La danza degli gnomi -parte terza-

di Redazione Commenta

Si era intanto sparsa pel mondo la fama della bellezza sfolgorante e della bontà di Serena, e da tutte le parti giungevano richieste di principi e di baroni; ma la matrigna perversa si opponeva ad ogni partito. Il Re di Persegonia non si fidò degli ambasciatori, e volle recarsi in persona al castello della bellezza famosa. Fu così rapito dal fascino soave di Serena che fece all’istante richiesta della sua mano. La matrigna soffocava dalla bile; ma si mostrò ossequiosa al re e lieta di quella fortuna. E già macchinava in mente di sostituire a Serena la figlia Gordiana.
Furono fissate le nozze per la settimana seguente. Il giorno dopo il Re mandò alla fidanzata orecchini, smaniglie, monili di valore inestimabile. Giunse il corteo reale per prendere la fidanzata. La matrigna coprì dei gioielli la figlia Gordiana e rinchiuse Serena in un cofano di cedro.

Perché la sposa non mi risponde?
Il Re scese dalla carrozza dorata e aprì lo sportello per farvi salire la fidanzata. Gordiana aveva il volto coperto d’un velo fitto e restava muta alle dolci parole dello sposo. “Signora mia suocera, perché la sposa non mi risponde?” “È timida, Maestà.” “Eppure l’altro giorno fu così garbata con me…” “La solennità di questo giorno la rende muta…” Il Re guardava con affetto la sposa. “Serena, scopritevi il volto, ch’io vi veda un solo istante!” “Non è possibile, Maestà” interruppe la matrigna “il fresco della carrozza la sciuperebbe! Dopo le nozze si scoprirà.” Il Re cominciava ad inquietarsi.

Balzarono in piedi inorriditi
Proseguirono verso la chiesa e già la madre si rallegrava di veder giungere a compimento la sua frode perversa. Ma passando vicino ad un ruscello, Gordiana, smemorata ed impaziente, si protese dicendo: “Mamma, ho sete!” Non aveva detto tre parole che tre scorpioni neri scesero correndo sulla veste di seta candida. Il Re e il suocero balzarono in piedi, inorriditi, e strapparono il velo alla sposa. Apparve il volto orribile e feroce di Gordiana. “Maestà, queste due perfide volevano ingannarci.” Il suocero e il Re fecero arrestare il corteo a mezza strada. Il Re salì a cavallo e volle ritornare, solo, di gran galoppo, al castello della fidanzata. Salì le scale e prese ad aggirarsi per le sale chiamando ad alta voce. “Serena! Serena! Dove siete?” “Qui, Maestà!” “Dove?” “Nel cofano di cedro!” Il Re forzò il cofano con la punta della spada e sollevò il coperchio. Serena balzò in piedi, pallida e bella. Il re la sollevò fra le braccia, la pose sul suo cavallo e ritornò dove il corteo l’aspettava. Serena prese posto nella berlina reale, tra il padre e il fidanzato. Furono celebrate le nozze regali. Della matrigna e della figlia perversa, fuggite attraverso i boschi, non si ebbe più alcuna novella.

Fiaba di Guido Gozzano.

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