Bimbi e dipendenza dal telefonino: la sindrome dell’arto fantasma

 Nativi digitali ‘drogati di telefonino’. Tanto da sentirsi come ‘amputati’ se non hanno l’amato gadget in tasca o nello zaino. Secondo una recente indagine internazionale, condotta su oltre mille studenti di 10 Paesi, la mancanza del telefonino per 24 ore rischia di scatenare in oltre il 50% dei ragazzi frustrazione, sindrome dell’arto fantasma, irritabilita’, nervosismo, panico e ansia. Insomma, sintomi sorprendentemente simili all’astinenza da sostanze.

The world unplugged project
Lo hanno scoperto i ricercatori dell’Universita’ del Maryland (Usa), autori di una ricerca dal titolo ‘The World Unplugged project’, pubblicata dall’International Center for Media & the Public Agenda. Insomma, per i giovanissimi la tecnologia ormai ha un ruolo centrale nella vita di tutti i giorni, e se il telefonino si è classificato come lo strumento più essenziale, anche pc, Mp3 e televisione si sono rivelati molto importanti per i ragazzi.

Vodka negli occhi: la bufala dello sballo che impazza tra i ragazzini

 Vodka negli occhi per sballarsi? “Un falso mito: non è affatto vero che versando il superalcolico nel bulbo oculare ci si sballa molto più rapidamente”. Il nuovo trend in voga tra i ragazzini, importato dai campus inglesi e francesi, è insomma una vera e propria ‘bufala’. Per di più potenzialmente pericolosissima per la salute degli occhi. Parola d’esperto, ovvero di Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio nazionale alcol – Centro collaboratore Oms per la ricerca e la promozione della salute su alcol e problemi alcol-correlati. “C’è l’errata convinzione – spiega all’Adnkronos Salute – che l’assorbimento dell’alcol sia più rapido se si fa strada attraverso la mucosa oculare. E la vicinanza del bulbo al cervello” fa credere a molti, soprattutto ai ragazzi, che ‘bevendo l’alcol con gli occhi’ “l’effetto sballo arrivi in un lampo. In realtà – assicura – non ci sono evidenze chimiche nè tantomeno fisiologiche che ci lascino credere che, attraverso questa pratica, si raggiungano livelli alcolemici più elevati“.

I riti dei teen-agers: dai tuffi dai balconi alla vodka negli occhi

 Lanciarsi giù da un balcone centrando la piscina, salire su un treno in corsa, versarsi vodka negli occhi. I riti shock in voga tra teenager, complici consumo di alcol e droghe, trovano spazio su Internet e social network, e rimbalzano da un Paese all’altro grazie alla Rete. Con Youtube e Facebook protagonisti assoluti. “Diffondono stili di consumo innescando spesso dinamiche pericolose – spiega all’Adnkronos Salute Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio nazionale alcol-Centro collaboratore Oms per la ricerca e la promozione della salute su alcol e problemi alcol-correlati – nascono così riti e trend che finiscono per viaggiare da un Paese all’altro“. Un esempio concreto? Il cosiddetto ‘botellòn’.

Allarme fertilità: inquinamento, alimentazione, fumo, alcol e sesso a rischio

Sotto accusa inquinamento atmosferico, alimentazione scorretta, fumo e alcol, ma soprattutto i comportamenti sessuali a rischio. In Italia è “allarme fertilità”. A lanciarlo gli esperti riuniti al congresso degli urologi del Nord Italia, che si è svolto a Bologna. Dai dati raccolti recentemente emerge un universo di malattie andrologiche sommerse: varicocele e problemi ai testicoli, infezioni sessuali, tumori, disturbi dell’erezione e dell’eiaculazione.
Problematiche che, se non diagnosticate in tempo, possono portare anche all’infertilità.

Le cause dei problemi riproduttivi
Un giovane su quattro con problemi riproduttivi mostra tracce di lesioni da infezione cronica alla prostata, aspetto che fa pensare che si sarebbero potuti prevenire
“, dice Giuseppe Martorana, direttore della Clinica urologica di Bologna. Per la fertilità sono “molto importanti le condizioni ambientali e lo stile di vita, incluso lo stress. Ad esempio – ricorda l’esperto – l’esposizione agli inquinanti prodotti dal traffico urbano agisce negativamente“.

Sempre più bimbi con problemi al fegato: le cause alcol e obesità

Emergenza fegato per i giovanissimi italiani. “La colpa è di due nemici, obesità e alcol. E a farne le spese sono gli ‘under 18’: gli ultimi dati ci dicono che un milione e duecentomila bambini con fegato grasso avrebbero bisogno di cure. A questi si sommano i danni da alcol, acuti o cronici, testimoniati dai casi sempre più frequenti di adolescenti finiti in pronto soccorso. Possiamo calcolare che 2-3 milioni di giovanissimi abbiano problemi al fegato“, legati ad alcol o chili di troppo. Parola di Valerio Nobili, responsabile dell’Unità operativa di Epatologia e del Laboratorio di ricerca sulle malattie del fegato dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.

Consumo di alcolici fuori pasto, un’abitudine sempre più giovane

Addio al tradizionale bicchiere di vino a tavola: prende piede in Italia il consumo di alcolici fuori pasto. Se da un lato la buona notizia è che il consumo di alcol è rimasto sostanzialmente stabile negli ultimi 10 anni, dall’altro non mancano le preoccupazioni perché cresce l’abitudine a bere fuori pasto e ad ubriacarsi tra le donne e le giovanissime. Non è tutto. Non sembra affatto diminuire il numero di italiani e italiane che bevono fino ad ubriacarsi, praticando il cosiddetto ‘binge drinking’, ovvero mandando giù 6 o più drink in un’unica occasione e in breve tempo l’uno dall’altro. Questa la fotografia scattata come ogni anno dall’Istituto superiore di sanità sulle basi dei dati Istat ed europei.

Alimentazione: i giovani religiosi tendono a ingrassare di più

Preghiere, salmi e spesso qualche mangiata di troppo in compagnia di chi condivide lo stesso culto. Potrebbe essere questa la motivazione per cui le persone religiose hanno il 50% di chance in più di andare incontro a obesità, secondo uno studio della Northwestern University Feinberg School of Medicine di Chicago (Usa), presentato in occasione del meeting annuale dell’American Heart Association. La ricerca, che ha preso in considerazione un gruppo di quasi 2500 fra uomini e donne coinvolti nello studio Coronary Artery Risk Development in Young Adults, per un periodo di 18 anni, ha evidenziato che i giovani fra i 20 e i 32 anni molto religiosi e assidui frequentatori dei luoghi sacri, con almeno una messa o funzione simile a settimana, hanno un rischio più alto del 50% di diventare obesi una volta raggiunta la mezza età. Il tutto considerando anche altri elementi come il sesso, la cultura, il reddito e l’indice di massa corporea di base.

Fumo, vizio sempre più precoce. Al via la campagna di prevenzione del Moige

Brutto vizio già da giovanissimi: l’età media in cui i ragazzi di età compresa tra 15 e 24 anni iniziano a fumare è proprio 15 anni, sebbene oltre il 34% dichiari di aver iniziato prima, mentre il 50% nella fascia di età 15-17 anni. Dati allarmanti, che evidenziano come più di 8 giovani su 10 (l’85,3 %) ‘under 24’ inizino a fumare prima del diciottesimo anno di età. Per sensibilizzare bambini e genitori sul tema delle conseguenze derivanti dal fumo e cercare di contrastare in maniera concreta il vizio nei minori, torna la campagna ‘Alessio e Sara in tour per la prevenzione al fumo minorile!’ del Movimento italiano genitori (Moige).

Dieta speciale per i bimbi iper-attivi: eliminare i cibi sospetti

 Una dieta speciale, ‘a caccia’ dei cibi che possono aggravare i sintomi di Adhd (Iperattività e deficit di attenzione). Stando a un gruppo di ricercatori olandesi, infatti, restringere il range di alcuni alimenti puo’ migliorare significativamente il comportamento di questi piccoli. Secondo lo studio, pubblicato su ‘Lancet’, la dieta ‘ridotta’ funziona, anzi dovrebbe arrivare prima del ricorso ai farmaci prescritti sovente a questi bimbi iperattivi.
Ma come funziona il sistema sperimentato dagli scienziati? I cibi sospetti vengono eliminati dalla dieta del bambino, per poi essere lentamente reintrodotti e permettere così di capire quali possono acutizzare i problemi di comportamento.