La regina della neve -parte venti-

di Redazione Commenta

«Chi dovrebbe saperlo meglio di me?» rispose l’animale, e i suoi occhi brillavano di gioia «là sono nata e cresciuta, là ho saltato sui campi di neve!»
«Ascolta!» disse la figlia del brigante a Gerda. «Vedi, tutti i nostri uomini sono andati via, ma la mamma è ancora qui, e qui resta; ma quando comincia il giorno si mette a bere da quel grosso bottiglione e poi fa un pisolino; a quel punto farò qualcosa per te!» Intanto saltò giù dal letto, si precipitò al collo della madre, le tirò i baffi e disse: «Mio caro caprone, buon giorno!». E la madre le pizzicò il naso finché non divenne rosso e blu, ma erano tutte manifestazioni di affetto.
Quando la madre, bevuta la sua bottiglia, si mise a riposare, la figlia del brigante andò dalla renna e disse: «Mi piacerebbe tanto continuare a farti il solletico molte altre volte con il mio coltello affilato, perché sei così divertente, ma non importa, scioglierò la corda e ti aiuterò a fuggire in modo che tu possa tornare in Lapponia; ma tu dovrai correre più forte che potrai, e portare questa fanciulla al castello della regina della neve dove si trova il suo compagno di giochi. Hai sentito quello che lei ha raccontato, perché ha parlato a voce alta, e tu ascolti sempre!».

Le diede un cuscino
La renna saltò di gioia. La figlia del brigante aiutò la piccola Gerda a salire in groppa, fu attenta a legarla ben stretta e le diede persino un cuscino su cui sedere. «Eccoti i tuoi stivaletti di pelo» esclamò «perché là farà freddo, ma il manicotto lo tengo io perché è troppo grazioso! Comunque anche tu non devi gelare, eccoti i guantoni di mia madre, ti arriveranno certo fino al gomito, infilali. Adesso hai le mani proprio come quelle della mia brutta mamma!»

Devi apparire contenta
Gerda pianse di gioia.
«Non mi piace che tu pianga!» disse la figlia del brigante. «Adesso devi apparire contenta! Eccoti due pani e un prosciutto, così non avrai fame.» Li sistemò sul dorso della renna, aprì la porta, rinchiuse tutti i cani e tagliò la corda col coltello, dicendo alla renna: «Corri, su! Ma stai bene attenta alla bambina».

Attraverso il grande bosco
Gerda tese le mani con i guantoni verso la figlia del brigante e salutò e la renna partì passando sopra cespugli e sterpi, attraverso il grande bosco, oltre steppe e paludi, più in fretta che potè. I lupi ululavano e le cornacchie gridavano. “Fut fut!” si sentì un crepitio nel cielo, che si illuminò tutto di rosso.
«Ecco la mia cara aurora boreale!» disse la renna «guarda come brilla!» e corse ancora più in fretta, giorno e notte; i pani vennero mangiati, e anche il prosciutto, ma intanto erano giunte in Lapponia.

Fiaba di Hans Christian Andersen

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