I riti dei teen-agers: dai tuffi dai balconi alla vodka negli occhi

 Lanciarsi giù da un balcone centrando la piscina, salire su un treno in corsa, versarsi vodka negli occhi. I riti shock in voga tra teenager, complici consumo di alcol e droghe, trovano spazio su Internet e social network, e rimbalzano da un Paese all’altro grazie alla Rete. Con Youtube e Facebook protagonisti assoluti. “Diffondono stili di consumo innescando spesso dinamiche pericolose – spiega all’Adnkronos Salute Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio nazionale alcol-Centro collaboratore Oms per la ricerca e la promozione della salute su alcol e problemi alcol-correlati – nascono così riti e trend che finiscono per viaggiare da un Paese all’altro“. Un esempio concreto? Il cosiddetto ‘botellòn’.

Insetticidi: l’esposizione delle mamme causa deficit di QI nei bimbi

 Occhio ai pesticidi. I ricercatori del Columbia Center for Children’s Environmental Health della Mailman School of Public Health (Usa) hanno rilevato un legame tra l’esposizione prenatale all’insetticida clorpirifos e un deficit del quoziente intellettivo dei bimbi all’età di sette anni. Si tratta del primo studio che valuta la neurotossicità dell’esposizione prenatale al clorpirifos sui banchi di scuola, e i suoi risultati sono pubblicati on line su ‘Environmental Health Perspectives’.

Il clorpirifos
Fino al 2001, anno in cui fu vietato per l’uso all’interno delle abitazioni dalla US Environmental Protection Agency, il clorpirifos, pesticida organofosfato, era uno dei più diffusi Oltreoceano. In un campione di 265 bambini appartenenti alle minoranze di New York City, nati prima del divieto, i ricercatori hanno ritrovato le prove che l’aumento della quantità di questa sostanza nel sangue del cordone ombelicale si associa a una diminuzione delle prestazioni cognitive all’età di 7 anni.

Bimbo britannico nasce con un cromosoma unico al mondo

 E’ un bimbo britannico di due anni l’unica persona al mondo ad avere un cromosoma con un ‘braccio’ extra. Alfie Clamp è nato cieco e con gravi disabilità, un quadro sfortunato che ha spinto i medici a eseguire sul piccolo una serie di test. Scoprendo che il suo settimo cromosoma ha un’intera porzione extra mai documentata prima. La sua condizione ha meravigliato per primi i camici bianchi: è talmente rara che non ha nemmeno un nome. I medici non sanno ancora se questa particolarità genetica – che ha portato il piccolo Alfie alla ribalta dei principali quotidiani britannici – migliorerà o ridurrà la sua aspettativa di vita. Intanto il bimbo ha riacquistato la vista e sarà operato a breve per risolvere un problema intestinale che lo affligge dalla nascita.

Un piccolo pugile al centro del ring: ecco la nuova campagna d’autore per il Bambin Gesù

Un ring che ricorda quello di ‘Toro scatenato’, con al centro un piccolo pugile di 9 anni, che si prepara a vincere sfide anche più impegnative di quelle affrontate nel film culto da Robert De Niro, quelle contro la malattie. E’ lo spot d’autore, realizzato da Daniele Luchetti per la casa di produzione Front Line, pilastro della la campagna istituzionale dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù, presentata a Roma. La campagna, firmata da McCann Erickson, si è avvalsa del contributo non profit di tutti i protagonisti. Eccezion fatta per il giovanissimo attore che ha ricevuto un dono per la sua partecipazione: una tenuta completa da pugile.

Sempre più bimbi con problemi al fegato: le cause alcol e obesità

Emergenza fegato per i giovanissimi italiani. “La colpa è di due nemici, obesità e alcol. E a farne le spese sono gli ‘under 18’: gli ultimi dati ci dicono che un milione e duecentomila bambini con fegato grasso avrebbero bisogno di cure. A questi si sommano i danni da alcol, acuti o cronici, testimoniati dai casi sempre più frequenti di adolescenti finiti in pronto soccorso. Possiamo calcolare che 2-3 milioni di giovanissimi abbiano problemi al fegato“, legati ad alcol o chili di troppo. Parola di Valerio Nobili, responsabile dell’Unità operativa di Epatologia e del Laboratorio di ricerca sulle malattie del fegato dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.

Fumo tra i minori, arriva in Lombardia la campagna del Moige

 E’ sbarcata anche in Lombardia la seconda edizione di ‘Alessio e Sara in tour per la prevenzione al fumo minorile!’, la campagna itinerante promossa dal Movimento genitori (Moige) con il patrocinio scientifico della Società italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps), che già lo scorso anno ha portato in 6 regioni italiane il suo programma di sensibilizzazione e informazione per la lotta al fumo minorile. I dati dell’Istituto superiore di sanità mostrano che in Italia nel 2010 fumava il 21,7% degli ‘over 15’, circa 11,1 milioni di cittadini. L’età media in cui i giovanissimi di età compresa tra 15 e 24 anni iniziano a fumare è 15 anni, sebbene oltre il 34% dei ragazzi intervistati abbia dichiarato di aver iniziato prima, mentre il 50% nella fascia di età 15-17 anni.

Il fumo tra i minori
I dati sono allarmanti, rileva il Moige in una nota. Indicano infatti che più di 8 giovani ‘under 24’ su 10 (85,3 %) iniziano a fumare prima del diciottesimo anno di età. Grave anche la quantità di sigarette consumate: quasi il 13% dei minorenni ne fuma meno di 15 al giorno, mentre il 7,9 % si spinge fino a 24 e c’è un 1,3 % che consuma oltre le 25 sigarette giornaliere.

Consumo di alcolici fuori pasto, un’abitudine sempre più giovane

Addio al tradizionale bicchiere di vino a tavola: prende piede in Italia il consumo di alcolici fuori pasto. Se da un lato la buona notizia è che il consumo di alcol è rimasto sostanzialmente stabile negli ultimi 10 anni, dall’altro non mancano le preoccupazioni perché cresce l’abitudine a bere fuori pasto e ad ubriacarsi tra le donne e le giovanissime. Non è tutto. Non sembra affatto diminuire il numero di italiani e italiane che bevono fino ad ubriacarsi, praticando il cosiddetto ‘binge drinking’, ovvero mandando giù 6 o più drink in un’unica occasione e in breve tempo l’uno dall’altro. Questa la fotografia scattata come ogni anno dall’Istituto superiore di sanità sulle basi dei dati Istat ed europei.

Effetti post-traumatici da terremoto: dall’Abruzzo al Giappone, i bimbi non dimenticano

 Dall’Aquila al Giappone i bambini non dimenticano il terremoto che hanno vissuto. A distanza di ben 24 mesi dal sisma che ha distrutto il capoluogo abruzzese e i paesi limitrofi, un piccolo su quindici rivive ancora lo stesso attimo drammatico, prova paura intensa, senso di impotenza e orrore: sintomi di una sindrome postraumatica da stress. Il dato emerge dalla prima ricerca sul campo mai realizzata al mondo per analizzare, con obiettività scientifica, quali cicatrici portino dentro di sé i bambini esposti a catastrofi naturali. Ecco i risultati in un’indagine promossa dall’Ordine dei ministri degli infermi Camilliani con il coordinamento scientifico dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù, il sostegno della Caritas italiana e la collaborazione dei pediatri abruzzesi.

Allarme dell’Unicef: sale il degrado dell’Infanzia in Italia

 Negli ultimi anni, in Italia “rileviamo un aumento del degrado delle condizioni di vita dei bambini e degli adolescenti più che nei paesi in via di sviluppo. Sia in termini di povertà relativa sia per quanto riguarda gli investimenti pubblici. Ridurre i fondi ai comuni è stato un errore, i diritti dell’infanzia nel nostro paese sono per questo compromessi“. E’ l’allarme che lancia il presidente dell’Unicef Italia Vincenzo Spadafora a margine del meeting dei volontari in corso a Firenze e terminato il 3 aprile.

Bambini a cui non viene garantito il cibo
Da circa tre anni, da quando sono presidente dell’Unicef – afferma Spadafora all’ANSA – giro in continuazione l’Italia e posso testimoniare che vedo un aumento delle famiglie in cui mancano i beni essenziali, a volte ai figli non viene garantito il cibo. Mi viene in mente Napoli, che è la mia città e che conosco, ma anche alcune periferie del Nord“.

I tagli al welfare
All’origine di ciò, il forte calo delle risorse ai comuni: “un grosso errore per le ricadute sul welfare locale“. Il presidente dell’Unicef Italia ha riferito poi che da New York, sede dell’Unicef internazionale, “arriva l’invito al nostro comitato per fare pressione nei confronti del governo“.

Coloranti alimentari sotto accusa: causano iperattività nei bambini

Cibi colorati sotto accusa. Dolciumi, succhi di frutta, yogurt in technicolor, studiati in modo da colpire la parte del nostro cervello che dice ‘gnam’, hanno un loro lato oscuro: secondo un numero crescente di studi, causerebbero problemi comportamentali e deficit d’attenzione nei piccoli consumatori. Tanto che un comitato d’esperti della Food and Drug Administration, l’agenzia Usa dei farmaci e degli alimenti, ha cominciato una revisione delle ricerche sugli effetti dei coloranti artificiali, seguendo l’esempio europeo.
Con un clamoroso ritorno sui suoi passi, infatti, la scorsa settimana la Fda ha pubblicato un rapporto che evidenzia l’influenza dei coloranti sintetici su alcuni bambini.