La Pianta della Vita -2-

di Redazione Commenta

Irani chiuse gli occhi e si lasciò portare in uno stato mentale scevro da preoccupazioni pratiche, libero da affanni. Si accorse che i pensieri cominciavano a scorrere liberi, senza conseguenze immediate. Le venne desiderio e curiosità di parlare con quelle donne del… futuro.
“Sono Irani, la figlia di Aranua e vi auguro buon giorno. La nostra terra è circondata dal mare, la nostra vita è regolata dai ritmi della nascita, dello sviluppo e del sonno-rinascita. La Dea presiede questi cicli e noi la rispettiamo e la amiamo. Le donne sono le custodi di questo amore e di questo rispetto e lo insegnano a tutta la gente, che accetta e rispetta le regole che permettono un buon andamento di tutta la vita, di tutte le cose. Ciò che avete raccontato alla Madre ci spaventa e ci meraviglia.”
Parlò con naturalezza senza starsi a chiedere se andava bene così o no. Il silenzio che seguì non fu pesante né drammatico e venne rotto da una voce che parlava lentamente ma con chiarezza.
“Buon giorno a te, Irani, siamo donne che vivono su tutta la terra, anche su quella che voi abitate. Molte generazioni si sono succeduta tra voi e noi, eppure sentiamo una grande vicinanza. Capiamo il vostro stupore per come la vita non sia rispettata nel nostro tempo e immaginiamo la vostra paura per il fatto che i principi a cui aveta affidato la vostra felicità possano venire rovesciati tragicamente a danno di tutti gli esseri umani. Una piccola parte degli umani ha imposto con la forza alla grande parte delle persone regole che uccidono la vita e negano i suoi principi. Da molto tempo noi, donne, ma anche un certo numero di uomini, stiamo operando perché questa disgrazia finisca e si possa vivere felicemente. La nostra opera è anche quella di scoprire e conoscere la vita di chi prima di noi ha percorso strade comunitarie e pacifiche e quella di capire perché ciò non sia stato sufficiente a scongiurare un indirizzo violento e mortifero da parte di coloro che li hanno seguiti. Io che ti parlo sono Marija e sono insieme ad altre donne.”
Fonte: Sara Morace, I Racconti di Domani

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