Pippi organizza una gita -5-

di Redazione Commenta

Alla fine i bambini furono talmente pieni di cibo che stentavano a muoversi, e così rimasero a sedere, immobili alla luce del sole. “Mi chiedo se sia difficile volare” disse ad un tratto Pippi, e il suo sguardo corse sognante ai limiti del terrazzo. Il sentiero della collina si snodava a picco sotto di loro, fino alla pianura.
“Si potrebbe ben imparare a scendere volando” continuò Pippi. “Dev’essere più complicato volare in salita, ma è meglio incominciare dal più facile. Comunque vogliio provare!”
“No, Pippi!” gridarono insieme Tommy e Annika. “Pippi cara, non farlo!”
Ma già Pippi stava sull’orlo del precipizio.
“Vola, brutta mosca, vola! E la brutta mosca volò” citò Pippi, e, nell’istante in cui disse la parola “volò”, aprì le braccia e si gettò nel vuoto. Dopo nezzo secondo si udì un tonfo sordo: era Pippi che batteva contro il fondo.
A pancia in giù, Tommy e Annika erano stati ad osservare, terrorizzati, la scena. Videro allora Pippi rialzarsi e togliersi il terriccio dalle ginocchia. “Mi sono dimenticata di sbattere le ali” gridò allegramente. “E inoltre probabilmente avevo troppe frittelle in pancia”.
Fu qui che i bambini si accorsero che il Signor Nilsson era scomparso; già da un po’ doveva essersi eclissato per intraprendere una sua personale spedizione. Si ricordavano benissimo di averlo visto sedere tutto soddisfato a masticare la sua reazione tolta dal paniere, ma durante gli esercizi aviatori lo avevano completamente dimenticati. E ora era scappato! Pippi si arrabbiò talmente, che scaraventò una delle sue scarpe in una profonda pozza d’acqua. “Non si dovrebbero portare con sé delle scimmie, quando si va da qualche parte” esclamò. “Avrebbe dovuto restare a casa a spulciare il cavallo: questo sarebbe stato ciò che si meritava il Signor Nilsson!” concluse, e si avviò a grandi passi in direzione della pozza per riprendersi la scarpa. L’acqua le arrivava alla vita.
Fonte: Astrid Lindgren, Pippi Calzelunghe

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