La regina della neve -parte diciotto-

di Redazione Commenta

Quinta storia. La figlia del brigante.
Viaggiarono attraverso i boschi scuri, ma la carrozza brillava come una fiamma, e abbagliava gli occhi dei briganti, che non riuscivano a sopportarla.
«È oro, è oro!» gridarono, avanzando di corsa, presero i cavalli, uccisero il postiglione, i valletti e i servitori, e tirarono fuori la piccola Gerda dalla carrozza.
«È grassa, è graziosa, è stata ingrassata con gheriglio di noci!» disse la vecchia moglie del brigante, che aveva una lunghissima barba arricciata e sopracciglie che le coprivano gli occhi. «Deve essere buona come un agnellino! Uh, deve essere saporita!» e intanto tirò fuori il coltello che scintillò orribilmente. «Ahi!» esclamò in quello stesso momento.
Era stata morsicata all’orecchio dalla figlioletta, che s’era appesa alla sua schiena e che era terribilmente selvaggia e insolente.
«Mocciosa!» esclamò la madre, ma non fece in tempo a colpire Gerda.
«Deve giocare con me!» disse la figlia del brigante. «Mi deve dare il suo manicotto, i suoi bei vestiti, e dormirà nel mio letto!» e così diede un altro morso cosicché la moglie del brigante saltò in aria e girò su se stessa e tutti i briganti si misero a ridere dicendo: «Guarda come balla con sua figlia!».

Voglio andare in carrozza
«Voglio andare in carrozza!» disse la figlia del brigante, e riuscì a ottenere quello che voleva perché era molto ostinata e viziata.
Lei e Gerda salirono in carrozza e corsero oltre sterpi e rovi fino nel più profondo del bosco. La figlia del brigante era grande come Gerda, ma molto più forte, più robusta e con la pelle scura, aveva gli occhi neri che sembravano quasi tristi. Afferrò la piccola Gerda alla vita e le disse: «Non ti uccideranno finché io non mi arrabbierò con te! Sei forse una principessa?».
«No» rispose la piccola Gerda, e le raccontò tutto quello che aveva vissuto, e quanto volesse bene al piccolo Kay.

Non ti ammazzeranno
La figlia del brigante la guardò molto seriamente, fece un cenno con la testa e disse: «Non ti ammazzeranno, anche se io mi arrabbierò con te, perché lo farò io stessa!». Intanto asciugò gli occhi di Gerda e infilò le mani nel bel manicotto così morbido e caldo.
La carrozza si fermò. Si trovava in mezzo al cortile di un castello di briganti; tutto era decrepito, da cima a fondo, corvi e cornacchie uscivano volando da tutti i fori, e grandi mastini, che sembrava potessero mangiare un uomo, saltavano in aria, ma non abbaiavano perché era proibito.
Nella grande vecchia sala annerita dal fumo si trovava in mezzo al pavimento di pietra un grosso fuoco; il fumo saliva verso il soffitto e doveva trovare da sé un’uscita; in un grande pentolone cuoceva la zuppa e sullo spiedo giravano conigli e lepri.

Fiaba di Hans Christian Andersen

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