Attenzione mamme, se siete convinte sostenitrici degli integratori per i vostri bambini, potreste non giocare una partita favorevole nel lungo periodo per la loro salute. L’allarme riguarda gli integratori di calcio per preservare le ossa, ma con il rischio di minare la salute del cuore. E’ quanto sostiene uno studio che ha guadagnato le pagine del ‘British Medical Journal’. A detta dei ricercatori dell’università scozzese di Aberdeen, in team con colleghi neozelandasi e degli Stati Uniti, il pericolo di incappare in un infarto per chi assume queste pillole ‘rinforza ossa’ lievita del 30%. E non è tutto. I dati prodotti da 11 studi sollevano dubbi anche sulla loro efficacia nel prevenire fratture.
Malattie Bambini
Storie di bambini: Imma sta bene dopo il crollo della palazzina di Afragola
Ha trascorso una notte tranquilla la piccola Imma Mauriello, la bimba di 10 anni uscita illesa dal crollo della palazzina di Afragola, nel Napoletano. Nonostante il trauma addominale e lo schiacciamento di un piede, le sue condizioni sono giudicate complessivamente buone dai sanitari dell’ospedale napoletano Santobono dove è ricoverata. “La situazione è buona – ha detto Eduardo Rotolo, vicedirettore sanitario del Santobono – e le sue condizioni sono migliorate. La bambina – ha proseguito – ha riposato tranquillamente, è sotto terapia e sotto l’effetto degli antidolorifici. Resterà comunque sotto osservazione per le prossime 24 ore per il trauma addominale che ha riportato e per verificare eventuali complicanze che al momento non ci sono“. Per Imma la prognosi è di trenta giorni, ma la piccola – questo almeno è l’auspicio dei medici – in assenza di complicazioni potrebbe essere dimessa prima.
Malattie esantematiche: la parotite, ovvero gli orecchioni
La parotite è un’infezione di natura virale che colpisce le ghiandole parotidi (ghiandole posizionate vicino all’orecchio) e può essere mono o bilaterale a seconda che colpisca una sola ghiandola o tutte e due. La malattia viene trasmessa per contatto diretto attraverso la saliva emessa con tosse, starnuti o anche solo con il respiro.
L’incubazione della malattia è di 2-3 settimane e può iniziare con malessere, mal di testa, nausea e febbre medio-alta che dura mediamente da due a quattro giorni. Contemporaneamente si ha l’ingrossamento delle ghiandole parotidee. Essendo le ghiandole parotidee posizionate tra la mandibola e l’orecchio, il loro gonfiore provoca uno spostamento in avanti dei padiglioni auricolari che appaiono così più grandi del solito; da qui il nome popolare di “orecchioni” dato alla malattia.
Disturbi dell’apprendimento: come comportarsi in caso di dislessia
La dislessia è una sindrome classificata tra i Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) con il codice F81.0 e la sua principale manifestazione consiste nella difficoltà che hanno i soggetti colpiti a leggere velocemente e correttamente ad alta voce. Tali difficoltà non possono essere ricondotte a insufficienti capacità intellettive, a mancanza di istruzione, a cause esterne o a deficit sensoriali.
Dato che leggere è un complesso processo mentale, la dislessia ha svariate espressioni. Questa sindrome sembra strettamente legata alla morfologia stessa del cervello. La dislessia non è una malattia o un problema mentale. Secondo la definizione più recente, approvata dall’International Dyslexia Association (IDA), “la dislessia è una disabilità dell’apprendimento di origine neurobiologica. Essa è caratterizzata dalla difficoltà a effettuare una lettura accurata e/o fluente e da scarse abilità nella scrittura (ortografia). Queste difficoltà derivano tipicamente da un deficit nella componente fonologica del linguaggio, che è spesso inatteso in rapporto alle altre abilità cognitive e alla garanzia di un’adeguata istruzione scolastica. Conseguenze secondarie possono includere i problemi di comprensione nella lettura e una ridotta pratica nella lettura che può impedire una crescita del vocabolario e della conoscenza generale“.
Occhi a rischio con sole e sabbia: ecco come proteggere i vostri bimbi dai rischi dell’estate
Occhi rossi, abrasioni della cornea provocate dalla sabbia e infezioni oculari. Sono alcuni dei più comuni rischi che corrono i bagnanti che affollano le spiagge, tanto più se si tratta di bambini. Per chi quest’estate ha scelto il mare è dunque opportuno seguire alcuni semplici consigli. Lo afferma una nota dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità (Iapb Italia). Secondo un sondaggio condotto negli Usa solo il 35% delle persone è conscio dei rischi che corrono gli occhi se non vengono protetti con occhiali dotati di filtri a norma di legge. Se si sta a lungo in un luogo dove il riverbero è forte si può essere, ad esempio – indicano gli esperti – colpiti da infiammazioni della cornea (cheratiti) e della congiuntiva. L’esposizione prolungata al sole senza protezione aumenta, inoltre, il rischio di cataratta e degenerazione maculare legata all’età.
Avvelenamento dei bimbi, una delle più comuni emergenze pediatriche. ecco i consigli del Bambin Gesù
Bimbi a rischio avvelenamento, una delle più comuni emergenze pediatriche e causa di un’alta percentuale di visite al pronto soccorso: solo all’ospedale Bambino Gesù di Roma, negli ultimi dieci anni, si sono contati oltre 1.500 bambini con intossicazione. Di questi, per il 40% è stato necessario il ricovero, e in 8 casi su 100 è stata necessaria la cura in terapia intensiva. Per migliorare la gestione e la cura di questi piccoli pazienti la struttura romana sta attivando un Centro antiveleni pediatrico, il primo in Italia, che sarà pienamente operativo entro l’anno. E ha messo a punto un decalogo ad hoc per la prevenzione.
La proposta del ginecologo: multa alle donne che fumano in gravidanza
“Multiamo le donne che fumano durante la gravidanza. Il feto è un non fumatore e, come prevede la legge, va tutelato“. A lanciare l’appello è Claudio Giorlandino, ginecologo e presidente della Società italiana di diagnosi prenatale e medicina materno fetale (Sidip).
“Nonostante sia ormai noto a tutti quali e quanti danni il fumo puo’ provocare al feto – afferma l’esperto – moltissime donne continuano a fumare durante la gravidanza, senza avere alcuna considerazione e rispetto per il bambino che sta crescendo dentro di loro. La legge attualmente in vigore non vieta il fumo, in realtà, ma vieta di fumare nei luoghi pubblici, a tutela di chi non è fumatore. Essendo il feto non fumatore, a sua tutela, esattamente come previsto dalla legge, andrebbe multata anche la mamma in attesa che sta fumando anche fuori dai locali pubblici“.
Vaccini: addio iniezione, arriva il cerotto e addio al dolore
La fastidiosa iniezione per vaccinarsi contro l’influenza potrebbe presto andare in pensione, spedita nel dimenticatoio da un cerotto di piccole dimensioni e indolore. A testarlo, per ora solo su topi, i ricercatori dell’Emory University di Atlanta e del Georgia Institute of Technology. Che, assicurano sulle pagine di ‘Nature Medicine’, hanno visto che il cerotto non solo funziona, ma mostra di indurre una memoria immunitaria più forte, per lo meno nei roditori.
Overdose da sciroppo: l’allarme dei pediatri sull’uso dei cucchiai da cucina
Un cucchiaio da tavola per dosare lo sciroppo: un classico per le mamme e i papà di tutto il mondo, intenti a curare tosse e malesseri dei propri bambini. Ma uno studio pubblicato sulla rivista ‘International Journal of Clinical Practice’ mette in guardia i genitori: utilizzando un cucchiaio grande si può arrivare a somministrare il 192% in più di farmaco rispetto a un cucchiaino da tè e fino al 100% in più rispetto a un cucchiaino da tavola. Il rischio è dunque di eccedere nella quantità di medicinale o, al contrario, di darne al piccolo troppo poco.
L’impiego di vaccini e immoglubine in gravidanza
Quando un vaccino deve essere necessariamente somministrato ad una gestante, rinviarne la somministrazione fino al secondo o terzo trimestre è una ragionevole precauzione per ridurre ogni preoccupazione nei confronti dei possibili effetti negativi sul feto.
Tutti i vaccini a virus viventi attenuati, se possibile, dovrebbero essere evitati e sostituiti con vaccini a virus uccisi.
Lo stato di gravidanza rappresenta una controindicazione assoluta alla somministrazione del vaccino antirosolia, per la possibilità (peraltro da alcuni considerata teorica) di sindrome da rosolia congenita; ugualmente controindicati sono il vaccino antimorbilloso ed antiparotite, che possono però essere somministrati ai bambini figli o conviventi-contatti di donne gravide, in quanto la dispersione virale da parte dei vaccinati è scarsa, intermittente ed incapace di provocare infezione nei contatti, a meno della coesistenza di uno stato di alterata immunocompetenza.