All’improvviso, la consapevolezza che quel fardello stava per passare a lei, la fece sentire molto stanca e cadde in ginocchio davanti all’altare. Attraverso i gambali di pelle di daino, sottili ma robusti, sentì la pietra liscia, levigata dal passaggio di molte generazioni. Stringendosi le spalle tra le mani giurò che non avrebbe rovinato quel momento solenne per la Madre o per le altre. In silenzio e con fervore, pregò la Grande Lupa che la cieca Vivien non inciampasse.
Come se fosse in grado di vedere (ma una cosa simile non era possibile, vero?), Madre Lupa sollevò le mani verso la nicchia vuota e offrì il suo saluto. A dispetto di se stessa, Megarin tremò. “Ti prego, o grande Lupa, fa che la sua vecchia mente non dimentichi che la coppa di cristallo è stata rubata da quella traditrice di Magda.”
Il marchio della lupa -3-
Dal momento che non era stata messa alla prova davanti agli anziani, Megarin non sentì nessuna gioia per aver ottenuto quello che era stato il sogno della sua fanciullezza. Quando