Cartoni animati: Chobin, il principe stellare

 Chobin, il principe stellare è un anime del 1974 prodotto in 26 episodi dallo studio Tatsunoko e trasmesso in Giappone dal network TBS. Creata dalla fervida fantasia del mangaka Shotaro Ishinomori la serie riesce a raccontare una avventurosa storia fantascientifica con canoni più simili a quelli della fiaba, un inusuale, ma riuscito connubio che ne decretò il successo anche presso fasce di pubblico (genitori, bambine e ragazze) normalmente non attratte dalla science fiction animata nipponica.

Cartoni animati: occhi di gatto

 Cat’s Eye: occhi di gatto è un manga di Tsukasa Hojo, da cui è stata tratta anche un serie tv anime andata in onda in Giappone nel 1983. In Italia il manga è stato pubblicato da Star Comics nel 1999, mentre l’anime, trasmesso con il titolo Occhi di gatto, è andato in onda per la prima volta nel 1985 su Italia 1.

La storia
Le protagoniste della storia sono le tre sorelle Kisugi: Rui, Hitomi e Ai (Kelly, Sheila e Tati nell’edizione italiana) che gestiscono il caffè Cat’s Eye. In gran segreto le tre giovani donne formano però anche una famosa banda di ladre di opere d’arte, anch’essa chiamata Cat’s Eye, per via della firma presente sui biglietti da visita che sempre lasciano sulla scena dei loro furti. Le sorelle tuttavia non si dedicano al furto per lucro ma rubano esclusivamente opere d’arte appartenute al famoso artista degli anni ’40, Michael Heinz, che in realtà è il loro amato e scomparso padre, con la speranza di ricostruirne la collezione, da lui sottratta anni prima ai nazisti, e quindi individuare sufficienti indizi per poterlo ritrovare.

Cartoni animati: Lamù

Lamù è un manga pubblicato in Giappone dal 1978 al 1987, scritto e disegnato da Rumiko Takahashi, dal quale sono stati nel tempo tratti una serie anime televisiva, sei film ed undici OAV. Nel 1981 la serie ha vinto il Premio Shogakukan per i manga in entrambe le categorie shōnen e shōjo, e nel 1987 il Premio Seiun come miglior fumetto SF/fantasy. Il titolo originale è un gioco di parole pressoché intraducibile in altre lingue: urusei è una versione colloquiale e meno formale di urusai, cioè “chiassoso” o “fastidioso”, usata generalmente dagli uomini come esclamazione per zittire qualcuno che disturba. Yatsura è anch’essa una forma colloquiale e non troppo garbata per “gente”, anche con significato di “quelli là” o “quei tizi”.
Tuttavia, poiché nel titolo la parola urusei è scritta con il kanji sei, che significa corpo celeste, il suo significato può essere anche letto come pianeta Uru o stella Uru. In questo modo nasce il gioco di parole del titolo, il cui senso può essere sia Quei chiassosi tizi, sia Quei tizi del pianeta Uru o Gente del pianeta Uru. Una possibile, seppur approssimativa, traduzione in italiano potrebbe quindi essere: Quei chiassosi tizi della stella Uru. All’interno di alcuni numeri di Shonen Graphic dedicati ad Urusei Yatsura compare la traduzione in inglese noisy people (gente rumorosa). Va inoltre notato che il pianeta (o stella) Uru non viene mai citato nella narrazione, tanto nel manga che nell’anime. Non va quindi confuso con il pianeta dal quale la co-protagonista Lamù proviene, che viene più volte citato nella narrazione col nome di Oniboshi, traducibile sia come Pianeta degli Oni sia come Pianeta Malvagio.

Cartoni animati: Jeeg robot d’acciaio

 Jeeg robot, uomo d’acciaio è un anime televisivo di 46 episodi prodotto dalla Toei Animation nel 1975 su soggetto di Go Nagai. Nello stesso anno ne fu pubblicata anche una riduzione manga in collaborazione con Tatsuya Yasuda. La serie è stata trasmessa per la prima volta in Italia nel 1979. Ha riscosso un notevole successo, paragonabile solo a quello di altre grandi serie del genere, come UFO Robot Goldrake e le serie di Mazinga.

Trama
Il professor Shiba, noto scienziato giapponese, durante una ricerca archeologica, scopre una antica campana di bronzo appartenuta all’antico popolo Yamatai, soggetto alla perfida regina Himika. Una popolazione che ha sempre fatto come regola di vita la sopraffazione dell’uomo sull’uomo. Il popolo Yamatai non si è estinto, si è ibernato nella roccia in attesa di ritornare in vita: solo la magica campana di bronzo gli permetterebbe di conquistare il mondo: per questo il professore decide di nascondere la campana e approfittando di un grave incidente di laboratorio in cui viene disgraziatamente coinvolto suo figlio Hiroshi, gli miniaturizza nel petto la campana, rendendolo invulnerabile.

Cartoni animati: Carletto il principe dei mostri

 Carletto il principe dei mostri è un anime giapponese tratto dall’omonimo manga di Fujiko Fujio, autore anche di Doraemon. La prima serie del 1968 è composta da 50 episodi, mentre la seconda, del 1980, da 188 episodi di 10′. In Italia la serie è stata trasmessa per la prima volta da Italia 1 e successivamente da reti regionali a partire dai primi anni ottanta, anche se rimontando quella del 1980 per un totale di 104 episodi.
Esistono inoltre due film basati sulla serie, intitolati “Invito al paese dei mostri” e “La spada del demone”, che si incentrano rispettivamente prima e poi dopo della serie.

Cartoni animati: Heidi

 Heidi, basato sull’omonimo romanzo per ragazzi scritto nel 1880 dall’autrice svizzera Johanna Spyri, è un celebre anime co-prodotto nel 1974 dallo studio di animazione giapponese Zuiyo Eizo (da cui più tardi nacque la Nippon Animation) e dalla tedesca Taurus Film e diretto da Isao Takahata. Hayao Miyazaki ha disegnato le scene e il layout. Heidi è uno dei molti anime del World Masterpiece Theater, tratti da diversi classici occidentali della letteratura per ragazzi.

La storia
Heidi è rimasta orfana in tenera età e sua zia Deith si è presa cura di lei fino all’età di 5 anni. Ma la zia trova lavoro a Francoforte e non può più occuparsi della bambina: è quindi costretta ad affidarla all’unico suo parente ancora in vita, il nonno da tutti conosciuto come “il vecchio dell’Alpe” uomo burbero e misantropo, che vive in una casetta di montagna isolato da tutti. Il vecchio prende in casa la bambina di malavoglia, ma la simpatia e l’innocenza di Heidi hanno subito la meglio della sua ruvida scorza di uomo burbero.
Molto velocemente Heidi, smessi gli abiti da cittadina quale era stata fino a quel giorno, si abitua alla vita della montagna con la sua natura incontaminata, ogni giorno alla scoperta delle cose meravigliose che la montagna le offre. Incontra Peter, un pastorello che si occupa delle pecore del nonno, che diventerà subito il suo più grande amico.

Cartoni animati: Bia la sfida della magia

 Bia, la sfida della magia, è un anime realizzato in Giappone nel 1974 dalla Toei Animation e trasmesso in Italia per la prima volta nel marzo del 1981 su Rai 2.

La storia
Senza che il mondo se ne accorga, sulla Terra è in atto la selezione per eleggere chi diventerà la futura Regina delle Streghe. Le candidate favorite sono Meg (Bia in Italia) e Non (Noa in Italia), due giovani streghe che si confrontano ogni giorno per ottenere questo importantissimo titolo.
Bia vive a casa con i genitori e due fratellini. La madre è anch’essa una strega, che per amore di un terrestre si è trasferita sulla Terra formando una famiglia. Fa la mamma e la casalinga a tempo pieno.
La serie inizia con la simpatica scena di Bia che” scende “sulla Terra…ad attenderla per aiutarla nel suo periodo di apprendistato c’è Mammy che opera una piccola ed innocente magia sui propri cari per fare in modo che credano che Bia faccia parte della famiglia. Sulla Terra arriva anche Ciosa, un agente della regina delle streghe, intenzionato a sabotare la possibilità di Bia di vincere il trono.

Cartoni animati: Goldrake ufo robot

 UFO Robot Goldrake, è un anime televisivo di 74 episodi, prodotto dalla Toei Animation dal 1975 al 1977, e basato su un soggetto di Gō Nagai, già autore dell’omonimo manga nel 1973. È stata la prima serie mecha giapponese importata in Italia, dove venne originariamente trasmessa con il nome di Atlas UFO Robot nell’ambito del programma Buonasera con… sulla Rete 2, dal 1978 al 1980. Per dare un’idea del successo avuto all’epoca basti pensare che il 45 giri prodotto dalla Fonit Cetra con le sigle della prima serie, Ufo Robot/Shooting star (firmate con lo pseudonimo Actarus), ottenne addirittura il disco d’oro, superando il milione di copie vendute.
La serie ebbe successo anche in Francia e nel mondo arabo, soprattutto in Egitto e Arabia Saudita. Ancora oggi, a distanza di decenni dalla sua trasmissione, è ricordata da migliaia di fan, soprattutto in Europa.

Cartoni animati: Anna dai capelli rossi

 Anna dai capelli rossi è un anime prodotto dalla Nippon Animation in 50 episodi nel 1979 e trasmesso dalla Fuji TV a partire da gennaio 1979.
È l’adattamento del romanzo per ragazzi omonimo della scrittrice canadese Lucy Maud Montgomery, che ha attinto a piene mani dai ricordi della propria infanzia per la stesura del libro.
La serie animata fa parte del progetto World Masterpiece Theater (Sekai Meisaku Gekijo) della Nippon Animation ed è giunta in Italia nel 1980 sulle reti Rai 1 e Rai 2. Dal 2004 è stato periodicamente replicato dalle reti Mediaset.
La Nippon Animation in occasione del trentennale dell’anime, ha prodotto un prequel dal titolo Sorridi, piccola Anna trasmesso in Giappone da Fuji TV a partire da aprile 2009.

Cartoni animati: Candy Candy

 Candy Candy è un romanzo della scrittrice giapponese Kyoko Mizuki, da cui è stato tratto uno shojo manga nel 1975 di Yumiko Igarashi e, successivamente, una serie anime prodotta dalla Toei Animation nel 1976, che narra le vicende della piccola orfanella Candy (Candice White) dall’infanzia alla maturità sullo sfondo della Prima guerra mondiale ed ambientate tra gli Stati Uniti e l’Inghilterra.

La storia
La storia inizia con l’abbandono di due orfanelle, Candy ed Annie, presso l’orfanotrofio religioso Casa di Pony, retto da Miss Pony e da Suor Maria. A farle compagnia, l’animale domestico più improbabile, un procione di nome Clean. Quando Annie verrà adottata dalla ricca famiglia Brighton, Candy resterà all’orfanotrofio sentendosi sola e ferita, fino al giorno in cui, sulla collina dove era solita ritirarsi nei momenti di maggiore tristezza, incontra un giovane dai capelli biondi vestito con un kilt scozzese, che la consola suonando per lei la cornamusa che porta con sé. Prova di questo incredibile incontro sarà per Candy la spilla a forma di aquila con sopra una lettera “A” che il giovane, da lei soprannominato il Principe della Collina, ha perso danzando. Di lì a poco anche lei sarà quindi adottata da una potente famiglia aristocratica, i Legan. Candy si troverà così in un ambiente del tutto nuovo per lei. I modi sofisticati e le convenzioni della sua nuova famiglia (ma soprattutto dei due viziati figli dei Legan, Iriza e Neal) mal si addicono al carattere spontaneo e vivace della ragazza che viene infine costretta a fare la cameriera e a dormire nelle stalle.