L’acqua dell’eterna giovinezza -parte terza-

 Il principe prestò la sua spada a ciascuno dei tre sovrani ed anche il pane magico. Li aiutò fino a quando non tornò la pace. Dopo un lungo viaggio e molte peripezie, i principi arrivarono finalmente al capezzale del loro padre.
L’ultimo dei tre fratelli tese la sua coppa al re che ne bevve il contenuto. Sfortunatamente la sua malattia si aggravò. Allora gli altri due fratelli presentarono al loro padre la coppa che avevano portato e che conteneva l’acqua che avevano sottratto al suo fratello sostituendola con quella salata. Il sovrano, non solo guarì subito, ma si trovò anche ringiovanito. I due fratelli intriganti accusarono il più giovane di aver voluto avvelenare il loro padre allo scopo di ereditare il regno.
Poi lo presero anche in giro: “Tu sei coraggioso, ma molto ingenuo, caro fratello. Noi abbiamo scambiato le coppe. Tra un anno uno di noi sposerà la principessa di cui tu ci hai parlato. Ma non parlare se non vuoi morire”.
Nel frattempo il re era molto irritato. Poiché credeva che il suo giovane figlio avesse voluto attentare alla sua vita, lo fece condannare a morte dalla corte ed incaricò uno dei suoi cacciatori di eseguire la sentenza.

L’acqua dell’eterna giovinezza -parte seconda-

 Il re acconsentì. Il giovane principe incontrò a sua volta il nano che gli chiese il motivo del suo viaggio.
“Mio padre sta per morire ed io sto tentando di trovare l’acqua dell’eterna giovinezza per poterlo salvare”, rispose il principe gentilmente.
“Sai almeno dove si trova?” gli chiese il nano.
“Ahimè! No” rispose il principe con rimpianto.
“Tu non sei orgoglioso come i tuoi fratelli, quindi t’indicherò dove trovarla. Quest’acqua miracolosa si trova nel cortile di un castello incantato, dove sgorga da una fontana. Ecco una bacchetta magica con la quale busserai tre volte alla porta del castello. Questa si aprirà e tu vedrai all’interno due leoni che fedelmente fanno la guardia. Getterai loro queste due forme di pane ed essi ti lasceranno passare. Vai dritto alla fontana e raccogli in una coppa l’acqua dell’eterna giovinezza. Ma stai attento, bisogna che tu venga via prima che suonino i dodici colpi di mezzogiorno, in caso contrario rimarrai prigioniero nel castello”.
Il principe ringraziò il nano e proseguì il cammino portando con se la bacchetta magica e le due pagnotte.

L’acqua dell’eterna giovinezza -parte prima-

 C’era una volta un re che era molto malato, così malato che i suoi tre figli ne provavano una gran pena. Per nascondere le loro lacrime si erano rifugiati nel parco del castello, allorquando videro venir loro incontro un vecchio al quale confidarono il loro tormento.
“Conosco un rimedio” disse l’uomo “è l’acqua dell’eterna giovinezza. Qualche sorso basterà a guarire il re, ma è molto difficile procurarsela”.
Il primo dei tre figli si precipitò al capezzale di suo padre e lo mise al corrente del suo desiderio di partire alla ricerca di questo miracoloso rimedio.
“L’impresa è troppo pericolosa, è meglio che io muoia, figlio mio”, rispose il re in fin di vita, “non voglio che tu rischi la tua vita”.
Ma il figlio primogenito insistette e infine ottenne il consenso di suo padre, pensando che a missione compiuta avrebbe ereditato il suo regno. Il principe inforcò il suo robusto destriero e si mise in cammino. Cavalcò giorni e giorni, allorquando incontrò un nano che sembrava lo stesse aspettando.
“Dove vai così in fretta bravo cavaliere?” gli chiese il nano.

Le canzoni dei cartoni animati: Dragon Ball

 DRAGON BALL

Dragon Ball
Mystic full of Louds
Dragon Ball
Fighting Underground
Dragon Ball
Oooooh

Quante avventure fantastiche
fra mille azioni acrobatiche
tanti avversari da battere
con forza e volontà
sei veramente fortissimo
ma tu non sai dove arriverai
con le sette sfere
D-R-A-G-O-N BALL

Cartoni animati: L’incantevole Creamy

 L’incantevole Creamy (“L’angelo della magia Creamy Mami”), è una serie televisiva animata prodotta in Giappone nel 1983 e parallelamente adattata in un manga raccolto in due tankōbon. L’anime fu trasmesso per la prima volta in Italia nel febbraio 1985 su Italia 1, poco dopo il Corriere dei Piccoli iniziava la serializzazione del manga in una versione colorata e parziale. Il manga è stato poi ripubblicato dalla Star Comics nel 1999 completo in versione originale bianconero.

La storia
Tokyo – 1 luglio 1983, quartiere di Kurimigaoka. Yū Morisawa, bambina vivace, fantasiosa e piena di sogni, grazie a queste sue qualità riesce a scorgere nel cielo un’arca di cristallo, che pochissime altre persone al mondo sembrano riuscire a vedere. Il folletto Pinopino, proveniente dal pianeta Stella Piumata, per ringraziare Yū di aver liberato l’arca da una tempesta di sogni, le dona un medaglione magico (a forma di portacipria) che le consentirà di avere poteri fantastici. Questo regalo, la avverte Pinopino, dovrà essere restituito dopo un anno causa l’esaurimento della sua energia. Lo strano esserino lascia sulla Terra anche due creature della Stella Piumata, Posi e Nega, dalle sembianze di due gattini, che veglieranno su Yū e l’aiuteranno ad usare i suoi nuovi poteri.
La sera stessa Yū prova ad usare i poteri dello strano medaglione dal quale, seguendo le indicazioni di Posi e Nega, estrae una bacchetta con cui, tramite la formula «pampulu-pimpulu-parim-pampùm», si ritrova trasformata in una bellissima ragazza di 16 anni che, per una serie di vicissitudini, chiamerà Creamy Mami in omaggio al negozio di crêpe dei genitori, il Creamy crêpe.

Gravidanza e prevenzione dell’aborto: arrivano gli antibiotici pre-amniocentesi

 Antibiotici ‘salva bebè’ prima dell’amniocentesi: l’uso sempre maggiore di questi farmaci prima di eseguire l’esame ha ridotto il rischio aborto da 1 su 100 a meno di 1 su 1000. Ad affermarlo è Paolo Scollo, direttore del dipartimento Materno infantile e dell’Unità operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’Azienda ospedaliera Cannizzaro di Catania e vicepresidente della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo).
Nei reparti di Ostetricia – ribadisce l’esperto – il numero di donne in gravidanza ricoverate per complicanze dell’amniocentesi si è, nel corso degli anni, notevolmente ridotto: in passato il rischio di aborto era dell’1%, che è sceso progressivamente allo 0,3-0,5%. L’assunzione di antibiotici prima dell’esame è finalizzata a contrastare i batteri che normalmente colonizzano le vie genitali femminili anche durante la gravidanza e che, sfruttando il momento del prelievo del liquido amniotico, possono causare infezioni al liquido stesso, determinando di conseguenza la rottura del sacco amniotico in cui è contenuto il bambino. Il rischio di aborto legato all’amniocentesi, infatti, non dipende strettamente dal prelievo in sé, ma è legato all’eventualità che il liquido si infetti, nei giorni immediatamente successivi“.

La Bella addormentata nel bosco -parte quarta-

 C’era un silenzio, che metteva paura: dappertutto l’immagine della morte: non si vedevano altro che corpi distesi per terra, di uomini e di animali, che parevano morti, se non che dal naso bitorzoluto e dalle gote vermiglie dei guardaportoni, egli si poté accorgere che erano soltanto addormentati, e i loro bicchieri, dove c’erano sempre gli ultimi sgoccioli di vino, mostravano chiaro che si erano addormentati trincando. Passa quindi in un altro gran cortile, tutto lastricato di marmo; sale la scala ed entra nella sala delle guardie, che erano tutte schierate in fila colla carabina in braccio, e russavano come tanti ghiri; traversa molte altre stanze piene di cavalieri e di dame, tutti addormentati, chi in piedi chi a sedere. Entra finalmente in una camera tutta dorata, e vede sopra un letto, che aveva le cortine tirate su dai quattro lati, il più bello spettacolo che avesse visto mai, una principessa che mostrava dai quindici ai sedici anni, e nel cui aspetto sfolgorante c’era qualche cosa di luminoso e di divino. Si accostò tremando e ammirando, e si pose in ginocchio accanto a lei. In quel punto, siccome la fine dell’incantesimo era arrivata, la principessa si svegliò, e guardandolo con certi occhi, più teneri assai di quello che sarebbe lecito in un primo abboccamento, “Siete voi, o mio principe?”, ella gli disse. “Vi siete fatto molto aspettare!”

La Bella addormentata nel bosco -parte terza-

 Gli stessi spiedi, che giravano sul fuoco, pieni di pernici e di fagiani si addormentarono: e si addormentò anche il fuoco. E tutte queste cose furono fatte in un batter d’occhio; perché le fate sono sveltissime nelle loro faccende.
Allora il re e la regina, quand’ebbero baciata la loro figlia, senza che si svegliasse, uscirono dal castello, e fecero bandire che nessuno si fosse avvicinato a quei pressi. E la proibizione non era nemmeno necessaria, perché in meno d’un quarto d’ora crebbe, lì dintorno al parco, una quantità straordinaria di alberi, di arbusti, di sterpi e di pruneti, così intrecciati fra loro, che non c’era pericolo che uomo o animale potesse passarvi attraverso. Si vedevano appena le punte delle torri del castello: ma bisognava guardarle da una gran distanza. E anche qui è facile riconoscere che la fata aveva trovato un ripiego del suo mestiere, affinché la principessa, durante il sonno, non avesse a temere l’indiscrezione dei curiosi. In capo a cent’anni, il figlio del re che regnava allora, e che era di un’altra famiglia che non aveva che far nulla con quella della principessa addormentata, andando a caccia in quei dintorni, domandò che cosa fossero le torri che si vedevano spuntare al di sopra di quella folta boscaglia.

La Bella addormentata nel bosco -parte seconda-

 Fatto sta, che passati quindici o sedici anni, il re e la regina essendo andati a una loro villa, accadde che la principessa, correndo un giorno per il castello e mutando da un quartiere all’altro, salì fino in cima a una torre, dove in una piccola soffitta c’era una vecchia, che se ne stava sola sola, filando la sua rocca. Questa buona donna non sapeva nulla della proibizione fatta dal re di filare col fuso.
“Che fate voi, buona donna?”, disse la principessa. “Son qui che filo, mia bella ragazza”, le rispose la vecchia, che non la conosceva punto.
“Oh! carino, carino tanto!”, disse la principessa, “ma come fate? datemi un po’ qua, che voglio vedere se mi riesce anche a me.” Vivacissima e anche un tantino avventata com’era (e d’altra parte il decreto della fata voleva così), non aveva ancora finito di prendere in mano il fuso, che si bucò la mano e cadde svenuta. La buona vecchia, non sapendo che cosa si fare, si mette a gridare aiuto. Corre gente da tutte le parti; spruzzano dell’acqua sul viso alla principessa: le sganciano i vestiti, le battono sulle mani, le stropicciano le tempie con acqua della regina d’Ungheria; ma non c’è verso di farla tornare in sé.

La Bella addormentata nel bosco -parte prima-

 C’era una volta un re e una regina che erano disperati di non aver figli, ma tanto disperati, da non potersi dir quanto. Andavano tutti gli anni ai bagni, ora qui ora là: voti, pellegrinaggi; vollero provarle tutte: ma nulla giovava. Alla fine la regina rimase incinta, e partorì una bambina.
Fu fatto un battesimo di gala; si diedero per comari alla principessina tutte le fate che si poterono trovare nel paese, ce n’erano sette, perché ciascuna di esse le facesse un regalo; e così toccarono alla principessa tutte le perfezioni immaginabili di questo mondo.
Dopo la cerimonia del battesimo, il corteggio tornò al palazzo reale, dove si dava una gran festa in onore delle fate. Davanti a ciascuna di esse fu messa una magnifica posata, in un astuccio d’oro massiccio, dove c’era dentro un cucchiaio, una forchetta e un coltello d’oro finissimo, tutti guarniti di diamanti e di rubini. Ma in quel mentre stavano per prendere il loro posto a tavola, si vide entrare una vecchia fata, la quale non era stata invitata con le altre, perché da cinquant’anni non usciva più dalla sua torre e tutti la credevano morta.
Il re le fece dare una posata, ma non ci fu modo di farle dare, come alle altre, una posata d’oro massiccio, perché di queste ne erano state ordinate solamente sette, per le sette fate.