Fecondazione assistita: prevale il sesso maschile

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Avere un figlio è un desiderio naturale per molte coppie e difficilmente realizzabile per alcune di esse. Queste ultime (condizione economica permettendo), ricorre alla fecondazione assistita, l’insieme di procedure che permettono la fecondazione di una cellula uovo di una donna da parte di spermatozoi maschili.

Una ricerca non recente condotta da un’equipe di ricercatori dell’Università del Galles del Sud afferma che chi si affida alla fecondazione assistita ha più probabilità di avere un  figlio maschio. Il tutto però, dipende da quale procedura viene attuata dai medici. Se viene utilizzata la tecnica comune, ossia quella di mettere a contatto l’ovulo con lo sperma del donatore si ha il 56% di probabilità che sia un maschio, al contrario, se viene utilizzata la tecnica Icsi, ossia l’iniezione di uno spermatozoo nell’ovulo si ha il 51% che sia una femmina. Altri studi affermano che i bambini nati grazie alla fecondazione assistita sono quelli più esposti al rischio di malattie nell’età adulta. Ciò non è dovuto alle procedure di fecondazione ma piuttosto dalle condizioni dei genitori infertili.

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