Il mondo alla rovescia -5-

di Redazione Commenta

Venne la sera e il consiglio si riunì. La Madre parlò a lungo. I ragazzini che avrebbero dovuto essere a dormire si aggiravano ai bordi dell’assemblea cercando di ascoltare ciò che gli adulti stavano dicendo. Kulìa salì di nascosto su un alto noce e sporgendosi da un ramo vide i volti assorti degli adulti arrossati dal fuoco e udì molte parole.
La Madre, che non aveva mangiato né bevuto nulla tutto il giorno, aveva un piatto di cibo davanti a sé ma non lo toccava, e parlava sommessamente della sua visione. Le donne e gli uomini le rivolgevano domande e lei pazientemente tornava a spiegare.
“Tutto alla rovescia, ciò che è più sacro gettato nella polvere, ciò che è primo diventato ultimo, la vita sottomessa alla morte, la libertà negata dalla costrizione, la gentilezza piegata dalla forza bruta, le donne sottomesse dai maschi, i bambini comprati e venduti, la natura distrutta.”
L’assemblea incredula mormorava, Kulìa con gli occhi sgranati pensava a quello che si era andata ripetendo tutto il giorno, non è possibile, non è possibile…
Irani si alzò fiera e alzando la voce zittì il mormorio.
“Madre, hai visto tante persone che erano morte ma hai visto anche tante persone che erano vive?”
“Sì”
“Dunque hai visto la morte ma anche la vita.”
“Sì, ma non era vita.”
“Erano dunque vive o no?”
“Erano vive, ma erano tristi.”
“Ma erano vive.”
“Sì.”
“Hai parlato con qualcuna di loro?”
La vecchia chinò il capo, quella Irani vedeva lontano, sarebbe stata le prossima Madre. Questo la rasserenò un poco.
“Sì, ho parlato con una donna.”
“E cosa ti ha detto?”
“Le ho chiesto cosa fosse successo al suo popolo. ‘Ha dimenticato’, mi ha risposto. ‘Ha dimenticato che la vita viene prima della morte, che le donne vengono prima degli uomini, che la natura viene prima ancora’. Le ho chiesto da quanto tempo avesse dimenticato. ‘Alcune migliaia di anni’, mi ha risposto. ‘Può la tua gente recuperare la memoria?’ le ho chiesto. ‘Certo, quelli come me non l’hnno mai persa’. Perché non glielo insegni?. ‘Lo faccio, ma è difficile. L’abbiamo sempre fatto, ma è stato difficile. Tante donne, meno uomini. Siamo stati isolati, perseguitati, uccisi, bruciati, ma l’abbiamo fatto e continueremo a farlo’. Chi ha fatto perdere la memoria a tutta questa gente? ‘La paura, la violenza, la pigrizia, l’abitudine.

Fonte: Sara Morace, “I Racconti di Domani”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>