Fiabe Sudamericane: la leggenda del lagp Titikaka

 Il lago Titicaca, il più grande del Sud America, si trova a quasi quattromila metri di altezza sull’altopiano ai confini tra la Bolivia e il Perù attuali. Per gli Incas, il lago era un luogo sacro. Ecco ora una leggenda che spiega come il lago fu creato e che risponde perfettamente alla realtà di una zona in cui i terremoti sono frequentissimi.
Molto tempo fa, sull’altopiano sorgeva una grande e ricca città costruita da una popolazione fiera e arrogante. Gli abitanti erano così compiaciuti della loro città, da rifiutarsi di ammettere che al mondo ci fosse alcunché di più bello.
Un giorno arrivò nella città un gruppo di cenciosi Indios che ben presto attrassero l’attenzione della gente profetizzando la distruzione della ricca città. Preparatevi, dicevano la rovina è vicina, ed essa verrà sotto forma di terremoti, inondazioni e incendi.

Le fiabe più belle: la ragazza che nacque da una palma di cocco

C’era una volta un paese dove dappertutto crescevano palme da cocco. Gli abitanti non avevano mai fame, perche’ in ogni momento potevano salire su un albero o scuoterlo e mangiare una noce di cocco. Il re di quella terra naturalmante aveva piu’ cocco di tutti gli altri abitanti del paese. Aveva anche sette mogli, ma nessuna di loro era mai stata in grado di dargli un figlio o una figlia. Il re era molto triste perché non aveva mai provato la grande emozione di stringere tra le braccia un figlio suo. Inoltre non aveva discendenti. “Chi governerà il mio popolo quando io non ci saro’ piu'” si chiedeva spesso il re.

Le fiabe più belle: le arance d’oro

C’era una volta un re che possedeva un giardino con moltissimi alberi. Erano tutti belli, ma il piu’ pregiato era quello dalle arance d’oro. Il re controllava spesso che nessuno rubasse le arance, ma c’era un cardellino che faceva addormentare chiunque facesse la guardia, anche il re in persona. Allora il re fece annunciare che avrebbe dato una ricompensa a chi gli avrebbe portato vivo o morto quel cardellino dispettoso. Un giorno, al castello, si presento’ un contadino, che voleva la mano della principessa in cambio del cardellino. Il re non era d’accordo, ma accetto’ lo stesso. Quando il giovane torno’ col cardellino, il re pero’non mantenne la parola data , perche’ non voleva per genero uno zoticone. Il re comincio’ a fare i dispetti al cardellino, per farsi dire dov’erano nascoste le arance.

Le fiabe più belle: il vento fuori stagione

In un lontano paesino, viveva un vecchio mago egoista che aveva rubato il venticello di primavera per averlo solo per se’. In un giorno di pioggia, il mago usci’ a prendere il giornale e porto’ con se ‘ la sua borsa magica con dentro tutti i suoi segreti e le sue armi incantate. Dentro alla borsa aveva anche la scatola dove aveva rinchiuso la brezza profumata di fiori che soffia solo all’inizio della primavera. Mentre stava camminando, inciampo’ in un cagnolino che stava attraversando la strada. La borsa si apri’ e tutto si sparse sul marciapiede. Cadde anche la scatola con il vento, che si apri’ e fece scappare quello che c’era dentro. Purtroppo era il mese di ottobre e la brezza primaverile non sapeva dove andare.

Le fiabe più belle: la camicia dell’uomo contento

Un Re aveva un figlio unico e gli voleva bene come alla luce dei suoi occhi. Ma questo Principe era sempre scontento. Passava giornate intere affacciato al balcone, a guardare lontano. Ma cosa ti manca? – gli chiedeva il Re. – Che cos’hai? Non lo so, padre mio, non lo so neanch’io. Sei innamorato? Se vuoi una qualche ragazza dimmelo, e te la farò sposare, fosse la figlia del Re più potente della terra o la più povera contadina! No, padre, non sono innamorato.E il Re a riprovare tutti i modi per distrarlo! Teatri, balli, musiche, canti; ma nulla serviva, e dal viso del Principe di giorno in giorno scompariva il color di rosa.Il Re mise fuori un editto, e da tutte le parti del mondo venne la gente più istruita: filosofi, dottori e professori. Gli mostrò il Principe e domandò consiglio. Quelli si ritirarono a pensare, poi tornarono dal Re.

Fiabe americane: la rana e lo scorpione

 Una rana e uno scorpione si incontrarono davanti a un fiume. Entrambi volevano passare dall´altra parte, e se la rana non aveva difficoltà, lo scorpione era preoccupato, perché non sapeva nuotare. Per piacere, mia cara rana, mi porteresti dall´altra parte del ruscello?” chiese lo scorpione, con la voce più dolce che gli riuscì di fare.
“Fossi matta!” gli rispose la rana “Non provare nemmeno ad avvicinarti, non ho nessuna voglia di farmi pungere da te”.

Fiabe africane: il piccolo Kabenia

 Kabenla era un ragazzino che viveva in un piccolo villaggio. Aiutava molto i genitori nei campi e ogni mattina andava a prendere l´acqua al fiume. Una mattina Kabenla pensò che la vita nel suo villaggio era troppo noiosa, tutti lavoravano tutto il giorno e la sera andavano a dormire stanchi. Così al bimbo venne un´idea per movimentare un po´ la vita nel villaggio: quando fu abbastanza vicino alle capanne perché tutti potessero sentirlo, si mise all´improvviso a gridare: “Aiuto! Aiuto! Ho visto un leone! Venite, presto! C´è un leone molto grosso!”.

Fiabe arabe: l’uomo che aveva paura delle stelle

 C’era una volta un uomo al quale non cresceva la barba, e per questo veniva chiamato Köse, il “senza barba”. Quest’uomo viveva con la moglie e non faceva assolutamente niente. La moglie sgobbava e Köse viveva del lavoro della moglie. Un giorno la moglie lo rimproverò perché era stanca di lavorare anche per lui ma Köse risponse che quello era il suo modo di vivere e che le piacesse o no sarebbe rimasto tutto così.
La donna pensò quindi di escogitare qualcosa. Sapeva che il marito aveva paura delle stelle e così un giorno, dopo aver cucinato il pane, lasciò la pagnotta sulla soglia e quando venne buio chiese al marito di andarla a prendere.

Le fiabe più belle: il librone degli incantesimi

C’era una volta un mago che era molto abile nel fare gli incantesimi. Da molti anni ormai abitava in una capanna in mezzo al bosco ed era molto infelice perché, sentendosi ormai vecchio e vicino a morire, non sapeva a chi trasmettere l’arte della sua magia.
Un giorno vide, per caso, due bambini che giocavano in un prato: erano un fratellino e una sorellina, piccoli, vispi e belli. “Ecco i bambini che fanno al caso mio! Li prenderò e insegnerò loro l’arte della stregoneria”, pensò subito il mago. E, fabbricata una rete di capelli, li catturò e li portò nella sua capanna.

Le fiabe più belle: Biancaneve e i sette nani

Una volta, nel cuor dell’inverno, mentre i fiocchi di neve cadevano dal cielo come piume, una regina cuciva, seduta accanto a una finestra, dalla cornice d’ebano.
E così, cucendo e alzando gli occhi per guardar la neve, si punse un dito, e caddero nella neve tre gocce di sangue.
Il rosso era così bello su quel candore, ch’ella pensò:
“Avessi una bambina bianca come la neve, rossa come il sangue e dai capelli neri come il legno della finestra!”
Poco dopo diede alla luce una figlioletta bianca come la neve, rossa come il sangue e dai capelli neri come l’ebano; e la chiamarono Biancaneve.
E quando nacque, la regina morì.