Il marchio della lupa -11-

di Redazione Commenta

Magda trasalì, ma scattò in avanti. Megarin si rese conto che quella donna le era superiore. La traditrice aveva completato e padroneggiato tutto l’addestramento, mentre Megarin si era concentrata soprattutto sulla velocità del fulmine. Appoggiandosi al piede sinistro, Magda sferrò un calcio basso: Il punto di forza del colpo era nel tacco che si abbatté sul ginocchio sinistro di Megarin. In vece di cadere all’indietro, Megarin rilasciò i muscoli e si accartocciò sotto il calcio, colpendo con la mano sinistra il plesso solare di Magda. O almeno ci provò. Magda lo schivò e cercò la gola di Megarin. Parando con la coppa sacra, Megarin sentì la propria carne vibrare quando la mano di Magda incontrò la coppa. La donna gridò e corrugò la fronte. Megarin si fece più vicina e la colpì con tre pugni con la mano sinistra. I pugni velocissimi fecero tremare la testa dell’altra e gli occhi divennero vitrei. Con un passo avanti e girandosi leggermente, Megarin sollevò un piede colpendo Magda ai reni. Magda si accasciò. I muscoli di Megarin la stavano proiettando in avanti. Muoviti sempre verso il tuo avversario. La sua mente combatté quell’istinto. Non osava continuare la lotta, non poteva permettere che l’altra riguadagnasse forza. Anche se la sua abilità aveva sorpreso la traditrice, ora Magda non l’avrbbe più sottovalutata. La sua missione era più importante! Megarin doveva prima salvare il principe e la coppa. Si mise a correre, chinandosi a raccogliere il ragazzo per cui la coppa aveva brillato. La spada di Garm le attraversò la strada.

La spada brillò di una luce scura
“I trucchi di Magda non ti hanno fermata. Questa lo farà.” Gridò: “Skarn!” La spada brillò di una luce scura più luminosa di ogni altra. Il lampo di luce ultraterrena divenne una linea sottile e bruciante. Socchiudendo gli occhi, Megarin concentrò tutta se stessa nella mano che reggeva la coppa. “Aiutami, Calice della Lupa!” E quando la tese davanti a se come uno scudo, questa brillò intensamente. La luce incandescente che emanava dalla spada di Garm venne intrappolata. Benché la spada gemesse, la luce continuò a scorrere nella coppa. Il gemito soprannaturale divenne un grido penetrante e Garm urlò. Cercò di liberare la spada, ma questa era trattenuta dal suo stesso raggio che la legava alla coppa. La luce tremolò, si rimpicciolì, divenne una striscia di fumo scuro mentre la coppa assorbiva e consumava le tremende energie che infiammavano la spada. Poi, di colpo, anche a striscia scura e fumosa che univa spada e coppa svanì. La spada emise un grido, un ululato acuto che colpì dolorosamente l’udito da lupa di Megarin. Salì di tono, fino a quando solo Megarin ed i lupi poterono udirla. Poi la spada si infranse nella mano di Garm. Frammenti di polvere lucente aleggiarono nella lama di luce che proveniva dalla finestra aperta. Ora la coppa sacra era pulita e luminosa.
Fonte: Marion Zimmer Bradley, “Sword and Sorceress”

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