un momento all’altro gli avrebbe strappato il naso. Ma, quando il principe disse all’orsa: “Chiappino mio, vuoi cucinare per me e darmi da mangiare e prenderti cura di me?”, lei abbassò la testa indicando che gli stava bene. Per questo la mamma fece portare un poco di galline e accendere il fuoco in un camino nella stessa camera e mettere a bollire l’acqua, e l’orsa, presa una gallina, la scottò, la spennò abilmente e, dopo averla fatta a pezzi, parte ne ficcò in uno spiedo e parte ne fece un bel gratinato e il principe, che non riusciva a mandar giù lo zucchero, finì con leccarsi anche le dita e, quando ebbe finito di ingoiare, gli diede da bere con tanta grazia che la regina volle baciarla in fronte.

Corsa in giardino
Fatto questo, mentre il principe faceva un poco di roba per gli esami dei medici, l’orsa fece subito il letto e, corsa in giardino, colse un bel mazzo di rose e di fiori di cedro e li sparpagliò là sopra, tanto che la regina disse che quest’orsa valeva un tesoro e che il figlio aveva un vaso da notte di ragione a volerle bene. Ma il principe, vedendo questi bei servizi, aggiunse esca al fuoco e se prima si consumava a chili ora si sbriciolava a quintali e disse alla regina: “Mamma, signora mia, se non do un bacio a quest’orsa, mi scappa il fiato!”. La regina, che lo vedeva venir meno, disse: “Bacialo, bacia, bella bestia mia, non me lo far vedere distrutto questo povero figlio!” E l’orsa si accostò e il principe la prese e non si saziava di sbaciucchiarla e, mentre stavano muso a muso, non so come il bastoncino cadde da bocca a Preziosa e tra le braccia del principe restò la più bella cosina del mondo.

Ci sei caduto scoiattolo
E lui, stringendola con le tenaglie amorose delle braccia, le disse: “Ci sei caduto scoiattolo, non mi scappi più senza ragion veduta!” Preziosa, aggiungendo il colore della vergogna all’aiuola della bellezza naturale, gli disse: “Sono già nelle tue mani, ti raccomando il mio onore e poi taglia e pesa e voltami dove vuoi”.
E, quando la regina chiese chi fosse questa bella ragazza e che cosa l’avesse costretta a quella vita selvaggia, lei raccontò per filo tutta la storia delle sue disgrazie; per questo la regina, lodandola come ragazza buona e onorata, disse al figlio che acconsentiva che diventasse sua moglie. E il principe, che non desiderava altro dalla vita, le diede subito la sua parola e la mamma, benedicendo tutti e due, fece questa bella unione con grandi feste e luminarie e Preziosa provava sulla bilancia del giudizio che chi bene fa sempre bene aspetta. FINE

Fiaba di Giambattista Basile

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