Una Vita Nuova -12-

di Redazione Commenta

Appoggiata al morbido schiemale, Carilla si passò le mani sul volto. “Tutto questo mi prende di sorpresa. Non so cosa dire.”
“Non pensarci troppo, mia signora”, la esortò Ranarl. “Noialtri siamo vecchi ormai. Se rimanderai per chissà quanto tempo, non so dire cosa succederà, da queste parti.”
“E’ quello che penso anch’io”, disse lei. “Tuttavia dovrò parlarne con le mie sorelle della Lega, e informarmi sulle leggi. Avrò bisogno di molto aiuto per mandare avanti una tenuta così grande… e temo d’intendermi più di cose di guerra che di pace.”
“puoi contare su di me, finché vivrò” rispose Ranarl con grande serietà.
Carilla rimise i gioielli nello scrigno e lo chiuse. Si alzò, lentamente, e andò a guardare fuori dalla finestra. Si stava avvicinando il tramonto. Le ore erano passate senza che se ne accorgesse. Lori certamente cominciava ad essere in pensiero. Si voltò a guardare Ranarl. A malapena capace di parlare per il groppo che aveva in gola, disse: “Avrei dovuto tornare prima”.
“Saresti stata di molto aiuto” convenne Ranarl, con le lacrime agli occhi. “Forse non dovrei parlare così di lui, ma… Felix era un mostro. Negli ultimi anni, neppure il dom poteva controllarlo. Lui, un giorno picchiò suo padre fino a lasciarlo mezzo morto. Fu questo a farlo diventare confuso com’è oggi, credo. O un colpo alla testa, o lo shock, non lo so. In più di un’occasione, chiuse il vecchio in una stanza e ci proibì di dargli da mangiare. Ho vergogna di confessarlo, ma noi avevamo paura di lui. Se tu hai odiato tuo padre per… perché metteva Felix prima di te, credo che il dom abbia vissuto per pentirsene.” Esito, poi aggiunse: “E anche tua madre. Il denaro che Mara e io ti consegnammo quella notte… era stata tua madre a darcelo, anche se ci fece promettere di non dirti niente. Aveva paura di tuo padre.”
“Io… non sapevo.” Carilla deglutì. Aveva sempre pensato che avrebbe dovuto vendicarsi, e ora tutto ciò che sentiva era un vuoto, mentre la rabbia da lei così testardamente alimentata per anni si scioglieva. All’improvviso si sentiva stordita, diversa. Perfino le tinte sbiadite dello studio erano più ricche, e la fiamma gialla delle candele più brillante, come se lei avesse abbandonato un lato freddo e duro della sua personalità. Per la prima volta capì che se fosse rimasta lì, e se la sua vita avesse seguito al più consueta strada del matrimonio e dei figli, non avrebbe mai potuto conoscere un barlume di felicità, non in un’esistenza così limitata… e solo gli Dei sapevano che razza di idiota suo padre le avrebbe fatto sposare! Il fatto che lei aveva sempre considerato una tragedia era stato, in realtà, una benedizione. In un momento di perfetta lucidità vide come lei avesse usato la sua rabbia per allontanarsi dal pericolo di un vero legame affettivo. Si lamentava di tutto e di tutti, e poi si chiedeva perché le sue sorelle della Lega la evitavano. Amava in quel modo duro e distante perfino Lori; perché non se ne era mai accorta?
“Io… io non so come ringraziarti.” Aveva le guance bagnate di lacrime quando abbracciò Ranarl, e il vecchio distolse lo sguardo, imbarazzato.
“Via, via” le rispose, “non è il caso: Ho fatto soltanto il mio dovere.”
“Io sarei morta quella notte, se tu e Mara non mi aveste aiutato.”
“Il modo in cui ti trattò tuo padre non era giusto. Vorrei aver potuto fare di più, ma gli avevo giurato obbedienza.”
“So che avete rischiato molto aiutandomi. Cosa fece quando si accorse che avevo preso con me Ballerian?” Ranarl sorrise. “Gli raccontammo che aveva saltato un recinto ed era fuggita. Tuo padre era assai occuparo con la tenuta… c’era molto lavoro, in quegli anni, così non ci badò troppo.”
“Mi sono sempre chiesta come l’avesse presa.” Carilla prese lo scrigno e se lo mise in una tasca interna della blusa. “Ora temo di dover andare. L’amica che mi ha accompagnato qui mi sta aspettando al rifugio dei viaggiatori. Non è lontano, ma se non mi vede arrivare prima di sera si preoccuperà.”
“Mi fa piacere che tu abbia un’amica. E’ un viaggio lungo, per una donna sola.”
“Sì, è stato un viaggio lungo” annuì Carilla, con un sospiro. “Ma ora è finito.” Aveva molte cose a cui pensare, molti progetti da fare. Snow Haven sarebbe diventata di nuovo una tenuta operosa, un allevamento di cavalli, una scuola per addestrare le donne all’uso delle armi… Davanti a lei c’era ancora una vita da vivere, una nuova vita, libera dalla disperazione e dalla rabbia. E soprattutto Lori, che la stava aspettando. FINE
Fonte: “Le Nevi di Darkover” a cura di Marion Zimmer Bradley

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