La regina della neve -parte diciannove-

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«Dormirai con me questa notte e con tutti i miei animaletti!» disse la figlia del brigante. Mangiarono e bevvero e poi andarono in un angolo dove si trovavano paglia e coperte. Un po’ più in alto, su pertiche e assicelle, erano appollaiati quasi cento colombi: sembrava che dormissero, ma si mossero un po’ quando le bambine arrivarono.
«Sono tutti miei» disse la figlia del brigante, e afferrò in fretta uno dei più vicini, tenendolo poi per le zampe e agitandolo, in modo che sbattesse le ali. «Bacialo!» gridò, sbattendoglielo sulla faccia. «Là ci sono i miei colombi selvatici!» continuò indicando le sbarre che chiudevano un buco nel muro. «Sono colombi selvatici quei due! Se ne volerebbero subito via, se non fossero chiusi a chiave. E qui si trova la mia carissima renna» e tirò per le corna una renna, che aveva un anello di rame luccicante intorno al collo e era legata. «Anche questa deve stare in gabbia, altrimenti scappa via. Ogni sera le faccio il solletico sotto il collo con il mio coltello affilato e lei ha così paura!» e prese un lungo coltello da una fessura del muro e lo fece scorrere sul collo della renna; quel povero animale si mise a tirar calci, e la figlia del brigante rise forte e trascinò Gerda con sé nel letto.
«Tieni il coltello con te anche quando dormi?» chiese Gerda guardandolo un po’ impaurita.

Raccontami di nuovo
«Dormo sempre col coltello!» rispose la figlia del brigante. «Non si sa mai quello che può succedere. Ma raccontami di nuovo quello che mi hai detto prima sul piccolo Kay e su come sei andata in giro per il vasto mondo.» Gerda raccontò dal principio, e i colombi selvatici tubavano nella gabbia, mentre gli altri dormivano. La figlia del brigante mise il braccio intorno al collo di Gerda, tenendo il coltello nell’altra mano, e dormì facendo molto rumore; Gerda invece non riuscì affatto a chiudere gli occhi, non sapeva se sarebbe vissuta o se sarebbe morta. I briganti erano seduti intorno al fuoco, cantavano e bevevano, e la moglie del brigante faceva le capriole. Oh, era orribile a vedersi per la piccola Gerda.

Tutti i piccoli morirono
Allora i colombi del bosco dissero: «Curri Curri noi abbiamo visto il piccolo Kay. Una gallina bianca portava la sua slitta, lui era seduto nella carrozza della regina della neve, che passava bassa sul bosco quando noi eravamo nel nido, faceva tanto vento che tutti i piccoli morirono, tranne noi due. Curr! Curri».
«Cosa dite lassù?» gridò Gerda «dove si è diretta la regina della neve? Sapete qualcosa?»
«È sicuramente andata in Lapponia, perché là c’è sempre neve e ghiaccio. Prova a chiedere alla renna, che è qui legata alla corda.»

Là si sta molto bene
«C’è ghiaccio e neve, là si sta molto bene!» rispose la renna. «Là si salta liberamente nelle grandi vallate che brillano! Là si trova la tenda estiva della regina della neve, ma il suo castello si trova vicino al Polo Nord, su di un’isola che si chiama Spitzberg!»
«Oh Kay, piccolo Kay!» sospirò Gerda.
«Stai un po’ ferma!» disse la figlia del brigante «altrimenti ti caccio il coltello nello stomaco!»
Al mattino Gerda raccontò tutto quello che i colombi selvatici le avevano detto, e la figlia del brigante diventò seria, ma piegò la testa dicendo: «È lo stesso, è lo stesso! Tu sai dove si trova la Lapponia?» chiese alla renna.

Fiaba di Hans Christian Andersen

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