Casa del Parto Naturale “Acqualuce”

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Nella pineta dell’Ospedale Grassi di Ostia, Roma, esiste una costruzione realizzata interamente in legno e vetro che offre alle donne in gravidanza di partorire nel modo che preferiscono e nei tempi che preferiscono, questa struttura è la Casa Maternità “Acqualuce”.
In questa struttura per la maternità si può scegliere la posizione che si preferisce per far nascere il proprio bambino nel modo più naturale possibile e meno “ospedalizzato” possibile, offrendo un ambiente il più possibile vicino a quello casalingo. Le partorienti e future mamme sono assistite da ostetriche professioniste pronte ad offrire il loro aiuto competente e qualificato laddove ce ne sia bisogno, senza però essere una presenza invasiva per la futura mamma, che potrà scegliere di avere accanto il futuro papà, e che potrà avere il neonato sempre vicino sin dal momento della nascita per favorire il suo rapporto con il bambino e l’allattamento al seno.

Nella pineta dell’ospedale
La Casa Maternità “Acqualuce” è vicinissima all’Ospedale Grassi di Ostia, è infatti costruita all’interno dello stesso ospedale, nella pineta, per poter intervenire prontamente in caso di complicazioni di parto e gravidanza. E’ una struttura pubblica e consente di partorire avvalendosi della legge sull’assistenza sanitaria pubblica pur essendo un centro all’avanguardia. La Casa Maternità “Acqualuce” consente su prenotazione di effettuare il parto in acqua.

Gravi difficoltà economiche
La Casa Maternità “Acqualuce”, inaugurata l’otto marzo 2009, è ora in gravi difficoltà economiche a causa dei tagli alla spesa sanitaria pubblica e per mancanza di personale, anche se la Casa di Maternità “Acqualuce” ha spese molto contenute che gravano pochissimo sui contribuenti a causa della scarsa ospedalizzazione e al limitato, e a volte nullo, bisogno della presenza di figure mediche professionali specializzate come l’anestesista o il chirurgo, dato che si propone a tutte quelle donne che hanno una gravidanza non a rischio e che non hanno intenzione di ricorrere al costosissimo taglio cesareo.
Un altro enigma del sistema Italia dove una struttura che funziona e che costa poco viene costretta a chiudere.

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