Baby modelli: cosa dovete sapere prima di far partecipare il vostro bimbo ad un provino

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Vedere il proprio bimbo a piena pagina su una copertina patinata è il sogno di molte mamme e papà, ma ahimé, la fregatura sta sempre dietro l’angolo. Se siete proprio determinati a sottoporre i vostri figli a una selezione di fotografi come modello, ci sono alcune cose che dovreste sapere prima, sia per il bene del vostro bimbo che per quello… del vostro portafogli.
Ecco allora qualche consiglio redatto dall’associazione nazionale fotografi professionisti

PRIMA IL BENESSERE DEL BIMBO
Decidere di far fotografare il proprio bambino per la pubblicità non significa destinare il proprio bambino ad una professione, ma semplicemente porlo davanti ad un evento spesso stimolante e divertente, per lui e – forse ancor di piu’ – per i genitori. Nel momento in cui tale attività è affrontata con caratteristiche tipiche dell’impegno professionale (frequenza degli impegni, cambiamenti della propria routine, stress fisico) e’ il momento di ricordare che tutto cio’ ha un limite dettato dalla crescita del bambino. Questo significa che nel farlo “lavorare” come piccolo modello in realtà non gli si sta assolutamente garantendo un futuro, e che tutto ciò che viene fatto è spesso per gratificazione personale. Diventa essenziale porsi davanti a questa opportunita’ con lo stesso spirito con cui viene affrontata dai bambini: come un gioco!

L’ASPETTO DEL BAMBINO
Dando per scontato che “ogni scarrafone è bello ‘a mamma sua”, una delle doti che un bambino deve avere per risultare “fotogenico” è spesso una qualità sostanzialmente psicologica: su di un set foto/cinematografico è spesso molto importante poter interagire con bambini estroversi ed imprevedibili. Frequentemente, la bellezza, quella standardizzata (biondo, occhi azzurri), è meno utile, per un fotografo, della capacità del bambino di stare con gli altri e della vivacità con cui sa trasmettere emozioni. Un bambino introverso, seppur bello, diventa difficile da fotografare e quindi poco interessante. Questo non significa che un bambino estroverso, vivace e comunicativo sia adatto anche se di aspetto non gradevole. Significa che l’aspetto piacevole del bambino è una condizione necessaria ma non sufficiente a farlo apprezzare sul set.

NIENTE BOOK
A differenza dei modelli adulti che necessitano di un book, il bambino spesso deve farsi vedere di persona. Inutile spendere soldi per foto che già sei mesi piu’ tardi non esprimono più quella contemporaneità necessaria, visto la veloce crescita dei bambini, soprattutto quelli di età compresa tra i due e cinque anni.

SE VI CHIEDONO DEI SOLDI
Un buon sistema per discernere chi sia ben intenzionato e chi no, e’ il tenere presente che chi effettivamente propone lavori offre in cambio del servizio un compenso in denaro o qualsiasi altra cosa che abbia un valore (capi di vestiario, stampe ecc.), mentre il secondo chiede lui stesso del denaro, e questo deve insospettire (ovviamente questo criterio non vale nel caso sia tu stesso a chiedere ad un fotografo di realizzare per tuo figlio un servizio nel suo studio; chiaramente, in questo caso il fotografo chiede correttamente un compenso, perchè eseguire scatti fotografici é il suo lavoro).

RISCHIO PEDOFILIA
Il tema della pedofilia e’ ovviamente molto scottante. L’ambiente professionale fotografico, in realta’, e’ realmente tranquillo, sotto questo punto di vista, perche’ nessun fotografo od agenzia che viva realmente di pubblicita’ ed editoria nel campo del bambino si sognerebbe mai di avere contatti con ambienti equivoci, con questo compromettendo qualsiasi possibilità di serio lavoro. La fotografia professionale non e’ in alcun modo collegata alla pedofilia; piuttosto, sono i personaggi equivoci ad utilizzare strumentalmente la fotografia.
Come elementari regole di valutazione – oltre a tutte le considerazioni fatte negli altri punti – tieni presente che gli interlocutori seri:
a) Se sono fotografi professionisti, devono avere nel loro book dei lavori pubblicati e firmati a loro nome.
b) Se contattano i bambini lo devono fare attraverso i genitori, o quando il bambino e’ in compagnia dei genitori;
c) Per un lavoro, deve sempre essere indicato qual e’ il cliente e l’uso delle immagini.
d) Le agenzie di modelli bimbi devono poter essere visitabili, ed avere chiare testimonianze della loro attivita’ pubblicitaria ed editoriale.
e) Tendenzialmente, diffidare di chi – fuori agenzia – chiede di fare dei “provini” non meglio definiti.

IL CASTING
Due parole sulle modalità con cui – solitamente – viene effettuata la scelta dei modelli/e, anche bambini, per un servizio. Il cliente finale indica all’agenzia la tipologia di lavoro e il genere di bimbo che occorre per quelle immagini. L’agenzia seleziona fra i suoi rappresentati quei bambini che soddisfano a grandi linee le caratteristiche richieste (od almeno, cosi’ dovrebbe fare), e informa i genitori sul luogo, data ed ora in cui si svolgerà il casting, cioè un breve incontro con il cliente, il fotografo ed eventualmente l’agenzia; durante il casting, le persone preposte alla scelta visionano dal vivo molti piu’ bimbi di quanti ne occorrano effettivamente, appunto per poter effettuare una scelta ragionata. Viene rapidamente visionato il bambino, l’eventuale raccolta di foto gia’ pubblicate, eventualmente viene fatto uno scatto di prova e promemoria in digitale o in Polaroid.
Quando e se il tuo bimbo verra’ scelto per quel lavoro, verrai contattato dall’agenzia per comunicarti un’opzione, o confermare il giorno delle riprese (lo shooting).
Mediamente, la proporzione fra partecipanti ad un casting e persone scelte per il lavoro e’ di 1 su 20 – 1 su 30, a volte anche meno.
Il maggiore impegno è quindi rapprtesentato sulla partecipazione ai casting: tanti, a volte ravvicinati fra loro, e NON PAGATI. La partecipazione al casting, infatti, è l’equivalente di un colloquio di lavoro: nessuno – ne’ l’agenzia ne’ il cliente – paghera’ mai i bambini per la partecipazione ai casting.
Occorre quindi valutare con attenzione che tipo di impatto puo’ avere questo con le normali attivita’ del bimbo, tenendo presente – come accennato in apertura – che praticamente mai questo genere di attivita’ garantisce un qualche futuro al bambino.
E’ inoltre impensabile la partecipazione continua a casting che si tengono in citta’ diverse da quella in cui si vive.

I COMPENSI
Difficilmente la richiesta è importante nella determinazione del costo.
Normalmente le agenzie stabiliscono un prezzo in funzione del budget. Questo accade perché spesso i genitori si offrono per questo servizio perché da esso trovano un giovamento personale: “il mio bambino è così bello e simpatico che ha fatto la pubblicita’ per…” . Sono le agenzie che stabiliscono il prezzo che puo’ variare tra i 130 euro della 1/2 giornata e i 350 euro per la giornata intera. I diritti di utilizzo non hanno normalmente un valore di listino ma sono concordati di volta in volta.

In bocca al lupo (è proprio il caso di dirlo)…

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