Dal 1 marzo prossimo i biberon al bisfenolo A (Bpa) non potranno più essere fabbricati, mentre dal 1 giugno sarà vietata “l’immissione sul mercato e l’importazione nell’Unione di materiali e oggetti di materia plastica destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari che non sono conformi alla presente direttiva“. Lo stabilisce la direttiva 2011/8/ue della Commissione europea, pubblicata nei giorni scorsi sulla Gazzetta dell’Unione. Il testo modifica la direttiva 2002/72/CE per quanto riguarda le restrizioni d’impiego del bisfenolo A nei biberon di plastica. Il Bpa “viene impiegato – ricorda la direttiva – come monomero nella fabbricazione di policarbonato. Le materie plastiche quali il policarbonato vengono impiegate nella fabbricazione di biberon“. Se i biberon “vengono riscaldati in determinate condizioni, piccoli quantitativi di Bpa possono passare dal contenitore per alimenti agli alimenti e alle bevande ivi contenuti ed essere quindi ingeriti“.
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I bimbi a cui vengono tolte tonsille o adenoidi rischiano di ingrassare di più
Bimbi troppo grassi per colpa del bisturi. La tonsillectomia è una delle operazioni più comuni fra i bambini, ma secondo uno studio dell’American Academy of Otolaryngology i genitori dei piccoli pazienti dovrebbero tenere d’occhio la bilancia: dopo questo intervento, infatti, i ragazzini sono a maggior rischio di sovrappeso. E lo stesso accade dopo la rimozione delle adenoidi. Lo studio, pubblicato su ‘Otolaryngology – Head and Neck Surgery’ ha esaminato una serie di ricerche condotte su un totale di 795 bambini e ragazzi da 0 a 18 anni, tutti normopeso o al massimo in sovrappeso, che si erano sottoposti a uno dei due interventi.
Casi di tubercolosi in una scuola primaria di Milano: allerta e controlli della Asl
Due bimbi della scuola primaria Leonardo da Vinci di Milano si sono ammalati di tubercolosi, e ora l’Asl eseguirà test a tappeto per verificare l’eventuale presenza di altri episodi di infezione.
“A seguito della segnalazione all’Asl di un caso di tubercolosi in un bambino frequentante la scuola primaria L. da Vinci di Milano – spiega l’azienda di corso Italia in una nota – sono state condotte indagini al fine di identificare la fonte del contagio. Queste hanno consentito di individuare un secondo caso di tubercolosi in un bambino che ha frequentato la scuola lo scorso anno. E’ stato stabilito che il contagio non è avvenuto da bambino a bambino“, precisa l’Asl.
Varicella: colpiti più di 180mila bambini in Italia
Non solo influenza. Le mamme italiane sono alle prese con la varicella. “Si stimano circa 180 mila casi nel Paese, per lo più in bimbi di 3-4 anni, e in generale concentrati fra i piccoli sotto gli 8 anni“. Lo dice all’Adnkronos Salute Italo Farnetani, pediatra e docente a contratto dell’Università di Milano-Bicocca.
“Quest’anno – spiega – rispetto al normale andamento dei casi, che iniziano ad aumentare in dicembre, si è registrato un leggerissimo ritardo nell’esplosione del virus, dovuto al rientro a scuola il 10 gennaio, dunque qualche giorno dopo l’Epifania“. Attualmente, comunque, i casi sono in aumento progressivo.
Difetti del feto: il ruolo dell’acido folico
Spina bifida, anencefalia, encefalocele. Sono i principali difetti congeniti del tubo neurale, che si possono formare nel feto durante i primi 28 giorni dopo il concepimento: in Italia l’incidenza è di un caso ogni 1.000 gravidanze. Lo ‘scudo’ più efficace contro questi gravi problemi è l’acido folico (o vitamina B9), di cui è consigliata alle donne in età fertile l’assunzione nelle giuste quantità, 400 microgrammi al giorno, anche prima di rimanere incinta, proprio per la precocità con cui si presentano le malformazioni. In alcuni Paesi, come gli Stati Uniti, per assicurare un’assunzione adeguata di acido folico a tutta la popolazione, non solo alle donne che desiderano un bambino, vige l’obbligo di fortificazione delle farine con questa sostanza. Tale integrazione non esiste in Italia, dove sono presenti sul mercato solo alcuni prodotti ‘arricchiti’ in vitamina B9, tra cui cereali da colazione, succhi di frutta e latte speciale Uht. Esperti americani e italiani si sono dati appuntamento al meeting ‘Folic Acid: State of the Art’ all’università Campus Biomedico di Roma, per confrontarsi sull’argomento.
Obesità nei bambini: la mancanza di vitamina D ne è una causa
Non è colpa solo di dolciumi, cibi grassi e della pigrizia. Se il bambino tende ad ingrassare e accumulare ‘rotolini’ di ciccia, in particolare nel girovita, la colpa potrebbe essere anche della carenza di vitamina D. Lo suggerisce uno studio dell’Università del Michigan, pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition e segnalato dall’osservatorio FederSalus. Secondo la ricerca, coordinata da Eduardo Villamor, la propensione ad accumulare adipe addominale e a ingrassare rapidamente sarebbe legata proprio a un deficit di vitamina D. Con rischi importanti per la salute. L’accumulo di grasso addominale, infatti, è considerato la prima causa del fisico ‘a forma di mela’, una struttura che espone la persona a un maggior rischio di diabete di tipo 2 precoce e, in età adulta, di altre malattie dell’apparato cardiovascolare.
Fecondazione assistita: 350 bimbi l’anno arrivano da ovuli congelati
In Italia circa 350 bebè l’anno arrivano dal ‘grande freddo’. Vale a dire che quasi un bambino al giorno nel 2009 (ultimi dati disponibili) è nato da ovuli congelati, crioconservati per consentire ad aspiranti genitori di diventare mamma e papà al momento giusto. A scattare la fotografia della situazione italiana per l’Adnkronos Salute è il ginecologo Mauro Schimberni, docente della II Facoltà di medicina dell’università Sapienza di Roma. Oltre al ‘popolo della provetta’, a ricorrere alla crioconservazione sono per lo più pazienti oncologici, che cercano così di preservare la possibilità di avere un figlio in barba al male che incalza e a cure irrinunciabili. Ma le strutture pubbliche, per chi decide di crioconservare i propri ovuli, “sono per lo più assenti – spiega Schimberni – In Italia contiamo su appena due o tre centri pubblici, presenti a Bologna e Milano“. E così per quelle donne che si ammalano di cancro, ma non vogliono rinunciare alla possibilità di avere un figlio, “l’unica strada percorribile, dopo aver bussato alla porta dei pochi centri pubblici disponibili, resta quella del privato con una spesa che si aggira tra i 2 e i 3 mila euro. Accettabile, ma comunque ingente“.
Parto prematuro: aspartame sotto accusa
Nuovi sospetti per l’aspartame, dolcificante contenuto in diversi prodotti light, dolciumi e alimenti per l’infanzia, che già in passato è stato al centro di polemiche come presunto responsabile di danni alla salute. Uno studio italiano sui topi rilancia l’accusa di provocare il cancro, indicando un significativo aumento di tumori al fegato e al polmone. Mentre una ricerca danese su circa 60 mila donne, recentemente pubblicata sull”American Journal of Nutrition’, dimostra che il prodotto aumenta i rischi di parto prematuro. Due lavori scientifici che, in Francia, l’Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare (Anses) ha deciso di valutare attentamente. Un esame che potrebbe portare le autorità d’Oltralpe a raccomandazioni sul consumo del dolcificante.
Tappe dello sviluppo: le misure dei feti, come cambiano e quali sono nella norma
Più lunghi e pesanti del 5-10% rispetto al 1970. Le misure medie aggiornate dei nuovi bebé e dei feti alla fine della gestazione – secondo i nuovi dati della Società Italiana di Diagnosi Prenatale e Medicina Materno Fetale (Sidip) – indicano infatti che i bambini alla nascita hanno oggi un peso medio maggiore di tre etti rispetto a 30 anni fa, mentre i feti alla fine della gestazione sono più lunghi di un centimetro e mezzo. E con le nuove tavole di misurazione fetale messe a punto dalla Sidip arrivano anche innovativi supporti tecnologici, ovvero software dedicati alla gestione dei dati biometrici, con riduzione del tempo di calcolo e minori errori interpretativi. Ma come sono cambiate le misure dei feti?
Cambiano le misure dei neonati: nuove tavole biometriche per evitare errori di valutazione
Più lunghi, più cicciottelli e più ‘massicci’. Sono i ‘super bebe” degli anni 2000, le cui misure sono aumentate del 5-10% nell’arco di un trentennio. Una vera e propria ‘rivoluzione’ che ha spinto gli esperti ad aggiornare i parametri di misurazione dei feti, ormai datati e ‘fermi’ ad oltre 25 anni fa: le nuove tavole biometriche di riferimento per la crescita fetale sono state messe a punto della Società Italiana di Diagnosi Prenatale e Medicina Materno Fetale (Sidip), che sollecita la loro adozione proprio per evitare errori nella valutazione dello stato di salute dei nascituri.