Parto: a volte serve l’episiotomia

di Redazione 6

L’episiotomia è un taglietto che viene praticato in alcuni casi lungo il perineo della mamma, pochi istanti prima dell’uscita del bambino. Questo taglietto serve per evitare che i tessuti di questa zona si lacerino in maniera incontrollata provocando danni maggiori. Infatti si effettua per facilitare la fuoriuscita della testa del bambino. Di solito viene praticata se è il primo parto in quanto in questo caso i tessuti sono più rigidi.

L’episiotomia risulta indicata se:
-c’è un qualsiasi indizio di sofferenza fetale mentre il bambino è nel canale del parto,
-il parto avviene troppo rapidamente, non dando il tempo alla vagina di dilatarsi naturalmente,
-la testa del bambino è troppo grande per l’apertura,
-le spalle del bambino sono bloccate (quando le spalle del bambino sono bloccate, sono posizionate dietro l’osso pelvico, e non dietro tessuto molle).

L’episiotomia è necessaria anche nei casi di parto “strumentale”, quando cioè il bambino viene aiutato a nascere con l’ausilio della ventosa. In occasione di un parto successivo è più probabile che non venga eseguita l’episiotomia in quanto i tessuti sono più elastici.

L’episiotomia è come dicevamo un taglietto di due-tre centimetri, che viene effettuato con la forbice in anestesia locale, anche se comunque non è doloroso a causa della tensione a cui sono sottoposti i tessuti di questa zona.

L’episiotomia può essere di 3 tipi:
-mediana,
-paramediana,
-laterale.

La scelta tra un tipo e l’altro dipende dall’abilità e dall’esperienza acquisita dall’ostetrica, così come dalla dinamica del parto e dallo stato dei tessuti della futura mamma.

Commenti (6)

  1. L’episiotomia non e’ un semplice taglietto. Mi stupisco che alle donne vengano ancora date info cosi’ superficiali, che non tengono conto delle evidenze scientifiche. Una delle conseguenze principali di questo intervento è il dolore prolungato, che interferisce con la qualità della vita e con l’avviamento dell’allattamento. Quasi sempre la ripresa dei rapporti sessuali viene ritardata per molto tempo. L’indolenzimento dovuto all’episiotomia permane spesso per molti anni, o anche per sempre. Se non viene eseguita bene, inoltre, può provocare infezioni. Ma la conseguenza più frequente e più grave è la complicazione dell’episiotomia stessa, ovvero il prolungamento e l’approfondimento del taglio. E’ stato dimostrato che l’episiotomia provoca lacerazioni di terzo e quarto grado, quelle più profonde, oltre ai trombi genito-puerperali, che sono ematomi interni che si creano. E’ comunque un muscolo indebolito e quindi, al contrario di quanto si pensi, previene ancora meno i problemi di prolasso.
    In Italia nel 2001 sono state praticate 238.324 episiotomie su un totale di 340.464 parti vaginali (dati Ist. Superiore Sanità e Istat), pari al 70%, contro il 10-15% raccomandato dall’Oms.Oltre 220.000 italiane hanno subito un intervento inutile con conseguenze sulla sessualità e sull’incontinenza. Secondo uno studio americano (2005) le episiotomie andrebbero sospese in blocco e riservate solo ai casi di emergenza in cui la vita del neonato è ad alto rischio.
    Infine, bisognerebbe dire che l’episiotomia è uno dei tantissimi interventi ostetrici motivati piu’ da ritmi e dai protocolli (ormai superati) dei punti nascita, che da effettive esigenze mediche. Il corpo femminile, se la mamma e’ sana e non ci sono complicanze, è assolutamente capace di fare il suo lavoro, di aprirsi e dare alla luce un bimbo. Basta dargli in tempo di farlo, senza imporre regole, tempi e procedure standardizzate. Conosco donne che hanno partorito bimbi di 4,5 kg senza episiotomia. Sarebbe ora di finirla di propagandare soluzioni ‘facili’, ma estremamente dannose, basate sul concetto che le partorienti sono delle povere invalide. Ultima cosa: c’e’ da chiedersi perche’ il piu’ delle volte alla donna non viene chiesto il consenso per farle l”episiotomia. Moltissime donne vengono tagliate li’ senza essere informate prima. Una pratica che trovo francamente inaccettabile.

  2. grazie per il suo prezioso contributo…sarà sicuramente di interesse per le nostre lettrici

  3. complicanze… è questa la parolina magica.
    Forse bisognerebbe anche smetterla di demonizzare il cesareo (+ per i costi che per altro) e utilizzarlo un pò + spesso invece di ricorrere a parti indotti e episiotomie perchè nonostante tutto il bambino non ne vuole sapere.
    Sono una delle sfortunate che hanno subito un episiotomia perchè nonostante l’induzione il piccolo non ne voleva sapere di nascere.
    Mi hanno ricucito fino a dietro l’ano di almeno una spanna.
    Tre mesi ci sono voluti xke la ferita si rimarginasse con problemi sia a sedermi che ad avere rapporti (impossibili).
    Ma il peggio doveva ancora venire. Internamente dei punti hanno fatto infezione e dopo 5 mesi è comparsa una fistola al retto che poi si è allargata fino alla vagina.
    In conclusione: muscolo del perineo completamente divorato dall’infezione.
    Intervento riparatore con messa a piatto della fistola (una ferita aperta dall’ano alla vagina) con altri 3 mesi di sofferenza.

    Ma la cosa peggiore è che moltissimi medici non conoscono questo tipo di complicanza che viene trattata solo in centri specializzati da equipe multidisciplinari.

  4. L’episiotomia selvaggia praticata da un’ostetrica senza chiedere nulla mi ha causato subito dolore per mesi, difficoltà nell’allattamento e impossibilità di avere rapporti. A distanza di un ano il prolasso del retto e incontinenza urinaria. Ora me li tengo!

  5. Di un anno, scusate! Ridiamoci sopra 🙂
    Ora inizia il calvario dal proctologo, urologo, con esami non molto simpatici da fare.

  6. in bocca al lupo

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