Diana, lasciata morire: perché accadono queste cose?

di Valentina Cervelli Commenta

In queste ore la storia della piccola Diana, lasciata da sola per sei giorni a morire in casa dalla madre, è su tutti i giornali. E nell’orrendo stupore che una simile notizia suscita viene spontaneo chiedersi: perché accadono queste cose?

Morte inaccettabile di Diana

Una risposta univoca purtroppo non c’è. Diamo per scontato che le nostre madri siano gli esseri che più in assoluto vogliono il nostro bene. E purtroppo non di rado ci si rende conto che se qualcosa non va nel rapporto l’assunto appena esternato non corrisponda a verità. Possono esserci incomprensioni quando si raggiunge l’adolescenza: ma quando ci si trova davanti a un caso del genere, come metabolizzarlo?

In questo caso abbiamo la piccola Diana, lasciata da sola per sei giorni, con biberon nel lettino e delle benzodiazepine. Sua madre la ha lasciata da sola, per recarsi dal compagno in un paese vicino. Senza nemmeno controllarla una volta tornata nei pressi di casa. Parlando con gli inquirenti avrebbe raccontato di averla già lasciata sola per dei weekend. E solo l’autopsia sarà in grado di provarlo, ma con molta probabilità se la piccola Diana non si è lamentata, forse la colpa è di quei calmanti che sono stati trovati vicino a lei.

Secondo gli inquirenti la donna è apparsa molto lucida nel corso dell’interrogatorio. E il suo comportamento sembrava essere legato a una sorta di desiderio di far finta che la figlia non esistesse.

Madri assassine, ragioni incomprensibili

Le cronache purtroppo ci hanno messo già davanti a storie di mamme che uccidono i propri figli, ma in qualche modo la storia della piccola Diana colpisce in maniera particolare. Forse perché si trattava di una bambina in un età nella quale non poteva proprio sopravvivere da sola. Perché si tratta di un omicidio che sembra premeditato da parte della madre. Come si può pensare di lasciare incustodita la propria bambina? Da alcune ricostruzioni sembra che la donna non si sia accorta di essere incinta se non arrivata già al settimo mese di gravidanza.

Piuttosto che liberarsi così di una piccola vita indifesa non sarebbe meglio darla in adozione se non ci si sente adatti a diventare madri? Sono storie come questa, che tra le altre cose, portano a comprendere quanto sia importante il diritto all’aborto.

È inutile girarci intorno: la madre della piccola Diana non era adatta al suo ruolo? Aver saputo in tempo della gravidanza e aver agito nel modo giusto quando la vita ancora non era formata non sarebbe stato meglio?

Purtroppo queste storie sono gravi e tragiche da qualsiasi punto di vista vengano osservate. E per quanto si possa tentare di comprendere la situazione psicologica della madre, rimane il fatto che una piccola vita è stata spezzata troppo presto e con crudeltà.

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