Il marchio della lupa -10-

di Redazione Commenta

“Ehi, tu là!” Sotto di lei due soldati la tenevano di mira con le lance. Megarin lanciò un profondo ululato e subito si udì la risposta. Due massicci lupi della foresta si lanciarono al di là del muro e prima che i due soldati avessero il tempo di voltarsi, i lupi colpirono, azzoppando i guerrieri di Garm. Si fermarono un istante per lanciare un ululato e poi balzarono di nuovo al di là del muro.
Le persiane di legno scricchiolarono sui cardini quando Megarin si lanciò nella stanza. Toccando il pavimento di pietra, assorbì l’impatto e si rannicchiò, balzando verso l’alto e saltando sul tavolo. I suoi piedi nudi atterrarono senza vacillare sulle assi polverose. Sorpreso, Garm sbatté con forza la coppa sul tavolo ed il cristallo tintinnò, mentre il legno tremava per il colpo. Qualunque altro cristallo, persino il diamante, si sarebbe infranto, ma la coppa sacra rimase intatta. Pulendosi la bocca con il dorso della mano pelosa, Garm si riprese dallo stupore: Ridendo, le lanciò un’occhiata perversa. La sua natura lasciva traspariva dagli occhi azzurri. “Un’altra lupa con cui giocare. I miei uomini ti tratteranno come hanno fatto con le altre.”

Gli lanciò in viso il vino acido
“Prima dovrai uccidermi”, disse in un ringhio sommesso. “Come le altre?” Il suo riso impietoso la fece infuriare. Colpendo con la velocità di un lupo, gli strappò la coppa sacra dalle mani. “No, Garm, mai più.” E gli lanciò in viso il vino acido.
“Lascia che me ne occupi io, Garm.” Magda si liberò del mantello di pelliccia e balzò sulla tavola.
Mentre i suoi guerrieri ubriachi si sporgevano in avanti, Garm si passò la manica sfilacciata sul viso bagnato di vino. “Fai pure.” Voltandosi verso la donna vestita di nero, Megarin ringhiò. “Mi ricordo di te, Magda. Traditrice. Sei tu che hai rubato la coppa sacra dal suo santo luogo nel tempio.”

Megarin scostò i capelli dalla fronte
“Naturalmente, bambina. In che altro modo avrei potuto attacare vittoriosamente Wolfhaven?”
Magda si accosciò, tenendo le braccia discoste dai fianchi. “Non è rimasto nessuno che potesse insegnarvi. Tu hai il marchio, ma questo non significa nulla.”
“Nulla?” Megarin scostò i capelli dalla fronte rivelando il marchio della lupa. Sentì il calore aumentare. Ora poteva davvero vedere il bagliore rosso che emanava dalla propria fronte.
Fonte: Marion Zimmer Bradley, “Sword and Sorceress”

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