Giovani poco fertili già a 20 anni: l’allarme degli andrologi

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Poco fertili già a 20 anni, anche meno rispetto ai quarantenni di oggi. Specialmente se abitano in città, dove soprattutto l’inquinamento mette a repentaglio le chance dei giovani di diventare padri. E’ l’allarme che riguarda un giovane su tre lanciato oggi a Roma dagli andrologi alla presentazione della campagna Androlife. Il potenziale di fertilità maschile – denunciano gli specialisti – si è ridotto: il numero di spermatozoi nei giovani italiani (dai 18 ai 20 anni) è calato del 25%. Inoltre, i ragazzi che vivono nelle aree urbane industrializzate possiedono una produzione di spermatozoi ridotta del 30% rispetto ai loro coetanei che vivono in provincia o in aree rurali. Sono i risultati di tre indagini epidemiologiche italiane, appena concluse, che per la prima volta indagano la fertilità maschile nei giovani. “Su 1.000 ragazzi dai 18 ai 20 anni di età – ha spiegato Carlo Foresta, presidente della Società italiana di andrologia e medicina della sessualità (Siams) – il 33,4% è già ipofertile e l’11,7% lo è gravemente“.

L’effetto della città
Il potenziale di fertilità dei giovani che vivono nelle grandi città è inoltre più basso del 30% rispetto a quello dei loro coetanei residenti in provincia: 170 milioni di spermatozoi per i ragazzi delle metropoli contro i 240 milioni per i giovani che vivono lontano dalle città“.
Vi sono numerosi fattori di rischio in grado di compromettere la produzione spermatica e la fertilità maschile – aggiunge Foresta – in base ai nostri dati e a quelli internazionali dobbiamo sempre più considerare l’esposizione ambientale a pesticidi, inquinanti ambientali o altre sostanze chimiche che agiscono spiazzando le regolazioni ormonali che modulano lo sviluppo dell’apparato riproduttivo, fin dalle prime fasi dell’embriogenesi“.

La salubrità dell’ambiente
Aumentano le ricerche che dimostrano in particolare – sottolinea l’esperto – come l’esposizione ambientale ai gas di scarico e ad altre sostanze esogene volatili, siano in grado di indurre nei soggetti esposti cronicamente una marcata riduzione del numero e della qualità degli spermatozoi“.
Il confronto effettuato tra giovani e adulti – conclude – evidenzia per la prima volta differenti potenziali di fertilità tra due generazioni contigue. E’ verosimile che l’influenza negativa sulla spermatogenesi dei nostri giovani risenta di influenze che si sono già manifestate durante la vita embrionale quando il patrimonio spermatogenetico viene stabilito e può essere modificato da fattori ambientali che dall’esterno agiscono come ormoni“.

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