Il pianto del neonato e del lattante

di Redazione Commenta

La credenza che il pianto del bambino appena nato sia buon segno perché dimostra che il bambino è vivo e aiuta le vie respiratorie a liberarsi da possibili tracce di liquido amniotico per facilitare la respirazione é oggi considerata da molti studiosi una semplice credenza popolare priva di fondamento. Alcuni studiosi hanno dimostrato che un bambino appena nato che non piange è un bambino sano, vitale e sereno e che il pianto nelle prime ventiquattro-quarantotto ore è un sintomo chiaro di un malessere che può avere cause diverse.

Lasciar piangere il bambino
E’ anche errata la “regola” di lasciar piangere il bambino neonato o lattante perché altrimenti crescerà un bambino viziato. Se un neonato o un lattante, ancora non in grado di parlare, piange vuole segnalare che c’è qualcosa che non va, un problema di salute, l’alimentazione insufficiente, problemi veglia-sonno, ecc.

Problema di comunicazione
Il pianto è l’unico modo diretto ed efficace che il neonato e il lattante hanno per comunicare un problema. Se si lascia piangere un bambino per ore senza cercare di capire il motivo che lo spinge a piangere, insorgerà un problema nel bambino, specialmente un problema di comunicazione e comprensione perché il neonato si addormenterà spossato dopo un pianto prolungato ma non avrà di certo capito le vostre motivazioni e si sentirà incompreso e trascurato.

Interpretare i segnali
E’ importante quindi interpretare i segnali che il bambino ci invia senza nessun tipo di pregiudizio o preconcetto, tenendo ben chiaro in mente che il pianto del neonato e del lattante serve a segnalare, a comunicare, un suo disagio.

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