Cambiano le misure dei neonati: nuove tavole biometriche per evitare errori di valutazione

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Più lunghi, più cicciottelli e più ‘massicci’. Sono i ‘super bebe” degli anni 2000, le cui misure sono aumentate del 5-10% nell’arco di un trentennio. Una vera e propria ‘rivoluzione’ che ha spinto gli esperti ad aggiornare i parametri di misurazione dei feti, ormai datati e ‘fermi’ ad oltre 25 anni fa: le nuove tavole biometriche di riferimento per la crescita fetale sono state messe a punto della Società Italiana di Diagnosi Prenatale e Medicina Materno Fetale (Sidip), che sollecita la loro adozione proprio per evitare errori nella valutazione dello stato di salute dei nascituri.

Le misure dei bebè moderni
E’ insomma iniziata l’era dei ‘super-bebe”. E le misure lo dicono chiaramente: se infatti nel 1977 il peso neonatale alla nascita era all’incirca di 3,5 kg, nel 2007 si raggiungono in media i 3,8 kg; è aumentata anche la circonferenza addominale dei feti (da 320 mm nel 1977 a 342 mm nel 2008 alla 38/a settimana di gestazione). E sempre alla 38/a settimana i piccoli in grembo risultano anche più lunghi: la lunghezza del femore é aumentata in 30 anni passando da 71 mm a 72,5 mm.

Come cambia la fisionomia dei feti
In 30 anni – spiega il presidente Sidip Claudio Giorlandino – è cambiata la fisionomia dei feti nelle ultime settimane di gestazione e dei nascituri: si rileva un +5-10% di crescita sia per lunghezza che per peso e di solito i maschi sono più grandi delle femmine. Una tendenza comune in tutta Europa“. Una corretta valutazione dello sviluppo del feto, spiega quindi l’esperto, “è di fondamentale importanza per riconoscere un’anomalia della crescita fetale e fornire tempestivamente la più adeguata assistenza prenatale. Ma a tale scopo vengono utilizzate classiche ed ormai vetuste tavole biometriche di riferimento, che risultano oggi obsolete“.

Le nuove tavole biometriche
Da qui la novità promossa dalla Sidip: Le nuove tavole biometriche derivano da un’ampia casistica ecografica, basandosi sullo studio di oltre 5.000 feti di donne italiane con gravidanza “a basso rischio”. Il lavoro è pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Prenatal Medicine e rappresenta la base, sottolinea Giorlandino, di “un processo di valutazione biometrica e statistica che continua ad essere aggiornato, con l’obiettivo di produrre ogni 6 mesi/1 anno nuove curve sempre più accurate con l’aumentare della numerosità del campione“.

Il software IBIS e iFetus
E novità arrivano anche sul fronte tecnologico: la Sidip ha infatti creato software innovativi dedicati alla gestione dei dati biometrici, con riduzione del tempo di calcolo e minori errori interpretativi. In particolare, il software per windows I.B.I.S. (Italian Biometric Integrated System, Microtec), rivolto ai ginecologi ecografisti, è strutturato con specifici algoritmi che permettono di calcolare con maggiore accuratezza il range di riferimento dei vari parametri biometrici misurati, non più per settimana, ma per giorno di età gestazionale, migliorando i criteri interpretativi soprattutto nella fase di passaggio da una settimana alla successiva. E l’ultima applicazione nata, iFetus, è stata sviluppata per iPhone.

Il bebè è normale o fuori norma?
Le nuove tavole, rileva Giorlandino, “si stanno progressivamente diffondendo nei reparti di ostetricia ed è auspicabile che tutti gli operatori si attengano alle nuove tabelle, eliminando le classiche e desuete curve biometriche che, da oltre un quarto di secolo, vengono utilizzate con sempre maggiore imprecisione“. Il rischio, conclude il presidente Sidip, è anche quello di “giudicare ‘fuori norma’ un neonato che invece, sulla base dei parametri aggiornati, è perfettamente normale“.

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