Sindrome da prima superiore: ecco come riconoscerla

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Apatia, disinteresse per l’ambiente e per i coetanei, isolamento e chiusura rispetto a familiari e amici, frequenti mal di testa e, per i maschi, aggressività improvvisa, mentre le femmine spesso si sfiancano con maratone sui libri. “Sono i sintomi della ‘sindrome da prima superiore‘, che quest’anno potrebbe colpire 170 mila ragazzi italiani, impegnati in questa delicata fase scolastica“. Lo prevede Italo Farnetani, pediatra e docente dell’Università Milano Bicocca, che ha descritto questa sindrome nei suoi libri.

LA SINDROME DA PRIMA SUPERIORE
L’esperto spiega che questo fenomeno, che rischia di compromettere l’anno scolastico dei ragazzi, non è una novità assoluta. “Quarant’anni fa già si parlava di sindrome della prima media, perché allora proprio tra elementari e medie c’era un salto nei modi e nei tempi dell’insegnamento. Ora questo salto c’è tra medie e prima superiore“, dice il pediatra all’Adnkronos Salute. Lo testimoniano i dati sulle bocciature. “Nel 2010 il 15,3% degli studenti di prima superiore non ha superato l’anno. Era il 15% nel 2009 – precisa Farnetani – Un dato decisamente più alto rispetto a quello dei bocciati alle medie: 4,3%“. Insomma, con il passaggio a liceo e istituti superiori, “i bocciati quadruplicano“.

BOCCIATURE IN AUMENTO
Dunque, in base a questi numeri, “ben 85 mila dei 555 mila studenti che si apprestano a iniziare la prima superiore saranno bocciati“. Colpa dei ragazzi? “Non penso, dal momento che il tasso fisiologico di bocciature dovrebbe essere intorno al 3%, dunque simile a quello delle medie. E se i ragazzi fermati da un’insufficienza in condotta sono solo lo 0,36%, non possiamo neanche pensare che questi alunni siano particolarmente indisciplinati“, prosegue Farnetani.
Evidentemente all’inizio di questo ciclo di studio c’è uno scoglio più grande da superare, e “gli insegnanti troppo spesso sono poco capaci di aiutare tutti i loro ragazzi“, dice Farnetani, invitando i docenti a fare una riflessione su questi numeri. “Un approfondimento che dovrebbe tenere conto anche del fatto che il maggior numero di bocciature non si verifica al liceo classico o allo scientifico, scelti di solito dai ragazzi più studiosi“.

IL RUOLO DEI GENITORI
E i genitori? “Possono aiutare i loro figli – assicura – prevenendo la sindrome: tenendo gli occhi aperti, parlando costantemente con i ragazzi, assicurando loro il proprio appoggio anche se, nonostante l’impegno, i risultati tardano ad arrivare. In questo caso i giovanissimi si sentiranno appoggiati e non finiranno per chiudersi. Inoltre all’inizio è bene essere particolarmente vicini agli studenti, aiutandoli specie nei primi mesi di scuola a fare i compiti. Senza limitare – aggiunge il pediatra – sport e uscite con gli amici: la superiore non è una prigione ma una scuola dove si va per imparare, aprire la mente e divertirsi“.
Fondamentale, comunque, “parlare con i figli“, spiegando loro che è normale essere preoccupati o avere delle difficoltà. “Occhio infine al mal di testa: puo’ essere espressione di una tensione psichica, da non sottovalutare“, conclude.

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