Fiabe africane: il piccolo Kabenia

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Kabenla era un ragazzino che viveva in un piccolo villaggio. Aiutava molto i genitori nei campi e ogni mattina andava a prendere l´acqua al fiume. Una mattina Kabenla pensò che la vita nel suo villaggio era troppo noiosa, tutti lavoravano tutto il giorno e la sera andavano a dormire stanchi. Così al bimbo venne un´idea per movimentare un po´ la vita nel villaggio: quando fu abbastanza vicino alle capanne perché tutti potessero sentirlo, si mise all´improvviso a gridare: “Aiuto! Aiuto! Ho visto un leone! Venite, presto! C´è un leone molto grosso!”.

Tutti gli uomini così accorsero con le armi in mano e si avviarono alla ricerca delle tracce del leone, mentre le donne e i bambini si rinchiusero nelle capanne per la paura. Kabenla era contentissimo dello scherzo riuscito ed era altrettanto contento della credulità dei suoi genitori ai quali aveva raccontato la storia al loro ritorno dai campi. La sera, mentre il ragazzino stava raccontando ancora una volta la storia alla sua povera mamma che non riusciva a smettere di piangere per la gioia di avere il suo amato figliolo ancora vivo, il capo del villaggio comparve sulla soglia della loro capanna. Era molto adirato perché al fiume nessuno dei suoi uomini aveva trovato tracce del leone e questo faceva credere che Kabenla si fosse inventato tutto. Ma il ragazzino si mise a piangere e giurò di non aver raccontato nessuna bugia.
Nei giorni seguenti il padre accompagnò ogni mattina il figlio sulla strada che portava al fiume. Il leone non si vide e le impronte non si trovavano così anche il padre cominciò a dubitare del figlio. Quando Kabenla ricominciò ad andare al fiume da solo non resistette alla tentazione di mettere una seconda volta in agitazione gli abitanti del villaggio. Ma questa volta il capo del villaggio volle a tutti i costi che Kabenla andasse con lui e i suoi migliori cacciatori perché potesse mostrare loro il punto esatto in cui aveva visto il leone. Il ragazzino sapeva che avrebbe dovuto usare tutta la sua intelligenza perché gli altri lo potessero credere e così disse di aver visto il leone sdraiato su un piccolo rialzo del terreno. Purtroppo però gli uomini, tutti esperti cacciatori, non trovarono neanche questa volta la minima traccia. Kabenla fu costretto a confessare. Il capo portò Kabenla davanti ai suoi genitori che si arrabbiarono moltissimo perché il loro unico figlio aveva portato su di loro la vergogna.
La mattina seguente Kabenla si alzò molto presto perché voleva andare al fiume a prendere acqua per i suoi genitori senza essere visto. Ma quella mattina il leone c´era davvero. Kabenla si mise a urlare più forte che poteva ma i contadini che abitavano lì vicino non gli diedero ascolto. Quando i suoi genitori passarono per andare a lavorare nei campi i contadini dissero loro che anche quella mattina Kabenla aveva cercato di spingere gli uomini alla caccia. Il padre preso dall´ira andò a cercare il ragazzo ma lo spettacolo che gli si presentò di fronte fu terribile. Kabenla era stato massacrato dal leone. “Gli dei lo hanno punito crudelmente per le sue bugie” mormorò il padre di Kabenla e, con gli occhi pieni di lacrime, si avviò verso casa.

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