Il marchio della lupa -2-

di Redazione Commenta

All’improvviso, la consapevolezza che quel fardello stava per passare a lei, la fece sentire molto stanca e cadde in ginocchio davanti all’altare. Attraverso i gambali di pelle di daino, sottili ma robusti, sentì la pietra liscia, levigata dal passaggio di molte generazioni. Stringendosi le spalle tra le mani giurò che non avrebbe rovinato quel momento solenne per la Madre o per le altre. In silenzio e con fervore, pregò la Grande Lupa che la cieca Vivien non inciampasse.
Come se fosse in grado di vedere (ma una cosa simile non era possibile, vero?), Madre Lupa sollevò le mani verso la nicchia vuota e offrì il suo saluto. A dispetto di se stessa, Megarin tremò. “Ti prego, o grande Lupa, fa che la sua vecchia mente non dimentichi che la coppa di cristallo è stata rubata da quella traditrice di Magda.”
Madre Lupa completò l’atto di devozione. Poi, con gesto sicuro abbassò le braccia sul disegno della testa di lupa che ornava il piedistallo sotto la nicchia. Come toccò il naso, la parte frontale del piedistallo scivolò di lato. L’anziana tirò fuori un cristallo chiaro, il centro di un cristallo molto più grande, che tanto tempo prima era stato scavato per formare la sacra coppa. Voltandosi verso Megarin, la donna tese l’oggetto verso di lei, perché potesse vedere con chiarezza la testa di lupa che vi era incisa. In fondo al tempio con gli altri bambini, Megarin aveva visto altre volte il cristallo, ma non aveva mai visto il disegno. Sottovoce mormorò: “Sono qui, Madre Lupo.”
“Ti posso vedere, bimba mia.”
Certo, queglio occhi opachi e infossati non potevano vedere! Eppure, su quella fronte rugosa, tra quelle sopracciglia cespugliose, gli occhi del marchio della lupa erano aperti, e brillavano di un rosso ardente. Megarin batté le palpebre, non potendo credere a ciò che vedeva. Poi non vde altro che il cristallo davanti a lei. Il disegno della testa di lupa splendeva d’un rosso vivido, color sangue, da cui emanava calore. Strinse i denti e non trasalì quando il marchio si incise, rovente, sulla sua fronte.
Il dolore fu talmente breve che non ebbe il tempo di versare una lacrima. Attese che Vivien riponesse il cristallo, poi, come si conveniva alla semplice cerimonia, si alzò. Madre Lupa volse il viso verso le dodici ragazze e giovani donne che assistevano. “Guardate”, esclamò Madre Lupa, “La nuova guida del Branco! Ora la nostra amata Megarin vede con gli occhi della Lupa!”

Fonte: Marion Zimmer Bradley, “Sword and Sorceress”

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